giovedì 12 maggio 2016

Tai Chi a Piazza Re di Roma con Silvia e Marcello









CORSI DI TAI CHI E QI
GONG DA 10 EURO A ROMA! APERTI A TUTTI! ANCHE PER PRINCIPIANTI! LEZIONE DI
PROVA GRATUITA! ROMA – APPIO – TUSCOLANO, (metro A Ponte Lungo, Vicino Stazione
Tuscolana), Via Narni,(19/a) – 00181 (Sala san Gaspare, all’angolo con via
Assisi – Si accede alla sala da un portoncino senza numero civico all’angolo
tra via Narni e via Assisi, su cui e’ scritto “Sala San Gaspare”), Il Lunedi’ e/
o  il Mercoledi’ ore 17.00 — 19.00. COSTO
circa 10 EURO MENSILI (per un turno settimanale di 2 ore). Tai Chi Stile Yang e
Chen, Qi Gong, Nei Gong, Spada. ( Mappa: 
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La quota e’ di 100 euro per tutto l’anno, per un turno settimanale di 2 ore, di
150 euro per due turni.

 

 

Si puo' frequentare
uno solo od entrambi i turni settimanali

 

 

(CI SI PUO’ INSERIRE
IN QUALSIASI MOMENTO. SARANNO DETRATTE LE QUOTE DEI MESI NON FREQUENTATI. ESEMPIO:
da Marzo a Giugno: 40 euro per un turno e 80 per due turni!). 

 

 

I corsi sono adatti
anche ai principianti. Per la lezione di prova basta venire negli orari
indicati con abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica. La lezione di prova
e’ gratuita.



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TAI CHI
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Come l’agopuntura, il Tai Chi, con i suoi movimenti morbidi e armoniosi,
contribuisce a rendere più flessibili le articolazioni, eliminando blocchi
cronici e a rendendo più scorrevole e libero il flusso energetico. Insieme ad
una dieta, ai massaggi e all’agopuntura, il Tai Chi e il Qi gong integrano
l’insieme di tecniche offerte oggi dalla medicina cinese per salvaguardare il
benessere psicofisico.


Il Tai Chi e il Qi Gong possono essere definiti come l'arte
di sentirsi bene. Fin dall'antichità, in Cina sono state sviluppate delle
tecniche di salute per guarire da ogni tipo di malattia, per riequilibrare il
corpo, ma anche per aumentare l'energia vitale dell'individuo ed interagire con
essa in molte maniere. L'insieme di queste tecniche, in epoca contemporanea, ha
preso il nome di Tai Chi e Qi Gong.


Nel Tai Chi si apprendono movimenti estremamente dolci,
calibrati e lenti che, uniti ad un forte flusso di energia, portano ad un
equilibrio totale del corpo. Questa tecnica Orientale e arma ideale per
recuperare la salute, un metodo di "agopuntura naturale" e una arte
marziale di difesa non-competitiva. In definitiva un complesso sentimento di
totalita.


La prima parte della lezione e incentrata sullo
scioglimento, l allineamento posturale, l’ attivazione energetica ed il qi
gong, poi si studiano le forme brevi dello stile yang e chen.


Lavoriamo molto sul rilassamento, lo scioglimento del corpo
e delle articolazioni, la postura e vari esercizi di Qi Gong per attivare la
circolazione dell'energia interna.


Ecco alcune delle sequenze di Qi Gong che pratichiamo:


Il Nei Gong (Lavoro Interno), Gli esercizi della Longevita
Gli Otto Pezzi di Broccato, I 18 Esercizi Taoisti, Gli 8 Pezzi di Broccato, Gli
esercizi del Drago, Il Qi gong del Bozzolo di Seta, Il Qi gong dei 5 Animali,
Ed altri


Inoltre studiamo anche delle brevi e semplici sequenze di
Tai Chi, molto facili da imparare.


Forniamo inoltre il materiale didattico per lo studio degli
esercizi.



La domenica mattina
dalle 10.30 alle 12.30 c’e’ pratica collettiva di Qi Gong e Tai Chi a villa
Celimontana, Al Celio, metro B Colosseo, metro A Manzoni o San Giovanni,
entrando da via della Navicella n. 12 in fondo al vialetto a sinistra. Info:
email marcellotaichi@supereva.it, Tel. 349-4504749. Per la lezione di prova
gratuita basta venire negli orari indicati con abbigliamento comodo e scarpe da
ginnastica. Durante l'anno si terranno seminari di approfondimento con i
maestri della scuola. Per gli interessati e' possibile seguire corsi di
formazione per l'insegnamento.






Il Taijiquan presenta interessanti
collegamenti con la


medicina tradizionale cinese.





Tali collegamenti partono dalla prevenzione, conservazione della
salute ed arrivano alle pratiche terapeutiche a tale scopo attraverso due
prospettive: una tipica della
scienza medica occidentale e
una di quella tradizionale.


Il T'ai
Chi Ch'üan, dal punto di vista occidentale, è una "ginnastica dolce",
poiché non impegna eccessivamente né la struttura osteo-muscolare né la
funzione cardiorespiratoria, può contribuire invece a migliorarne la
funzionalità.


In Oriente, ma anche in alcuni
paesi occidentali esistono centri che utilizzano il T'ai Chi Ch'üan per la cura
di differenti affezioni soprattutto
patologie
"funzionali" o "psicosomatiche", ed è ritenuto un
importante supporto ad altre
terapie.

Il T'ai
Chi Ch'üan sviluppa e potenzia l'
energia interna Qi favorendone una
corretta
circolazione, ripristina un corretto funzionamento dell'organismo e crea un'armonia
fra
mente e corpo.

Questo
perché agisce con la sinergia di tre importanti elementi:






§  Assoluta calma della mente,
attraverso la
concentrazione.


§  Lenta e continua esecuzione
dei movimenti circolari dell'esercizio principale ed in uno stato di totale
decontrazione
muscolare.


§  Respirazione addominale associata ai
movimenti del corpo.


La concentrazione ha il potere di svuotare la mente da
informazioni che ostacolano il regolare fluire della vita quotidiana e induce
uno stato di rilassamento interiore ed esteriore.


La
fluidità di esecuzione e l'utilizzo durante il movimento della respirazione ci
permette una maggiore comprensione delle posture scorrette, legate a
contratture, consentendo di
conseguenza lo scioglimento delle tensioni muscolari ed emozionali.


L'elasticità fisica, sviluppata
attraverso la costanza dell'esercizio si riflette in una elasticità sul piano
psichico. Una respirazione regolare, profonda e ritmata, elimina le
tensioni, e svolge l'azione di
massaggio fisiologico degli
organi interni.


Nel
T'ai Chi Ch'üan vi è l'utilizzo della
pressione su punti corporei
corrispondenti ad alcuni dei punti vitali (
Dianxue
, Tien Hsüeh)
simili ai punti di
agopuntura., la cui
stimolazione risulta utile nel migliorare la circolazione dell'energia vitale.


Da un
punto di vista
medico, tale disciplina è
un buon metodo di prevenzione delle
malattie e di conservazione
della salute oltre che uno strumento di cura, sempre abbinato ad adeguate
regole di vita.






GLI EFFETTI BENEFICI DEL TAI CHI ________________________________________





Il Tai
Chi Chuan è un’arte marziale, praticata in Cina da diversi secoli. Essa combina
tecniche di respirazione diaframmatica e di rilassamento, con posizioni che
fluiscono armoniosamente l’una nell’altra tramite movimenti lenti, garbati ed
equilibrati. Il Tai Chi Chuan comprende vari stili: i più praticati sono lo
Yang e il Chen; la fluidità e la continuità dei movimenti sono comune
denominatore di tutti gli stili. Questo esercizio è riconosciuto per avere
effetti benefici sia dal punto di vista psicologico, sia nel favorire il
controllo dell’equilibrio, l’agilità e la salute cardiovascolare, soprattutto
in pazienti anziani.




Tuttavia,
l’efficacia di questa pratica rispetto agli esiti di salute è difficile da
dimostrare; l’approccio naturale, la lunga storia e la visione olistica sono
argomenti che non aiutano a sistematizzare.




Oggi la
medicina scientifica è considerata essere quella “evidence based”, vale a dire
una medicina le cui terapie hanno mostrato di migliorare esiti clinici ben
definiti, attraverso sperimentazioni cliniche basate sul confronto tra gruppi
di pazienti organizzati in base alla allocazione casuale al trattamento, i
“randomized clinical trial” (RCT). Sulla base di questo metodo, risulta
difficile sistematizzare l’efficacia delle “terapie non convenzionali” cui
viene attribuito un approccio “olistico”; seguire tale approccio significa
infatti adottare un punto di vista “multifattoriale” nello studiare
l’insorgenza e lo sviluppo delle malattie, in base al quale la patologia è
pensata come il risultato di una combinazione complessa di diversi elementi
fisici, psicologici e sociali (1). Il riconoscimento di questa dinamica, per
quanto possibile utilizzata anche negli studi epidemiologici, rende tuttavia
delicata l’interpretazione dei risultati.


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all'inizio


I
risultati nella letteratura scientifica




Nell’ultimo
decennio sono stati presentati numerosi lavori relativi ai molteplici effetti
di questa pratica sulla salute. In questo articolo verranno tuttavia
rendicontate esclusivamente due pubblicazioni fra le più recenti, che sono
state redatte con il metodo della revisione sistematica e della metanalisi
(2,3).




La
revisione sistematica di Wang e coll. prende in considerazione 743 articoli
originali sul Tai Chi, in lingua inglese o cinese. I risultati vengono
presentati sulla base dell’efficacia rispetto ai diversi esiti di salute.




Vengono
valutati principalmente:


1.       
il mantenimento dell’equilibrio e la diminuzione delle cadute nell’anziano,


2.       
le malattie muscolo-scheletriche,


3.       
l’ipertensione,


4.       
il sistema cardiovascolare e respiratorio,


5.       
la risposta psicologica.


1.       
sono stati selezionati 11 articoli originali, 10 statunitensi ed 1 cinese. In
tutti i casi sono riferiti l’aumento della stabilità e dell’equilibrio e la
riduzione nel numero delle cadute.


2.       
sono stati selezionati 4 articoli originali, 3 statunitensi ed 1 cinese. In 3
studi sono riferiti l’aumento della mobilità funzionale e il miglioramento
della qualità della vita in pazienti anziani con osteoartrite o con altre
condizioni croniche disabilitanti. Un articolo descrive la mancanza di
efficacia nella diminuzione dei sintomi in pazienti con artitrite reumatoide.


3.       
sono stati selezionati 4 articoli originali, 2 statunitensi e 2 cinesi. In
tutti i casi è descritta la diminuzione della pressione, anche in pazienti in
fase di terapia post-infarto.


4.       
sono stati selezionati 17 articoli originali, 1 statunitense e 16 cinesi. Di
questi studi 15 riferiscono un miglioramento nella funzione cardiorespiratoria,
anche in pazienti anziani e in pazienti con bypass coronarico, mentre 2
rilevano assenza di miglioramenti.


5.       
sono stati selezionati 6 articoli originali, 1 cinese e 5 eseguiti in altri
Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada ed Australia. Tutti gli studi, escluso
quello eseguito negli Stati Uniti su 135 pazienti, descrivono la diminuzione di
ansia stress e depressione.


Taylor-
Piliae, nella sua metanalisi mette in relazione l’effetto della pratica del Tai
Chi con lo sviluppo delle capacità aerobiche. Prende in considerazione 8 studi
per un totale di 344 soggetti di età compresa tra i 50 e i 60 anni. I
risultati, espressi in volume di ossigeno/kg di peso corporeo al minuto,
indicano uno sviluppo maggiore della capacità aerobica nelle donne rispetto
agli uomini. Un aumento della capacità aerobica si riscontra anche in coloro
che praticano il classico stile Yang (108 movimenti) per un periodo di 52
settimane rispetto a soggetti che non svolgono alcuna attività fisica. Le
raccomandazioni conclusive indicano la pratica del Tai Chi come una possibile
forma di attività aerobica, facilmente praticabile, poco costosa ed accessibile
alla fascia di età che può trarne maggior beneficio.




Nel
maggio del 2003 il Dors ha sostenuto un programma di attività fisica sul luogo
di lavoro, nato spontaneamente su iniziativa dei collaboratori. E’ stato scelto
il Tai Chi sulla base dell’esperienza di alcuni colleghi ed è stato ricercato
un Maestro che potesse raggiungere la sede lavorativa. Sono stati invitati a
partecipare tutti gli interessati, che appartenessero o meno al gruppo DoRS.
L’attività consiste in un’ora e mezza di esercizio settimanale, fuori orario di
lavoro e con pagamento a carico di ogni lavoratore. La ginnastica viene
praticata in estate nel parco pubblico adiacente la sede, e in inverno in un
locale chiuso appartenente alla sede lavorativa. Non è stata promossa alcuna
campagna per spingere i lavoratori ad aderire; la partecipazione si è fondata
principalmente sulla sensibilità personale e sullo spirito di corpo.


Il
gruppo iniziale era formato da 21 colleghi, 9 uomini e 12 donne. Il 38% (5
uomini e 3 donne) ha abbandonato l’esercizio dopo 3 mesi, mentre 13 (62%) hanno
continuato a frequentare il corso. Dopo circa 1 anno si sono aggiunti 2 nuovi
partecipanti. Al momento il gruppo è costituito da 5 uomini e 10 donne. La
lezione settimanale conta sempre su una partecipazione di almeno il 50% degli
iscritti.


Dopo un
anno di pratica, i partecipanti descrivono uno sviluppo della consapevolezza
della propria postura ed un maggiore controllo delle posizioni che vengono
prese durante il lavoro. 2 persone riferiscono anche un aumento della calma e
della concentrazione. Non sono stati a tutt’oggi descritti miglioramenti delle
malattie muscolo-scheletriche, attribuibili probabilmente ad effetti a più
lungo termine. Altri effetti sulla salute devono ancora essere valutati.








Il Tai chi - benefico per le persone anziane

By:
Jody Cross


Nella
genetica nuovi indizi sulle cause dell’Alzheimer


La
giornata mondiale contro l’Alzheimer


Annunciato
lo sviluppo di un nuovo farmaco contro l’Alzheimer


Connessioni
tra l’Alzheimer e i valori della tiroide nelle donne


Dopo la
menopausa: effetti del sonno sul rischio d’infarto


La
pratica del Tai Chi ha origine secoli orsono in Cina. Monaci buddisti e preti
taoisti avrebbero studiato il movimento degli animali e del sistema solare, e
trasformato questi movimenti in esercizi designati a incrementare la forza e ad
aumentare la longevità.




Il Tai
Chi, così come è praticato oggi, comporta una serie di movimenti del corpo,
controllati armoniosamente e a basso-impatto, che includono un'andatura
graduale, lo spostamento dei pesi, e delle rotazioni, mentre il corpo resta
dritto e in posizione eretta. Questa disciplina è praticata molto lentamente,
regolarmente, e con delicatezza, con enfasi sulla continuità del movimento. Uno
dei principi chiave del Tai Chi è che non bisogna forzare nulla. E' concepito
come una lingua vivente del corpo, della mente e dello spirito.




I
benefici del Tai Chi si stanno dimostrando un utile complemento alla medicina
occidentale. Il Tai Chi aiuta a coltivare un equilibrio migliore attraverso il
miglioramento della coordinazione e il controllo corporeo nel corso dei
movimenti. Gli anziani, anche coloro oltre gli ottant'anni, ritengono che la
forza, l'equilibrio e la flessibilità sviluppati con la pratica del Tai Chi
siano di aiuto a estendere i benefici di una buona salute e di fiducia in se
stessi negli anni successivi.




La
capacità di focalizzare l'attenzione, che viene sviluppata nella pratica del
Tai Chi, non solo rilassa il corpo e la mente, ma aiuta a mantenere la vivacità
mentale. Il Tai Chi rinforza i muscoli, aiuta a ridurre lo stress, migliora la
concentrazione e aumenta l'energia.




La
comunità sanitaria studia continuamente gli effetti del Tai Chi sugli anziani.
Un gruppo di persone anziane, con una media intorno agli ottant'anni, prese
parte a uno studio condotto dall'Università dell'Illinois nel 2006. Nell'arco
di meno di sei mesi furono registrati nel gruppo forti miglioramenti
dell'equilibrio, del livello di energia, della flessibilità e della qualità del
sonno.




In un
altro studio effettuato alla Mayo Clinic, fu rilevato, negli anziani che
praticavano regolarmente il Tai chi, un sollievo ai sintomi di ansia, dolore
cronico e depressione, e inoltre, un miglioramento della coordinazione e una
riduzione del numero delle cadute. Oltre a ciò venne riscontrato anche il
miglioramento dello svolgimento delle attività fische quotidiane, fondamentale
per una vita autosufficiente. Altri benefici registrati dalla pratica del Tai
Chi comprendevano la riduzione dei dolori legati all'artrosi, della rigidità
delle articolazioni, e della pressione alta.




Il Tai
Chi è veramente accessibile a persone di tutte le età. Persino persone che
necessitano di tutori per la deambulazione possono partecipare a forme
modificate di Tai Chi. E' una pratica che non richiede un abbigliamento o
un'attrezzatura speciale, e può essere facilmente praticata ovunque, con rischi
minimi. I corsi vengono praticati nei centri per gli anziani, nei parchi, nei
centri sociali e nei centri sportivi.




Inoltre
il Tai Chi favorisce l'incontro con le persone, una maggiore fiducia in se
stessi e l'indipendenza.






Tai chi, un toccasana

per gli anziani



Numerosi
studi promuovono la disciplina orientale contro insonnia, colesterolo,
osteoporosi






Ha
perso ogni contenuto agonistico per diventare un sistema in grado di migliorare
la salute del corpo e della mente senza compiere sforzi particolari. Per questo
il tai chi (o taijiquan) è indicato anche per gli anziani.


La
pratica di quest'arte marziale cinese consiste nell'esecuzione di una sequenza
di movimenti che riproducono, al rallentatore, un combattimento con un
avversario immaginario.


«L'esercizio
rende il corpo più agile e flessibile e migliora la postura con grandi benefici
per schiena, spalle e collo, contrastando anche l'insorgere di artriti», spiega
Sergio Raimondo, docente presso la facoltà di scienze motorie a Urbino. E il
coordinamento tra respiro e mosse ha un effetto antistress.


Una
messe di studi si è affastellata in questi anni promuovendo il tai chi.


• Una
recente ricerca della University of California di Los Angeles ha dimostrato che
aiuta a combattere l'insonnia negli anziani.



Un'indagine della National Taiwan University è giunta alla conclusione che fa
abbassare i livelli di colesterolo e dei trigliceridi nel sangue degli
individui ad alto rischio cardiaco.


• Studi
della Harvard Medical School hanno attestato il suo ruolo nella difesa
dall'osteoporosi.


• Una
ricerca della Tufts University ha dimostrato che il tai chi attenua i sintomi
dell'artrosi del ginocchio.


Il tai
chi può essere praticato da tutti e anche per gli anziani non presenta alcuna
controindicazione


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Tai Chi Chuan: Così rafforza il sistema
immunitario






 


Sulla rivista
“Psychosomatic Medicine” sono riportati i risultati della ricerca effettuata da
un gruppo di studiosi californiani, dell’Università di Los Angeles, guidato da
M. R. Irwin, rinnomato nel campo della Psiconeuroimmunologia.



Essi hanno dimostrano gli effetti della disciplina sull’herpes zoster.



Gli obiettivi che si erano preposti erano:

accertare se davvero il Tai chi ha effetti di potenziamento della risposta
immunitaria verso i virus;

dimostrare il tanto elogiato effetto positivo sulla salute globale dei
praticanti.

Premesso che dopo aver contratto l’infezione da varicella, si forma una memoria
immunitaria basata su:

linfociti B capaci di produrre anticorpi specifici contro il virus;

linfociti T capaci di tenere a bada la riproduzione dei virus all’interno
dell’organismo.

Quest’ultima classe di cellule è veramente decisiva per impedire il
manifestarsi dell’herpes zoster, che, in realtà, è una riattivazione del virus
che ha prodotto la varicella.



L’invecchiamento ed il conseguente declino di questo tipo di immunità (detta
cellulo-mediata) favorisce l’insorgere della malattia.

Anche la depressione per il suo potere immunodepressivo, favorisce l’herpes;
pertanto dall’esperimento sono state escluse persone con problemi psichiatrici,
quali la depressione maggiore.



Tutti i partecipanti all’esperimento avevano contratto, in passato la varicella
e prima di iniziare è stata misurata loro, la reattività dei linfociti T
specifici per il virus della varicella zoster, non che le loro condizioni di
salute generale.



L’esperimento è stato condotto su un gruppo di ultrasessantenni, con annesso
gruppo di controllo. Essi hanno praticato per 15 settimane una forma
standardizzata di Tai Chi, 3 volte a settimana, con incontri di 45 minuti. Allo
scadere del periodo, il gruppo che ha praticato Tai Chi, ha fatto registrare un
incremento della risposta immunitaria del 50% in più rispetto al gruppo di
controllo. Il miglioramento fisico c’è stato per tutti ma è stato notevole
soprattutto per chi era partito con più disturbi.



Il motivo per cui il Tai Chi ha permesso di raggiungere tali risultati è che
tale disciplina diminuisce l’attivazione dell’asse dello stress e del sistema
nervoso simpatico che hanno notoriamente effetti soppressivi sull’immunità.

Il Tai Chi non è solo rilassamento ma anche ginnastica aerobica; pertanto porta
giovamento ai sistemi cardiovascolare, respiratorio e muscolo-scheletrico.
Ulteriori studi hanno documentato effetti positivi sulla muscolatura, sulle
articolazioni in soggetti artritici, sulla pressione arteriosa in soggetti
ipertesi. 


 


TAI CHI E DIABETE 


 Tratto
da:
AGI
Salute
, 2 Aprile 2008





Gli esercizi del Tai Chi aiutano le persone con diabete di tipo 2 a controllare la malattia,
dicono i ricercatori. Due studi separati hanno scoperto, in un programma di
esercizi durato 12 settimane, che questa disciplina cinese era riuscita a
potenziare il sistema immunitario e a ridurre i livelli di zucchero nel sangue.
Il Tai Chi, tradizionale arte marziale cinese, unisce respirazione profonda e
movimenti leggeri, favorendo il rilassamento. Entrambi gli studi, condotti uno
a Taiwan, l’altro in Australia, sono stati pubblicati dal British Journal of
Sports Medicine. Lo studio di Taiwan ha messo a confronto 30 persone con
diabete con 30 sane. In 12 settimane, i partecipanti hanno imparato i movimenti
del Tai Chi con un istruttore e un video che potevano guardare a casa. Si sono
allenati tre giorni a settimana, con lezioni di un’ora. Alla fine del
programma, i livelli di zucchero nel sangue erano scesi mentre il sistema
immunitario era potenziato (al contrario, l’attività fisica estrema può
deprimere il sistema immunitario). Lo studio australiano, più piccolo (solo 11
partecipanti) ha dato risultati simili. In più, sono stati notati anche altri
benefici: perdita di peso, diminuzione della pressione del sangue e
miglioramento della resistenza all’insulina.


 


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Tai Chi, elisir di
giovinezza


Nasce come un'arte di
combattimento potente e raffinata: la diversa coscienza posturale permette di
correggere problemi muscolari, tendinei ed ossei






MILANO, 10 novembre 2009 - Il Taijiquan, meglio conosciuto come Tai chi,
con i suoi movimenti lenti, continui ed aggraziati potrebbe sembrare a noi
occidentali, sempre tesi e indaffarati, un po’ anacronistico. Ma così non è, e
lo dimostra il numero crescente di persone che in tutto il mondo lo praticano,
proprio perché, in questo tempo sempre più veloce, il tai chi può aiutare a
ritrovare noi stessi e il nostro equilibrio psicofisico. Nonostante questa
crescente diffusione, intorno al tai chi esiste ancora una certa confusione.
L'immagine più comune di questa antica disciplina è quella di una sorta di
danza dai movimenti morbidi, il cui solo scopo é quello di guarire un’umanità
patologicamente stressata. E’ solo in parte vero, in quanto il tai chi in
realtà nasce come un'arte di combattimento molto potente e raffinata. Nella
maggior parte delle forme di Taijiquan oggi praticate nel mondo è comunque
tuttora presente la sostanza della scuola Chen, quella più antica. Un sistema
di studio che permette di sviluppare molte qualità, prima fra tutte il
rilassamento, condizione indispensabile per riuscire ad ottenere una buona
centratura, una maggiore elasticità, una corretta postura e che l’energia
vitale (Qi) inizi a fluire liberamente nel corpo. La diversa coscienza
posturale permette di acquisire la stabilità necessaria a correggere problemi
muscolari, tendinei ed ossei. La migliorata circolazione energetica, inoltre,
nutrendo il corpo, lo aiuta a mantenersi in buona salute.


In ogni lezione di tai chi
(mono o bisettimanale, della durata di circa un’ora e mezzo) durante
l’esecuzione dei singoli movimenti, si introducono gradualmente i principi
fondamentali: si impara così ad acquietare la mente, a muovere il corpo in modo
rilassato e consapevole, a calmare il respiro. Il Tai Chi Chuan può essere
praticato a tutte le età e per tutta la vita e, soprattutto, ovunque, proprio
come avviene in Cina. Ma il tai chi è anche molto di più. Grazie a una miriade
di studi effettuati da ricercatori di tutti i continenti, si sta imponendo
anche come uno strumento terapeutico di eccezionale valore. E così, mentre
scienziati australiani dimostrano che la sua pratica presenta significativi
benefici in chi soffre di artrite reumatoide e colleghi sudcoreani scoprono che
le cadute scendono del 31%, neurologi israeliani lo utilizzano nella
riabilitazione delle persone colpite da ictus e cardiologi di Harward lo
abbinano alla terapia standard dell'insufficienza cardiaca cronica.


Mabel Bocchi

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Analisi dei principi fondamentali del Tai chi e del qi gong
I


Tre sono gli aspetti fondamentali per la pratica
dell’energia interna: Regolazione del corpo (Tiao shen), Regolare la
respirazione (Tiao xi), Regolazione della mente (Tiao xin).


 


Praticare il Qi Gong e il Taiji Quan significa prendere
conoscenza ed approfondire la nostra consapevolezza delle regole della natura
che ci governano. Significa studiare il Qi, l’energia vitale che permea noi e
tutto l’universo; significa praticare questa energia, svilupparla, raffinarla,
scoprirne le modalità in cui si manifesta e i percorsi in cui fluisce e poterla
impiegare per fini che possano essere molto diversi e vanno dal campo
terapeutico al marziale allo “spirituale”.


            Parlando
brevemente del Qi Gong possiamo dire che si tratta di un argomento vastissimo
suddiviso in categorie e sottocategorie.


            Un primo
aspetto riguarda il Qi Gong medico, attraverso la cui pratica si possono
prevenire e curare malattie di vario genere.


            L’origine
degli esercizi terapeutici è il Qi Gong taoista. Questo perché la medicina
tradizionale cinese e il pensiero taoista hanno la stessa origine. I principi
fondamentali che stanno alla base della teoria medica cinese originano tutti
dalla conoscenza taoista del mondo naturale.


            Il Qi Gong
taoista comprende pratiche che servono per studiare e conoscere il mondo
naturale che comprende anche l’uomo e quindi si occupa sia della conoscenza
dell’uomo sia di come l’uomo possa unirsi ed entrare in comunicazione con la
natura. In particolare è stata approfondita la conoscenza della salute, ossia
di quali sono le condizioni di salute e quelle di assenza di salute e si sono
scoperte le leggi di funzionamento per esempio i famosi meridiani: percorsi
scoperti attraverso le ricerche taoiste di Qi Gong; e si è visto che questi
canali possono essere aperti o chiusi e si sono sviluppate tecniche
terapeutiche adeguate a liberare i blocchi che impediscono il fluire
dell’energia.


            Un altro
aspetto del Qi Gong riguarda quello che si è sviluppato nelle arti marziali.
Oggetto di studio dell’aspetto marziale è come usare l’energia per difendersi o
per attaccare un avversario. Anche nella categoria delle arti marziali ci sono
un’infinità di scuole che hanno sviluppato pratiche particolari.


            Tre sono
gli aspetti fondamentali per la pratica dell’energia interna:


1.         Regolazione
del corpo (Tiao shen) (ovvero) - mettere a punto il corpo ovvero mettere il
fisico in condizioni ottimali per la pratica.


2.         Regolare la
respirazione (Tiao xi) - chi vuole praticare Qi Gong seriamente deve per forza
gestire la regolazione della respirazione. Regolare la respirazione serve ad
entrare nella condizione giusta di pratica.


3.         Regolazione
della mente (Tiao xin) - la terza regolazione è la regolazione della mente
ovvero del cuore. La regolazione del corpo e della respirazione sono
fondamentali, ma senza la regolazione del cuore e della mente le prime due non
sono sufficienti. Dalla regolazione della mente dipende l’esito effettivo della
pratica (del Qi Gong) energetica interna. Quindi in realtà è forse l’aspetto
più importante delle regolazioni. Regolare il cuore significa regolare la
propria attività mentale, il pensiero e la propria volontà, la propria attività
mentale in senso lato.


 marcellotaichi@supereva.it


 


 


 


 


 


Rapporto tra corpo, mente ed energia


Una reale comprensione del concetto di energia, sia da un
punto di vista teorico che pratico, non puo' prescindere dalla dimensione
fisica e da quella mentale. I tre aspetti non possono essere trattati
separatamente perché costituiscono un tutt'uno inscindibile simile a un
ologramma, dove ogni parte contiene le altre, e il lavoro svolto su una
qualunque influenza in maniera diretta anche le altre.


 


Nel Taiji Quan, per evidenziare il profondo legame tra le
varie componenti, si dice che “la mente comanda, l’energia segue e il corpo
esegue”. Questo antico detto, oltre ad avvalorare quanto appena espresso,
definisce una sorta di gerarchia funzionale tra quelli che i maestri chiamano
le “I Tre Poteri o Le Tre Armonie ” e cioè:


1° - Il potere del corpo (Li),


2° - Il potere dell’ energia (Qi),


3° - Il potere della mente (Yi).


* Yi - Potere della Mente


Lo “Yi” lo potremmo definire il “primus inter pares” e il
‘trait d’union’ tra Li (dimensione fisica) e Qi (dimensione energetica).


Esso può, simbolicamente e sinteticamente, essere inteso
come la qualità di colui che perfettamente centrato nel proprio spirito
controlla sia il proprio corpo che la propria mente.


In realtà é una idea molto più complessa che coinvolge la
mente, nei suoi molteplici aspetti, il corpo, con le sue potenzialità e lo
spirito o Shen.


Secondo la tradizione cinese Yi ( il pensiero ) nasce
dall’energia spirituale o Shen, come tale rappresenta ‘il Pensiero o
l’Immaginazione Creatrice’, che si manifesta attraverso l’organo Xin o cuore (
dove il carattere Xin indica non solo il cuore inteso come organo, ma anche il
cuore come centro dell’attività mentale, quindi come sinonimo di mente ).
Infatti l’antico ideogramma Yi era composto dal carattere cuore con sopra il
carattere suono, che in senso lato può essere inteso come la “Voce o la
Risonanza del Cuore ” ). Queste relazioni tra energia spirituale ( Shen ) e
pensiero ( Yi ) e tra cuore ( Xin ) e pensiero, non sono in contraddizione ma
chiariscono in maniera precisa il luogo fisico nell’essere umano in cui questa
forza creatrice si manifesta. Non si dice forse: “ Ti parlo con il cuore in
mano “, quando si vuole intendere che si è profondamente sinceri?


Yi lo possiamo sinteticamente esprimere con ” cuore-mente ‘
che implica, quindi, il concetto di “consapevolezza intuitiva”; dove le due
parole “consapevolezza” ed “intuizione” sono intese nel loro significato più
pieno ( cfr. il libro “Le Tre Vie del Tao” - pag. 46 e pag. 180 ) e cioè la
capacità di “conoscere e di esserne coscienti” senza mediazioni “intellettuali”
in maniera diretta ed immediata, come implica la parola intuizione che
etimologicamente significa “essere in Dio” , dal greco en (in) e theòs (Dio) ,
che in senso lato é quella che i maestri chiamano “conoscenza del cuore”.
Opportunamente sviluppata permette una presa di coscienza delle potenzialità
del corpo e della mente. E’ lo stato in cui non c’é disarmonia tra pensiero ed
azione, in cui la consapevolezza si fonde con l’azione, facendo si che i
movimenti del corpo siano perfettamente allineati al flusso della nostra
“intenzione cosciente”, é una specie di “estasi” non mistica, che rappresenta
uno stato di fusione, di assorbimento totale in quello che si sta facendo,
dimentichi di ogni cognizione spazio-temporale. Alcuni grandi campioni sportivi
la chiamano la “Zona” e la definiscono come uno “stato” nel quale “l’eccellenza
delle prestazioni” non richiede sforzo alcuno.


Corpo, mente ed energia si fondono in un più alto stadio
dimensionale, che rappresenta la quintessenza delle potenzialità individuali:
lo stadio Spirituale o Shen.


Il Taiji rappresenta un metodo scientifico ( nell’accezione
più occidentale del termine) per sviluppare questo stato in maniera cosciente.
Da notare, infine, come ” Yi ” significhi anche “anticipare” ( E’ naturale, per
una scrittura composta da segni ideografici, avere molteplici significati per
una sola parola ). Importante nel taiji quan il concetto della mente che ‘
anticipa’ , che ‘intuisce’ le intenzioni dell’avversario.


Nel Taiji Quan e nelle arti marziali in genere Yi é
assolutamente basilare, perché i risultati che si otterranno dipendono
essenzialmente da essa. Per questo é opportuno cercare, nei limiti imposti
dalla parola scritta, di spiegarne i vari significati e specificare i
molteplici contesti in cui viene usata. Secondo l’ambito in cui agisce, Yi
assume sfumature a cui corrispondono significati con diverse valenze e diversi
livelli di realizzazione. Per la lingua cinese é normale sintetizzare in un
ideogramma concetti complessi che nelle lingue come quelle occidentali
richiedono lunghe spiegazioni ed é per questo Yi può essere tradotta come idea,
attenzione, intenzione e volontà cosciente (Yi Nian); consapevolezza, coscienza
e intuizione (Yi Shi). Vediamo quindi di stabilire questa ‘gerarchia
funzionale’ per una comprensione e un uso ottimale della stessa.


YI NIAN - attenzione, volontà cosciente, intenzione


L’attività della mente non si ferma mai, l’uomo normale é
continuamente coinvolto in un dialogo interiore senza sosta, che impedisce la
calma ed agita i pensieri come il vento le acque di un lago.


La quiete del pensiero cosciente, che presiede
all’equilibrio di tutte le attività dell’organismo, é la condizione minima
indispensabile che il praticante deve raggiungere per avviare il processo di
pacificazione (Jing) della mente (Yi). Il suo strumento principale é
l’attenzione, strettamente legata alla capacità di concentrazione, che a sua
volta, altro non é che la focalizzazione volontaria dell’attenzione.


Pacificazione, attenzione, concentrazione e intenzione, sono
strettamente correlate in una specie di “circolo virtuoso” che si autoalimenta.


Ci sono molti modi per entrare nel “flusso”, sicuramente la
capacità di focalizzarsi esclusivamente ed intenzionalmente su quello che si
sta facendo, in uno stato di profonda concentrazione ne rappresenta l’essenza.


L’Attenzione


“Attento come un gatto che punta un topo “ . Questa
immagine, spesso abusata, sintetizza in maniera esemplare, nell’immaginario
collettivo, l’archetipo della perfetta attenzione. Ma l’attenzione di cui
parliamo é di ordine diverso ed é peculiare dell’essere umano. Essa é nello
stesso tempo una delle capacità più elevate e meno sviluppate che possediamo:
l’attenzione cosciente. Vediamo, quindi, di chiarire la differenza sostanziale
che intercorre fra l’attenzione istintuale di un gatto affamato e l’attenzione
cosciente dell’essere umano. Il gatto non ha possibilità di scelta, l’istinto
della fame lo obbliga alla concentrazione totale di tutte le sue energie sul
cibo-topo. Tutti gli animali hanno queste risposte coatte e reattive sotto
l’impulso degli istinti fondamentali. Anche gli esseri umani sono soggetti a
questi stessi istinti che condizionano il comportamento é impongono una
attenzione intensa in determinate situazioni: pericoli di vita, forte
eccitazione sessuale ecc. . Questo tipo di attenzione non cosciente, non é il
risultato di una scelta, si produce automaticamente quando per un caso
fortuito, le condizioni interne (istinti, bisogni, desideri) e quelle esterne
coincidono.


La vera attenzione, al contrario, nasce dalla scelta
consapevole di orientare e focalizzare l’intento o volontà della mente nella
direzione scelta, indipendentemente da qualunque necessità o condizioni
esterne.


Questa capacità di astrazione, tipicamente umana, che
abbiamo chiamato attenzione cosciente opportunamente sviluppata é la condizione
indispensabile per una reale crescita interiore. Solo grazie ad essa possiamo
staccarci dalle situazioni contingenti e volgere all’interno il nostro sguardo
per attivare le enormi potenzialità interiori.


Un attenzione forte é frutto di un intento inflessibile .


Chi, dopo anni di pratica, non ha raggiunto dei risultati
apprezzabili lo deve, probabilmente, alla mancanza di attenzione e volontà,
senza di esse non si sviluppa la percezione della propria energia interna (Qi).
Molti sono i praticanti che, pur seguendo la disciplina con amore e diligenza,
non avendo sviluppato lo Yi nei molteplici aspetti appena esaminati, non fanno
progressi nella pratica, perché ingannati dalle loro stesse sensazioni non
riescono a decodificare i messaggi del corpo.


Allenare la mente


Yi può essere allenata come si allena un arto, cominciando
con piccoli esercizi di immaginazione creativa, fino ad arrivare alle
sofisticate tecniche, messe a punto da generazioni di maestri nel corso dei
secoli, quali l’imitazione degli animali e dei fenomeni naturali( il turbinare
del vento, la potenza devastatrice del lampo, il fuoco, l’acqua) che creano una
identificazione totale in grado di sviluppare straordinari poteri fisici e
mentali. Un semplice esercizio che può essere fatto é congiungere pollice
indice immaginandoli come un anello d’ acciaio, finché si riesce a tenere ferma
quest’immagine nella mente, diventerà molto difficile per chiunque separarli.
Altri esempi del potere eccezionale della mente sono gli atti compiuti sotto
ipnosi, in situazioni estreme di pericolo, o ancora la tremenda forza
dimostrata dalle persone colte da raptus isterici. Questo può succedere perché
ci sono determinati ’stati indotti’, in cui la mente in situazioni non
ordinarie quali malattie, stati allucinatori, pericoli, non più vincolata dai
normali parametri “razionali’, agisce senza senso di limite liberando fonti
inaspettate di energia. Questi ‘ stati indotti’ oltre che subiti, possono
essere creati sotto la guida del pensiero cosciente (Yi). Inizialmente si usa
la propria capacità immaginativa, poi, una vota appreso il meccanismo, tutto
avviene naturalmente senza sforzo cosciente.


Flavio Daniele


marcellotaichi@supereva.it


 


 


 


 


 


 


 


Il Potere della Mente


Tutte le arti marziali e in particolare il Taiji Quan, si
basano sullo sviluppo armonico di quello che i maestri chiamano il principio
dei “ Tre Poteri ” o delle “Tre armonie ”, e cioè: il potere della mente, il
potere dell’energia e il potere del corpo. Qui esamineremo la mente (lo
"Yi") come coscienza, consapevolezza, intuizione.


 


Il Potere della Mente


di Flavio Daniele


Tutte le arti marziali e in particolare il Taiji Quan, si
basano sullo sviluppo armonico di quello che i maestri chiamano il principio
dei “ Tre Poteri ” o delle “Tre armonie ”, e cioè: il potere della mente, il
potere dell’energia e il potere del corpo. Nel mio precedente articolo,
intitolato “Rapporto tra corpo, mente ed energia ”, abbiamo cominciato ad
esaminare il potere della mente (Yi ) inteso come idea, attenzione, intenzione
e volontà cosciente ( Yi Nian ), nel presente esamineremo lo Yi come coscienza,
consapevolezza, intuizione ( Yi Shi ). Ciò non rappresenta un inutile esercizio
intellettuale, ma è invece un passaggio obbligato, perché il Taiji è un arte
estremamente raffinata ed i suoi confini non sono limitati al campo marziale,
ma lo trascendono. Il significato che i maestri cinesi danno al termine Yi è
molto complesso e coinvolge in maniera interattiva la mente, nei suoi molteplici
aspetti; il corpo, con le sue potenzialità; e lo spirito.


Yi è l’alfa e l’omega, è il principio e la fine, è la luce
che illumina la mente.


Con Yi Shi il praticante incomincia un vero e proprio
processo di evoluzione interiore che lo coinvolge in maniera profonda .
Infatti, mentre Yi Nian, nei suoi vari aspetti di volontà, attenzione,
concentrazione, molto utili nella vita quotidiana, può essere priva di valenze
spirituali; Yi Shi al contrario, coinvolgendo aspetti metafisici dell’esistenza
umana, ne è ricca.


Così come le tre qualità di Yi Nian, che sono comuni a tutti
gli esseri umani, sono in base al loro livello di sviluppo quelle che fanno la
differenza tra un uomo di successo, in grado di orientare la sua vita vivendola
da protagonista e l’uomo velleitario e inconcludente che, invece, la subisce.
Alla stessa maniera lo sviluppo di Yi Shi (coscienza, consapevolezza,
intuizione), fa la differenza tra l’uomo di successo mondano, che non si pone
obiettivi di carattere spirituale ( un grande campione sportivo, un
imprenditore affermato o un famoso scienziato sono tutti esempi di personalità
che hanno sviluppato ad un buon livello volontà, attenzione e concentrazione )
e l’uomo che, invece, fa della trasformazione interiore e del miglioramento di
sé lo scopo della sua vita, espandendo la sua coscienza oltre i confini della
realtà fittizia dell’Io.


Coscienza


Quello che differenzia l’essere umano dagli altri esseri
viventi é la coscienza di sé, egli non solo sa e sente di esistere, ma é
conscio di ciò. Sostanzialmente si può parlare di due fondamentali stati di
coscienza: una di tipo biologico, bagaglio comune di tutti gli esseri umani; ed
una che possiamo chiamare metafisica. La prima, relata alla mente ordinaria,
nasce dai sensi e dall’attività di pensiero, il suo motto é il “cogito ergo
sum” di cartesiana memoria; la seconda, relata alla Mente Universale, é
metafisica e va oltre la comune attività di pensiero. La coscienza biologica o
ordinaria, legata all’Io, é dualistica: Io e inconscio, psiche e soma, soggetto
e oggetto, ragione ed istinto, cuore e cervello. La coscienza metafisica, al
contrario, frutto di una intensa fase introspettiva, scevra da ogni analisi
intellettuale, da ogni pensiero discorsivo e conclusioni logiche é senza ‘ Io
’. La coscienza metafisica si sviluppa attraverso la pratica della meditazione
e della pacificazione del pensiero cosciente, armonizzando i nostri pensieri
fino al punto di fermare il dialogo interiore ed operare il rovesciamento
dell’orientamento della nostra visione interiore dalla molteplicità all’unità,
dall’Io al non Io, dall’individualità all’universalità.


Le grandi tradizioni orientali, perfettamente consce di ciò,
hanno elaborato tecniche sofisticatissime per raggiungere lo scopo di bloccare
il “dialogo interiore” e rompere il “circolo vizioso” che mantiene in vita la
falsa “percezione” del mondo e sviluppare la vera consapevolezza., che si
manifesta quando la mente entra in uno stato di assoluto silenzio e non genera
più pensieri: - Si è consapevoli di “essere”, senza bisogno di pensare, per
esserne consapevoli - . Far tacere i pensieri, bloccare il dialogo interiore è
uno dei punti chiave per accedere ad una retta visione di noi stessi e della
realtà circostante.


Il silenzio interiore ed il vuoto mentale che ne consegue,
di cui parlano le tradizioni, sembrano per l’uomo ordinario un’opera titanica
difficilmente realizzabile che solo pochi individui particolarmente dotati
possono raggiungere. Infatti è così, sono veramente pochi coloro che riescono,
ma non tanto per una difficoltà intrinseca all’opera, ma piuttosto per un
approccio errato.


Così è, molto spesso, quando si approcciano le dimensioni
interiori, siamo noi stessi che con i nostri preconcetti mentali vanifichiamo i
nostri sforzi. L’ipotesi, che nel nostro caso rende impossibile la soluzione, è
che per sua “forma mentis” l’uomo occidentale è portato a pensare che tutto
passa attraverso un’attività di pensiero. Ma pensare di non pensare non produce
il “vuoto”, bensì un altro pensiero: si cerca di smettere di pensare pensando
allo smettere di pensare. E’ una situazione assurda e paradossale, che genera
solo frustrazione e dolore, senza apparente via d’uscita. Ma come spesso accade
la soluzione è più semplice del previsto, basta operare un cambiamento passando
a un livello logico superiore:


Il silenzio è semplicemente al di fuori della sfera di
attività del pensiero.


Il processo del pensiero è una delle attività umane più alte
e più nobili, ma per quanto grande è limitato, il problema è di comprendere
quindi che esso è solo una delle infinite forme di percezione e che restare
ancorati alla sua sfera di azione ci taglia fuori da tutte le altre realtà
dimensionali.


Vediamo quindi come praticamente possiamo procedere per
rendere possibile il raggiungimento di alcuni traguardi che ci permettono di
rendere più stabile e forte la nostra mente. Per farlo dobbiamo tracciare una
specie di percorso definendo in maniera chiara i passi fondamentali.


Il silenzio interiore e il vuoto mentale si generano l’uno
l’altro in un flusso circolare che si autoalimenta, però mentre il vuoto
mentale è silenzio interiore assoluto, in quanto vi é un’assenza totale di
pensieri, il raggiungimento dello stato di silenzio interiore non presuppone
automaticamente il vuoto mentale, né rappresenta solo la condizione
indispensabile ma non sufficiente . Per capire meglio dobbiamo chiarire la
differenza tra il “ semplice silenzio ” interiore, che consegue alla cessazione
del dialogo interno, e quello “ assoluto ” che consegue al blocco dell’attività
pensante della mente.


Il primo non presuppone un’assenza totale di pensieri, ma
solo la cessazione del loro fluire disordinato, caotico e rumoroso , il secondo
richiede non solo la realizzazione di determinate condizioni tecniche(
cessazione del dialogo, silenzio, blocco dell’attività pensante etc. ), ma
anche lo sviluppo di determinate caratteristiche di ordine spirituale, senza le
quali qualsiasi tecnica risulta completamente inutile. In una prima fase,
quindi, non si cerca di fare il vuoto mentale, ma solo di armonizzare
l’attività della mente spegnendo gradualmente il dialogo interno: si pensa non
in maniera discorsiva con parole, ma per immagini, un po’ come se sullo schermo
della mente si proiettasse un film senza sonoro. Nella mente c’è silenzio, ma
non assenza di pensieri: è come in una valle di alta montagna, ed i nostri
pensieri sono come uccelli che volteggiano silenziosi nell’aria.


Consapevolezza


La consapevolezza viene comunemente intesa come “essere
coscienti di …”, ma in realtà é qualcosa di più complesso che presuppone anche
un vero e proprio processo di conoscenza. Quindi: Consapevolezza come processo
dinamico di conoscenza che permette di prendere coscienza di…. . Una
conoscenza, ovviamente, che non scaturisce da un sapere esclusivamente mentale,
intellettuale e astratto; ma da un sapere di ordine diverso, diretto e
immediato che nasce dall’esperienza di tutto il corpo e la mente, un sapere che
é pratica attiva con tutto il proprio essere. Dopo questa definizione di
carattere generale, possiamo parlare per meglio precisare i contenuti di
diversi tipi di consapevolezza che, pur avendo identica funzionalità, sono però
differenti nel centro focale agendo a diversi livelli di sviluppo. Abbiamo così
la consapevolezza della forma corporea ( Xing ), dell’energia e della
mente-cuore ( Xin ). La suddivisione, data la loro naturale interdipendenza, é
solo formale non sostanziale, ogni problema inerente ad ognuna di esse ha
ripercussione sulle altre, come pure ogni cosciente miglioramento.


La consapevolezza corporea, che é il punto di partenza che
apre la strada alle altre due, possiamo definirla come’la conoscenza di se
stessi attraverso il corpo’.


Differenziazione ed Integrazione


Operativamente il praticante deve essere attento ad ogni
movimento e posizione del corpo, deve affinare sempre di più la sua capacità di
percezione delle variazioni toniche dei muscoli raffinando ulteriormente la
sensibilità cinestetica per sentire quali parti del corpo troppo tese devono
essere rilassate, e quali troppo deboli, invece, devono essere rinforzate, deve
rendere il suo corpo intelligente e vivo, deve essere in grado di differenziare
la parte destra dalla sinistra, l’alta dalla bassa, l’anteriore da quella
posteriore, il centro dalla periferia. Dalla differenziazione delle varie parti
strutturali deve essere in grado di passare all’integrazione, armonizzando la
destra con la sinistra, l’alta con la bassa….. e così di seguito in processo di
apprendimento sempre più sottile e raffinato in grado di ristabilire l’equilibrio
dinamico di tutta la struttura corporea in maniera efficace ed economica.


Senza sviluppo cosciente della consapevolezza corporea non
c’é progresso nella pratica perché non creandosi la fusione armonica tra Yi (
pensiero cosciente), Xing ( forma corporea) e Qi (energia interna) manca il
giusto modo di agire.


Infine, la consapevolezza della mente-cuore (Xin ), é la
presa di coscienza dei propri processi mentali e delle proprie emozioni; é una
attenzione continua ai propri stati interiori, che sviluppa la capacità
introspettiva della mente di osservare se stessa, la sua esperienza e le sue
emozioni.


Intuizione


“Il Pensiero di una Mente Pura é Pura Intuizione”


Quando la mente é libera dai pensieri che la distraggono, i
sensi funzionano in maniera chiara e finalizzata. Quando la mente é chiara e
trasparente come le limpide acque di un lago di montagna, allora riflette tutto
quello che le sta attorno. Questa capacità di una mente pacificata di entrare
in risonanza con l’ambiente circostante cogliendone le sottili sfumature
costituisce la base per lo sviluppo di un’altra caratteristica fondamentale:
l’intuizione. L’intuizione appartiene al regno dello spirito é come questo non
può essere allenata direttamente, é un frutto che sorge spontaneamente quando tutte
le condizioni coincidono. Come un contadino non lavora direttamente sul frutto,
ma sul terreno e sulla pianta, così per sviluppare l’intuizione bisogna
lavorare sul rilassamento e sulla pace interiore. Il contadino sa per
esperienza che per ottenere dei buoni frutti non deve forzare la natura, ma
deve seguirla e aiutarla nel suo compito. Non può tirare il grano per farlo
crescere più in fretta, ma deve avere una infinita pazienza per farlo giungere
a maturazione. Sa che non é lui a far maturare i frutti, ma é perfettamente
conscio degli sforzi quotidiani che deve compiere affinché la natura svolga la
meglio la sua azione. Analogamente si deve comportare il praticante. Ogni
tensione fisica o emotiva allontana l’obiettivo; andare oltre per eccesso di
tensione é lo stesso che rimanere indietro, in ambedue i casi non lo si coglie.
Bisogna liberarsi di ogni tensione e portare l’attenzione sui giusti mezzi e
sul giusto modo di fare; solo allora si svilupperà quella tranquillità che
assicura l’efficacia dello sforzo, un bel giorno l’obiettivo sarà raggiunto in
modo del tutto spontaneo. Sarà come cogliere un frutto maturo, un premio
naturale prodotto dall’unione armonica delle cinque qualità della mente (
Volontà, Attenzione, Concentrazione, Coscienza, Consapevolezza ), che sono,
metaforicamente, come le dita di una mano che agendo assieme staccano il frutto
maturo dall’albero.


Dalla volontà si sviluppa l’attenzione, e quando si é “
volontariamente attenti “ si sviluppa la concentrazione. Quando si è in grado
di “ concentrarsi volontariamente “ senza interruzioni per il tempo che si
desidera, allora si sviluppa una introspezione così costante da fare emergere
uno stato di coscienza più profondo, che produce una nuova dimensione di
esperienza personale in perfetta armonia con la nostra fonte più vera. Quando
questo avviene la mente si apre ad una conoscenza d’ordine superiore che
sviluppa la vera consapevolezza. La fusione armonica di queste cinque qualità
della mente aprono le porte della pura intuizione e lo Yi evolve nello Shen.


“Il Pensiero di una Mente Pura é Pura Intuizione”


“La Pura Intuizione é Pura Percezione”


“La Pura Percezione é Pura Sensibilità”


Sviluppare la sensibilità richiede un particolare lavoro sia
sul corpo che sulla mente, come una sensibilissima bilancia dobbiamo essere in
grado di percepire le differenze e le variazioni toniche dei nostri muscoli e
dei nostri stati emotivi, senza questa abilità non c’é apprendimento, ne
evoluzione nella capacità di apprendere. Rigidità ed eccessivo uso della forza
tolgono sensibilità , al contrario la sensibilità e la leggerezza affinano la
percezione così che anche una piuma che sfiora il corpo può essere avvertita.
Tutto il corpo e in particolare braccia e gambe debbono diventare come degli
acuti sensori che tengono sotto controllo l’ambiente circostante e
l’avversario, avvertendone ogni minima variazione così da adeguare
perfettamente ogni azione alla sua. Se non si sviluppa la sensibilità allora
bisogna imparare ad essere veloci per essere in grado di parare o schivare un
eventuale attacco, se invece si ha la perfetta percezione dei suoi movimenti lo
si può precedere anche con un movimento relativamente lento. Molto spesso le
tecniche più spettacolari nascondono, nella rapidità del gesto, una scarsa
percezione. I veri maestri non sono mai spettacolari, la loro azione é sempre
perfettamente calibrata, poco o niente traspare all’esterno, fuori sembra lento,
dentro é veloce come il fulmine.


“Chi é lento nello spirito deve essere veloce con il corpo”


Notizie sull’autore:


Flavio Daniele, laureato in ingegneria, vive a Bologna dove
insegna arti marziali interne (Taiji stile Chen e Yang, Xing-Yi), Qi Gong e Shaolin
kung-fu. Dirige la Scuola Italiana di Arti Marziali Interne NEI DAN per la
formazione di istruttori - Tel. 051 - 239578. Ha cominciato la pratica alla
fine degli anni sessanta con il Karate Shotokan ( 3° dan J.K.A.) e con lo Yoga.
E’ autore del libro “Le Tre Vie del Tao” - Meb Ediz. e di un video sul Taiji di
stile Yang (distribuito in libreria ) edito dalla Red.


Chi fosse interessato ad approfondire le arti marziali
interne può contattarlo allo 051 239578 oppure 0347 8701436


marcellotaichi@supereva.it


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Qì Gōng,


l’Arte di Trasformare
se stessi


 


Respirazione consapevole, posizioni
statiche e dinamiche contraddistinguono l’antica pratica del Qì Gōng. Una
disciplina che coinvolge mente, corpo e spirito donando salute e benessere
all’individuo.


Yoga, Tai Chi, Qì Gōng. Non si può dire
che l’Oriente non abbia coinvolto il nostro paese con le sue – antiche –
discipline. Anche se, relegare tutto ciò a semplici esercizi ginnici è
impossibile. Si tratta di vere e proprie forme di arte che coinvolgono corpo,
mente e spirito considerandole un’unica entità.


«Il Qì Gong è una disciplina olistica che
mira al benessere, alla crescita e alla trasformazione dell’individuo. Che
l’obiettivo sia ridurre lo stress, migliorare la resistenza fisica, aumentare
la vitalità, velocizzare il recupero fisico e mentale o migliorare l’equilibrio
e la concentrazione, il risultato finale sarà identico: migliorare se stessi.
E’ questo lo scopo principale del Qì Gong».


Il significato profondo e il concetto di
Qì Gong sono racchiusi proprio nel suo nome: «il termine Qì Gong è infatti
composto da due caratteri. Qì, inteso come energia universale e Gong
(originariamente Gongfu) che rimanda al concetto di uno studio o un allenamento
che necessita di molto tempo e fatica per essere portato a compimento. Il
concetto di Qì Gong può essere quindi interpretato come qualunque tipo di
addestramento o studio relativo al Qì che richieda tempo e fatica».


Si dice che questa antica disciplina
coinvolga tre tesori, chiamati Qi, Shen e Jing. «Per i cinesi, la parola Jing
ha diversi significati e può essere un verbo, un aggettivo o un sostantivo. In
quest’ultimo caso - che è quello che ci interessa maggiormente - significa
“essenza” e rimanda all’idea di una sostanza ancestrale. Nell’uomo il Jing
originario viene trasmesso dai genitori attraverso il concepimento e
costituisce la sorgente e la base della vita; in pratica è ciò che ci permette
di crescere. Poiché una volta venuti al mondo il Jing non può fare altro che
venire consumato, occorre imparare a conservarlo, custodirlo e migliorarne la
qualità».


 


«Anche il termine Qì ha infinite
traduzioni. Le più comuni rimandano all’idea di energia, forza materiale e
soffio vitale. Questo perché lo stesso ideogramma indica simultaneamente
qualcosa di materiale e immateriale. E’ perciò pensabile come un’energia che si
manifesta contemporaneamente su più livelli: fisico, mentale e spirituale. Il
Qì è condizionato da tutto ciò che ci circonda: dall’aria che respiriamo, dal
cibo, dallo stile di vita che teniamo e persino dalle nostre attitudini emotive
e dal nostro modo di essere».


Che dire invece, dell’ultimo “tesoro”, lo
Shen? «Anche questa ha molti significati: spirito, anima, mente, divino e
soprannaturale sono solo alcuni dei più conosciuti. I cinesi ritengono che
quando lo Shen si rafforza, in qualche modo l’uomo riesca ad avvicinarsi al
divino, a diventarne parte. Riesce a percepire tutto più acutamente e la mente
diventa più penetrante e ispirata. Questo perché lo Shen viene inteso come
insieme dei 5 aspetti mentali-spirituali dell’essere umano: L’Anima Eterea,
l’Anima Corporea, l’Intelletto, la Volontà e la Mente vera e propria.


 


Qual è dunque il fine ultimo del Qì Gong?


«La pratica del Qì Gong coinvolge i San
Bao (Tre Fondamenti) – così chiamati poiché solo attraverso la cura e il
mantenimento di questi preziosi Tesori si può ottenere salute e longevità –
poiché crea tra loro un rapporto di interdipendenza. Come prima cosa insegna a
consolidare e conservare il Jing, poi a trasformarlo in Qì e, successivamente,
a sublimarlo in Shen, la cui energia verrà in seguito utilizzata per
controllare il lato emotivo della personalità, riducendo gli stress della vita
quotidiana».


 


Il Qi può essere sotto il controllo della
volontà cosciente?


«Il sangue può forse essere controllato
dalla volontà? Perché in fin dei conti è di questo che si sta parlando. I
cinesi ritengono che il Qì sia veicolato nell’organismo attraverso il sangue e
i meridiani. Quindi a seconda che ci troviamo concordi con questo tipo di
pensiero daremo una risposta piuttosto che un’altra. Sono innumerevoli comunque
le storie e le leggende che narrano di maestri capaci di azioni incredibili, di
gesta eroiche e inimmaginabili, come sopravvivere a lame affilatissime o
praticare l’auto-guarigione immediata o ancora levitare, guarire a distanza o
effettuare viaggi astrali. A seconda delle tradizioni a cui si fa riferimento,
queste capacità verrebbero attribuite a percorsi differenti. Nel taoismo, per
esempio, esiste una particolare corrente che ritiene come alcune di queste capacità
siano la naturale evoluzione di un’attenta e mirata pratica energetica che, a
lungo termine, dovrebbe condurre il praticante eccellente all’immortalità».


 


Una forza immateriale, quindi, può
controllarne una materiale?


«Di nuovo dipende da che parte stiamo.
Alcune tradizioni, come il ramo taoista di cui abbiamo accennato sopra,
affermano che ciò sia possibile, altre tengono posizioni diametralmente
opposte, sostenendo che il Qì sia un’energia effimera, incontrollabile, come lo
è il sangue o il respiro».


 


In cosa consiste il Qì Gōng terapeutico?


«Il Qì Gong come sequenza di esercizi
corporei atti a contrastare malesseri e malattie per ripristinare il benessere
psicofisico, compare già nel più antico trattato di medicina cinese pervenuto
integro fino a noi, lo “Huangdi neijing Suwen - Il libro interno
dell’Imperatore Giallo - Domande semplici”. Tali esercizi, formati da sequenze
di movimenti lenti e fluidi, stimolando precisi ago-punti e lavorando in modo
mirato e continuativo sui 12 meridiani principali e sugli 8 meridiani
straordinari, permettono di mantenere e preservare una condizione generale di
buona salute. Questo, anche grazie al lavoro sulla respirazione che diventa
quindi la conditio sine qua non della pratica del Qì Gong. A sostegno di questo
concetto, la parola Qì: l’ideogramma, infatti, fino a non molto tempo fa veniva
tradotto in occidente come soffio e quindi respiro».


 


In Occidente si conosce – ma soprattutto
si applica totalmente – il vero e originale Qì Gōng?


«Probabilmente il vero Qì Gong non esiste.
O meglio. Qualsiasi pratica - sia essa statica o dinamica, interna o esterna,
terapeutica o meditativa – venga considerata utile al miglioramento della
propria condizione di salute, energetica o spirituale può essere considerata
vero Qì Gong, purché, come insito nel termine stesso, preveda un buon lavoro su
se sessi che includa inevitabilmente tempo e fatica. Ne esistono comunque
versioni molto antiche dalle quali sono state estrapolate le sequenze arrivate
oggi fino a noi.


Miglioramento del flusso sanguigno al
cervello, dell’ipertensione, delle funzioni renali e cardiache e persino delle
masse tumorali. Molti sono stati, negli ultimi anni, gli studi che hanno
evidenziato il ruolo positivo del Qì Gōng sulla salute.


Cosa ci può dire a riguardo?


«Originariamente la pratica del Qì Gong
veniva tenuta segreta, specialmente nell’ambito delle arti marziali o di
religioni come il buddismo e il taoismo; questo perché la conoscenza di
esercizi volti a raggiungere “l’immortalità” rimanessero a disposizione di
pochi eletti. Negli ultimi cinquanta anni questi segreti sono stati messi a
disposizione di tutti. In questo modo i medici hanno potuto constatare
attraverso studi scientifici la reale utilità del Qì Gong nel trattamento di
molte malattie di carattere cardiovascolare, polmonare, digestivo, endocrino,
nervoso e immunitario. La ricerca scientifica ha inoltre confermato che una
pratica costante di questi esercizi riduce l'ipertensione, aiuta a mantenere la
salute anche in età avanzata e ristabilisce la corretta connessione
corpo/mente/anima».


 


«Quindi, se siete persone curiose,
entusiaste, pazienti e con una forte predisposizione all’auto miglioramento, il
Qì Gong è la disciplina che fa per voi. Non importa quale sia il vostro sesso,
la vostra età o il vostro grado di allenamento o salute. L’importante è che
siate pronti a mettervi in gioco, a studiare, a dedicare del tempo a questa
meravigliosa arte e che il vostro obiettivo sia quello di raggiungere e
mantenere il benessere, sia esso fisico, psichico o spirituale».


 


Info: email
marcellotaichi@supereva.it, Tel. 349-4504749.

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Marcellotaichi:  
http://www.marcellotaichi.it/




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Un bellissimo e completo articolo sul Qigong:Taiji e
Qigong in quiete della professoressa Hu Lijuan a cura di Giulia Boschi


 


Il Qigong è un metodo completo ed ordinato di auto-training, fondato
sull’esercizio del pensiero e sul controllo-armonizzazione di corpo, respiro e
mente al fine di ottenere un miglioramento delle proprie condizioni
psico-fisiche.


Per quale motivo affrontiamo le tecniche del Qigong in quiete? La maggior
parte delle preziose tecniche di lungavita cinesi, raccomandano, per
esperienza, di preservare l’equilibrio fra quiete e movimento che naturalmente
caratterizza il nostro organismo. Per riuscire a sopravvivere però quasi
sempre, durante il giorno, ci troviamo in uno stato di eccessiva dinamicità o
ancora peggio siamo sottoposti ad una continua tensione e ad un’attività
eccessiva. Questo è il motivo per cui è così importante nutrire la quiete
interiore; quindi, per quanto riguarda le pratiche di lungavita, lo stile in
quiete risulta attualmente ottimale.


Nel Canone di medicina dell’Imperatore Giallo, nel primo capitolo si legge:
“Vuoti, in quiete, senza bramosia né ambizioni, l’autentico Qi li riempiva,
spirito ed essenza custoditi all’interno: da dove mai sarebbe potuta venire la
malattia?”. Ancora è scritto: “Padroneggiavano [le leggi di] cielo e terra,
tenevano in pugno lo Yin e lo Yang, esalavano ed inalavano Qi quintessenziale
(Jing Qi), nella solitudine preservavano lo spirito, e la loro carne era una
cosa sola…”. Queste due citazioni ci narrano in fine linguaggio che gli ‘uomini
autentici’ dell’antico passato, padroneggiavano le leggi delle trasformazioni
universali; conoscevano i tempi ed i meccanismi dei mutamenti di Yin e Yang e
mantenevano, nella loro vita quotidiana e nel corso dei loro pensieri, una 2
quiete serena. Senza bramosie né ambizioni, non nutrivano eccessive aspettative
o brame; erano arrivati alla conoscenza dell’arte di preservare lo spirito
quintessenziale all’interno, senza disperderlo in giro; nella solitudine
preservavano il loro spirito senza sprecarlo; compivano spesso pratiche di
respirazione ossigenandosi con l’aria fresca e riuscendo, in questo modo, a far
circolare liberamente per tutto il corpo il Zhen Qi “Qi autentico”: la sostanza
più sottile che sostiene e mantiene l’attività vitale del nostro organismo. Di
conseguenza erano al riparo dalla malattia e riuscivano ad ottenere l’unità di
corpo e spirito, vivendo molto a lungo in ottima salute. Queste due citazioni
del Neijing, rappresentano l’origine dei principi teorici sui quali si fonda
l’arte millenaria del Qigong di lungavita, tramandataci dai nostri antenati. Il
riferimento è al Qigong seduti in quiete. La porta d’accesso della vera pratica
Qigong in quiete è piuttosto difficile da varcare; bisogna utilizzare la
comprensione e la coscienza dello spirito perfettamente in pace, solo allora
sarà facile ottenere degli enormi vantaggi.


Alcuni
termini chiave


• Taiji
del Qigong in quiete:


Il Taiji del Qigong in quiete è un metodo di pratica del Qigong in quiete
basato sui principi teorici del Taiji. Il Taiji è il corpo del sistema YinYang.
L’abbracciarsi reciproco di Yin e Yang nel Taiji è ciò che dà nascita a tutte
le cose. Secondo la teoria del Taiji, ogni cosa ha un suo Taiji; anche il corpo
umano viene pertanto considerato come un Taiji: l’unione di Yin e Yang in un
unico sistema. Tutta la teoria della medicina tradizionale cinese, centrata sul
sistema Yin Yang e cinque fasi (legno fuoco terra metallo acqua), deriva dalla
scienza dei mutamenti la cui origine, chiave di volta e meccanismo principale è
il Taiji.


• Yin
Yang:


“Nel mutamento è il Taiji, esso genera i due emblemi”; I “due emblemi”
altro non sono che i due Qi dello Yin e dello Yang. L’attività opposta e
complementare di Yin e Yang è l’origine ed al contempo la forza propulsiva che
fa nascere, crescere e sviluppare ogni cosa nell’universo; nello Huangdi
Neijing ciò è espresso in questi termini: “Yin e Yang sono il Dao di cielo e
terra, il modello spaziale e temporale di tutte le creature, padre e madre di
ogni mutamento e trasformazione, la radice e l’origine di nascita e morte, il
deposito della luce dello spirito”. Secondo il Neijing è indispensabile che gli
individui preservino l’equilibrio fra Yin e Yang perché solo così è possibile
avere una vita normale [senza malattia]. Il Taiji 3 del Qigong in quiete punta
proprio a questo scopo: mantenere l’equilibrio dinamico di Yin e Yang che
regola la vita del corpo umano.



Movimento e quiete


Quiete e movimento sono i segni dello Yin e dello Yang: nel Suwen, cap. 7,
è scritto: “La quiete è ciò che si intende per Yin, il movimento è ciò che si
intende per Yang, “. La pratica del Qigong richiede principi e metodo, in altre
parole “Il movimento ha le sue leggi, la quiete i suoi requisiti”; “Questo è
ciò che si chiama lungavita: movimento e quiete secondo il Dao [legge]”



Qigong in quiete


Il Qigong in quiete richiede al praticante di mantenere il corpo nello
spazio senza una qualsiasi forma di movimento, ossia richiede di mantenere una
relativa immobilità fisica. Ma se si vede l’esercizio dal punto di vista del
Qi, allora c’è movimento: il Qi all’interno del corpo non è quiescente ma anzi
si muove più del solito ed il suo movimento si trasforma in modo ordinato, allo
scopo di equilibrare e fondere Yin e Yang, regolare ed armonizzare Qi e sangue,
sbloccare e mettere in comunicazione i meridiani, nutrire il Qi autentico,
mantenere il corpo forte e in salute e prolungare la vita. Nel Suwen, cap. 8, è
scritto: “Il cuore [la mente] è il sovrano di tutti gli organi, (…) se si
pacifica in basso la luce del sovrano e in tal modo si nutre il principio
vitale, allora si vivrà molto a lungo”. Questa frase sottolinea l’importanza
cruciale che hanno, nell’esercizio del Qigong, l’aspetto psicologico e
spirituale.


 


 


• Qi


Indica una sostanza estremamente sottile. L’uomo è nel Qi, il Qi è
nell’uomo. Se il Qi si accumula si nasce, se si disperde si muore. Esistono
molti tipi di Qi. Nel Neijing si parla dei sei Qi atmosferici: vento, caldo,
fuoco, secchezza, umidità, freddo. Si parla anche di Qi soggettivo – o Qi
terrestre – e di Qi oggettivo – Qi celeste-. Ci sono anche il Qi Yin, il Qi
Yang, il Qi quintessenziale (Jing Qi), il Qi patogeno (Bing Qi), il Qi ‘retto’
[difese immunitarie] (Zheng Qi), il Qi ‘deviato’ [patologico] (Xie Qi) ecc.
ecc. In breve, tutte le creature dell’universo hanno Qi e tutte sono immerse
nel Qi; però molti Qi che hanno un sapore, che hanno un colore, non riescono ad
essere né visti né odorati dai sensi del corpo.


Spiegazione
di alcuni principi del Qigong


Se si desidera praticare Qigong è bene prima avere chiari alcuni principi
essenziali, poi si studia la tecnica dell’esercizio e poi si debbono ben
comprendere i rapporti fra principi teorici e tecnica pratica.  “Il
principio è il criterio della tecnica; la tecnica è la misura del principio; se
i principi non sono corretti, la tecnica non è giusta, se la tecnica non
funziona, i principi non sono chiari”. La tecnica deve essere al servizio dei
principi, deve uniformarsi ai principi.


Innanzitutto è necessario entrare nell’ottica dell’importanza della vita e
della preziosità dell’essere umano. Nel Suwen, cap. 25, è scritto: “Fra ciò che
il cielo copre e la terra sostiene, fra tutte le possibili creature, non ve n’è
una più preziosa dell’uomo”; quindi si sostiene che fra tutte le cose, l’uomo
ha il maggior valore. Solo se si ha grande considerazione per la vita umana si
può dare valore alle pratiche di lungavita, dedicarsi alla ricerca delle leggi
che servono ad impadronirsi di una buona salute e della longevità e prevenire
le malattie. A che scopo illustrare le tecniche di lungavita a quelli che
prendono la vita alla leggera e spesso hanno comportamenti ed atteggiamenti che
feriscono il principio vitale o che addirittura – nei casi peggiori – portano
al suicidio?


 Dao
e De


Dao è la legge della natura. De è la conoscenza e l’esperienza del Dao. In
senso traslato si può anche dire che De è virtù. “Coloro che conoscono Dao non
vengono uccisi dal cielo, coloro che conoscono De non sono danneggiati dalla
terra; se Dao e De si compenetrano, il corpo non deperisce e non invecchia”.


Se si comprende la legge che regola la vita e la morte, si possono evitare
gli atti che danneggiano la vita. Se il cuore è virtuoso e si fa del bene, si
eleva lo spirito, l’animo sarà allegro e sereno e ciò sarà di enorme vantaggio
per una lunga vita in salute. Quando Confucio disse “la virtù fa vivere a
lungo” intendeva questo.


“La mia vita non è nelle mani del cielo ma nelle mie mani, tutto sta nel
modo di agire”. Un altro detto attribuito a Confucio recita: “Ci sono tre cose
che portano alla morte: se il luogo dove si dorme non è giusto, se si mangia in
maniera irregolare, se si eccede nel lavoro e nella fatica; le malattie che ne
derivano sono mortali”. E’ proprio quel che si dice: “non è nelle mani del
destino (non è il cielo che lo vuole) ma ce lo si attira da soli (siamo noi a
determinarlo). Soltanto se si entra in quest’ottica, di afferrare il proprio
destino e la propria vita, si potrà perseguire con entusiasmo l’arte di
longevità, indagare ed impadronirsi della scienza e del metodo di nutrimento
del principio vitale, ottenendo così una vita lunga e in piena salute.


 


 


 


 



Concetto dell’influenza del ‘cielo’ sull’uomo


Nello Huangdi Neijing Lingshu, cap. 79, è scritto: “L’uomo forma una triade
con il cielo e la terra e viene influenzato da sole e luna” L’ambiente ha
un’influenza reale sulla salute dell’uomo, bisogna praticare Qigong in un
ambiente tranquillo e pulito.



Concetto di unità fra forma corporea e spirito


“Spirito e forma si sostengono reciprocamente, tutte le loro trasformazioni
partono dal cuore [mente]” (Neijing) In questa breve frase è contenuta
un’affermazione teorica dalle vastissime implicazioni. Nel primo capitolo è
scritto: “Se la forma corporea non viene consumata lo spirito non si disperde e
si può arrivare a cent’anni”; nel cap. 13 si legge: “Chi ottiene lo spirito
prospera, chi perde lo spirito scompare” a ribadire cosa accade in caso
contrario.



Preservare la morbidezza


Nel Daodejing è scritto: “L’uomo quando nasce è tenero e soffice, quando
muore duro e rigido…la durezza e la rigidità sono il cammino della morte, la
tenerezza e cedevolezza quello della vita”. Chi pratica Qigong deve permanere
in un atteggiamento mentale di morbidezza e cedevolezza, nella “tenera
cedevolezza” c’è grande abbondanza di forza vitale, mentre la “forte rigidità”
è l’anticamera della vecchiaia e della morte. “Le cose robuste invecchiano”
“Ruotando il Qi si perviene alla morbidezza”; queste due frasi indicano il
raggiungimento di uno stato di grande sofficità fisica, come quella di un
neonato, che è pieno di forza vitale; in questo modo si potrà vivere a lungo e
in salute.


• Amare
profondamente i tre tesori


Jing [essenza] Qi e Shen [spirito] sono i tre tesori del corpo umano. Jing
è la sostanza quintessenziale che sostiene l’attività vitale dell’organismo.
Nel Neijing, cap. 1, si sottolinea più volte l’importanza del rapporto fra Jing
/ Qi e salute / longevità e si ammonisce: “Se il desiderio porta a disperdere
la propria essenza e a depauperare l’autentico [Qi], se non si sa come
preservare la pienezza [della propria energia]…a cinquant’anni si è già
decaduti”. Bisogna invece arrivare a “Far scorrere senza ostacoli il Qi e [il
sangue nei] vasi; avere sovrabbondanza di Qi renale; in questo modo si evita la
vecchiaia, si completa la forma corporea, si mantiene anche in età avanzata un
corpo forte e in grado di generare”.


Anche il Qi è una sostanza sottile e quintessenziale; è la base
fondamentale della vitalità psico-fisica, l’origine della vita e della natura
individuale, il sovrano della luce dello spirito [intelletto], la madre di
tutte le creature. Gli uomini nascono e vivono nel Qi, al Qi si deve la loro nascita,
crescita, 6 deperimento e morte. Chi spreca il proprio Qi muore prematuramente,
chi lo usa bene vive a lungo. Chi pratica le arti di lungavita deve dare la
massima importanza al nutrimento del Qi, non bisogna ‘emettere Qi’ a casaccio o
disperdere il Qi.


Shen rappresenta la condizione psichica dell’attività vitale ed anche la
nostra attività mentale. “Shen è figlio di Qi, Qi è madre di Shen” d’altro
canto anche lo Shen influenza il Qi; se lo spirito è irrequieto (come un
cavallo) il Qi si disperde, se ci si lascia travolgere dalle emozioni, il Qi
diventa caotico. In che modo nutrire e preservare Jing, Qi e Shen? “Gli occhi
non vedono e lo spirito si condensa, le orecchie non odono e si protegge
l’essenza, la bocca non parla e si nutre il Qi”. Se si tengono ben chiusi i tre
passaggi di occhi, orecchie e bocca allora si protegge l’essenza, si nutre il
Qi e si preserva lo Shen. Questo è ciò che deriva dall’accumulo delle preziose
esperienze degli antichi che ci indicano come la migliore pratica da realizzare
sia quella del Qigong in quiete.


• La
norma di flusso e controflusso


“Se si segue il flusso nasce l’uomo, se si risale il flusso si diventa
immortali; solo in questo sta il rovesciare al vertice” Questa frase indica che
bisogna ribaltare il normale processo vitale di “emissione all’esterno”
trasformandolo in un “risalire il flusso all’interno”; il che include
l’esercizio del “ritorno dell’essenza per nutrire il cervello” cioè utilizzare
ciò che viene normalmente disperso all’esterno per un nutrimento interno,
raggiungendo così lo scopo di allungare la vita.



Sapere quando (quanto) basta


In un certo senso, sapere quando qualcosa è sufficiente, rallenta il corso
del normale processo di esistenza, mentre non accontentarsi mai lo velocizza.
Nel Daodejing è scritto: “Non c’è rovina più grande che non riconoscere il
bastevole, non c’è luogo più vasto della concupiscenza; coloro che conoscono la
sufficienza non mancano mai di nulla” “Se si sa quando basta non si cade in
disgrazia, se si sa quando fermarsi si evita il pericolo, così si può durare a
lungo”. Se si conosce quando e quanto basta, si è sempre felici, si conquista
pace e serenità, si stabilizza il proprio cuore; tutto ciò è estremamente
vantaggioso per la pratica del Qigong e per la salute.



Seguire la natura


“La norma del Dao è la spontaneità” ; si richiede che l’essere umano
diventi una sola cosa con il mondo naturale. L’equilibrio di Yin e Yang nella
natura è il requisito fondamentale della nascita e del preservarsi in 7 vita di
tutte le creature del mondo. Se si perde questo equilibrio nasce la malattia e
si può arrivare a perdere la propria stessa esistenza. “Guardare troppo a lungo
danneggia il sangue, stare distesi troppo a lungo danneggia il Qi, stare seduti
troppo a lungo danneggia la carne, stare in piedi troppo a lungo danneggia le
ossa, muoversi tropo a lungo danneggia i tendini”: qualsiasi eccesso
contribuisce a far perdere l’equilibrio. Nell’esercizio del Qigong bisogna
sempre ricercare il centro, mantenere mente e corpo in armonia, riportare
l’organismo da una condizione sbilanciata ad un nuovo equilibrio.


Qigong di base


Per il Qigong di base è indispensabile la guida di un maestro.


Le sezioni del Qigong di base sono: attenzione sul Dantian, attenzione sul
Mingmen, attenzione sullo Huiyin; queste tre tecniche hanno, dal punto di vista
dell’attuazione e dell’utilizzo, dei punti in comune che sono:


• Fase
di preparazione


Prima dell’esercizio di Qigong è bene liberare vescica e intestino e
riposare in relax dai tre ai dieci minuti, senza pensare a nessun problema; in
questo modo è possibile tranquillizzare il cervello. Prima di accingersi
all’esercizio è bene slacciare la cintura dei pantaloni, al fine di facilitare
il movimento spontaneo del ventre, che segue la ‘respirazione’ del Dantian.



Posizione


Non si bada alla forma ma soprattutto alla naturalezza e comodità; il
Qigong si può fare in ogni modo, seduti, in piedi, proni o supini. Per aiutare
i lettori ad impadronirsi delle tecniche d’esercizio che abbiamo indicato,
vengono illustrate di seguito alcune fra le posizioni abituali generalmente
scelte per l’esercizio, per darne una visione d’insieme.


Posizioni
sedute


Sono fondamentalmente tre: quella libera, quella eretta e quella a gambe
incrociate (nelle sue varianti); la maggior parte dei praticanti preferisce
generalmente quella libera. °


Posizione
seduta libera:


si sta seduti comodi su una sedia, una panca o ai piedi del letto; le gambe
sono divaricate alla stessa altezza delle spalle, i due piedi ben poggiati per
terra, i palmi delle mani possono essere o appoggiati sulle cosce, oppure l’uno
sull’altro (il destro appoggiato sul dorso della mano sinistra o viceversa)
appoggiati davanti all’ombelico, come si preferisce. Oppure si stendono
leggermente le gambe in avanti con il piede sinistro poggiato sul destro o
viceversa. Bisogna essere naturali e rilassati. Se si è seduti sul letto, si
può anche tenere una gamba dritta e una  piegata con la pianta del piede
rivolta verso l’interno dell’altra coscia. Non esistono requisiti particolari
per la posizione della testa e della parte superiore del corpo, l’accento è
sempre sulla naturalezza e sull’agio.


Posizione
eretta


Si sta seduti su una sedia, con la schiena ben dritta, le anche sulla
stessa linea delle ginocchia, i due piedi allo stesso livello appoggiati per
terra.


 Posizioni
a gambe incrociate


Sono fondamentalmente due: quella con entrambe e ginocchia piegate
(posizione del loto) e quella libera.


Posizione
del loto
:


seduti sul letto con le ginocchia piegate, si porta innanzitutto il piede
destro sulla coscia sinistra e successivamente il piede sinistro sulla coscia
destra, mantenendo le rotule su un’unica linea; le due mani sono poggiate sulla
parte anteriore delle ginocchia; testa, collo e parte superiore del corpo sono
eretti naturalmente in maniera confortevole. Questa posizione risulta piuttosto
costrittiva per il corpo e per la mente, quindi sono in pochi a sceglierla.


Posizione
libera
:


Seduti sul letto, la gamba sinistra è piegata con il piede appoggiato su
quella destra che resta distesa in avanti (è anche possibile mantenere distesa
la sinistra e piegare la destra ); le due mani sono liberamente poggiate sulle
rotule oppure raccolte insieme davanti all’ombelico. Non è comunque necessario
adottare le posizioni che sono state illustrate, ci si può sedere nel modo più
abituale.


Principi
fondamentali del controllo della posizione


Il principio base delle posizioni sedute in quiete è quello della comodità
e della naturalezza, per questo prima di iniziare l’esercizio è bene accertarsi
che i vestiti siano comodi e che non ci siano cinture strette. La bocca è
lievemente serrata, l’arcata inferiore leggermente retratta, la lingua
appoggiata sul palato nel punto Tianchi [al centro della cavità del palato
leggermente spostato in avanti], la testa eretta, la schiena dritta, rilassati
ma non ‘sbragati’, dritti ma non rigidi. Le spalle ‘sprofondano’, i gomiti
verso il basso, le ascelle ‘vuote’. Il pollice ed il medio della mano sinistra
sono uniti ad anello, il pollice della mano destra, infilato nell’anello,
poggia sulla base dell’anulare della sinistra, le altre dita della destra
sovrapposte al dorso della sinistra nel mudra del Taiji; per le donne si inverte
la sinistra con la destra. Le mani sono appoggiate al ventre, lo sguardo,
dapprima spinto in lontananza, viene riportato all’interno; gli occhi socchiusi
o appena aperti. Il corpo non deve essere appoggiato da nessuna parte.


La
respirazione


Nel Qigong, in genere, quando si parla di esercizi si parla innanzitutto di
respirazione: respirazione naturale, respirazione latente, armonizzazione del
respiro, respirazione controllata, respirazione cefalica (testa gola),
respirazione interna, respirazione fisiologica, tecniche del “prendere ed
espellere” (Tu Na) ecc. ecc. Tutti questi metodi, che in genere si basano su
una respirazione naso-bocca con determinati requisiti, riguardano una
respirazione volontaria e artificiale che noi definiamo come “respirazione
cielo posteriore”. Un esercizio costante della medesima può anche permettere di
ottenere effetti terapeutici. La ‘respirazione’ richiesta da questo tipo di
Qigong è diversa da quella [volontaria] normalmente usata nelle tecniche
Qigong; si tratta di una “respirazione cielo anteriore”. Non stiamo perciò
parlando di una tecnica artificiale di controllo e regolazione della
respirazione toracica o addominale; ma piuttosto di una ‘respirazione’ che si
effettua in uno stato di quiete profonda, con la bocca delicatamente chiusa, la
punta della lingua naturalmente piana, la respirazione dal naso ‘chiusa’ con
l’immaginazione e i loci respiratori nei meati (Qiao) su cui ci si concentra.
La caratteristica essenziale di questo tipo di ‘respirazione’ “cielo anteriore”
è la ‘respirazione’ dei meati. Ciò che si intende per “chiusa con
l’immaginazione” non riguarda un effettivo blocco volontario del respiro, ma
piuttosto l’oblio dell’attività respiratoria; non bisogna assolutamente pensare
alla respirazione; solo così si perviene ad un respiro veramente spontaneo e si
prevengono tutti i disturbi che possono derivare da una respirazione
innaturale.


Tecniche
in quiete



Concentrazione sul Dantian


Si porta l’attenzione –come nei casi precedenti- al Dantian, a questo punto
però il metodo della ‘respirazione’ interna, unita allo sguardo interiore
dell’immaginazione (prima inspirando e poi espirando), non si utilizza come al
solito, bensì ci si mantiene centrati sul Dantian e si usa l’immaginazione
della vista interiore per una ‘respirazione’ alto-basso (ossia un movimento in
alto e in basso senza che l’ombelico si muova e senza pensare alla respirazione
da bocca e naso). Il movimento ascendente non deve oltrepassare il cuore,
quello discendente i reni (ossia l’osso pelvico che corrisponde al punto Qugu).
Esiste anche un’altra tecnica: quando l’immaginazione è arrivata al Dantian,
con la vista interiore e il movimento di ‘espirazione’ si porta il Qi dal
Dantian centrale al punto 10 Huiyin; con l’’inspirazione’ lo si riporta dallo
Huiyin al Dantian centrale. Con questa ‘respirazione’ itinerante si riesce a
stare seduti a lungo e perseverare nella pratica.



Concentrazione sul Mingmen


Una volta che l’attenzione è arrivata al Mingmen, lo si mantiene come
fulcro della concentrazione, operando dei movimenti [di Qi] in alto e in basso
(accompagnati dalla ‘respirazione’). L’ampiezza di questi movimenti in alto e
in basso non deve superare un totale di tre pollici.



Concentrazione sul Huiyin


Si tratta semplicemente di mantenere l’attenzione in quiete sul punto,
causando movimenti spontanei di contrazione e rilassamento di questo meato.
Quando si pratica questo tipo di Qigong, è necessario seguire questo ordine nei
tre esercizi: Prima il Dantian, poi il Mingmen, poi lo Huiyin. Per quanto concerne
la concentrazione sul Dantian superiore (meato ancestrale), poiché non è molto
semplice padroneggiare i tempi del ‘riscaldamento’, è facile che si possano
verificare problemi di salute. Quindi ad eccezione della tecnica di
trasformazione del Jing in Qi all’interno dell’esercizio di lungavita (in cui è
prevista una breve concentrazione su questo punto) in genere si evita di
adottare tecniche centrate sul Dantian Superiore. Se dovessero verificarsi
fenomeni come sensazioni di torsione o rigonfiamento del Qiao ancestrale oppure
movimenti involontari del medesimo, sarà utile riportare l’attenzione alla zona
del Dantian centrale.


Metodo
di conclusione dell’esercizio


Ogni volta, dopo essersi esercitati per un tempo determinato, si avverte il
desiderio di fermarsi e riposare; dirigendo la luce dello sguardo interiore con
l’immaginazione cosciente si compiono degli “avvolgimenti” concentrandosi sul
Qiao: prima dall’interno verso l’esterno con rotazione a spirale levogira
(ossia il movimento inizia da sinistra verso l’alto e ritorna sul lato
sinistro) 36 volte, quindi nello stesso modo si ‘gira’ dall’esterno verso
l’interno con rotazione destrogira per 24 volte. Questi sono i numeri che si
utilizzano per la rotazione della “grande rivoluzione celeste”. Le donne debbono
utilizzare un sistema diverso dagli uomini: prima da destra verso sinistra,
dall’interno verso l’esterno 36 volte, successivamente da sinistra verso
destra, dall’esterno verso l’interno 24 volte. Infine il pensiero ed il Qi
rimangono entrambi concentrati al centro 11 del Qiao [Dantian]; si immagina di
risucchiare il pensiero fino al punto Mingmen; quando il Qi è arrivato al
Mingmen (dove arriva il pensiero là arriva il Qi) il ventre naturalmente si
ritrae verso l’interno; successivamente si riporta l’attenzione in avanti nel
basso addome; il ventre, spontaneamente, si rilassa e lo Yuanqi [Qi
primordiale] confluisce nel punto Qihai e nel punto Guanyuan, contraendone
leggermente la superficie verso l’interno. Qui termina il metodo di chiusura.
Con una pratica assidua del Qigong, arrivati ad un certo livello, si possono
verificare spontaneamente dei movimenti di fine dell’esercizio come rotazioni
verso destra e verso sinistra. Questo metodo di conclusione permette di
conservare lo Yuanqi che si è ottenuto durante l’esercizio ed ha inoltre un
effetto di sblocco delle stasi e dei ristagni e di rimozione degli ostacoli
[alla circolazione del Qi]. Questo metodo di chiusura utilizza i movimenti
iniziali della “grande rivoluzione celeste est-ovest” [Mao Xi Da Zhou Tian]
approfondendoli ulteriormente.



Strofinarsi mani e viso


Si tratta dell’ultima azione dell’esercizio: una volta terminati tutti gli
“avvolgimenti” si comincia dallo strofinarsi le mani; il movimento è lo stesso
che si opera lavandosele, ossia coinvolge tanto i palmi che i dorsi.
Successivamente ci si strofina il viso.


Nota
importante:


Nel corso della pratica del Qigong, bisogna assolutamente fondarsi sul
principio di quiete, rilassatezza e naturalezza. Anche quando si arriva a
praticare delle tecniche precise, non bisogna mai eccedere nella cautela
attenendosi rigidamente alla tecnica, bisogna adattarla alle proprie esigenze.
Dobbiamo avere sempre molto chiaro che la tecnica è al servizio del principio;
quello che stiamo esercitando ora è “possedere per arrivare alla tecnica”;
bisogna avere come strumento alcuni metodi che ci aiutino ad entrare nella
“condizione Qigong”; in seguito, quando si perverrà ad un più alto livello di
“Qigong in quiete del non-agire” (Wu Wei Jing Gong), la tecnica perderà di
importanza; è quel che è espresso nel detto: “per attraversare il fiume serve
la barca, giunti sull’altra riva non serve più”.


Come
arrivare ad una quiete rilassata e naturale?


La quiete rilassata e naturale è la base fondamentale della pratica del
Qigong in quiete. Per i principianti bisogna cominciare dalla posizione seduta
eretta fino a quando non si raggiungono “Quiete, rilassamento e naturalezza”,
solo in seguito si può progredire sino al “quieto ambiente del non-agire”. 12
Rilassamento: è una condizione di assenza di tensione. Uno degli standard che
denotano uno stato di pieno rilassamento è l’apertura di tutti i pori della
pelle; quindi bisogna arrivare a questo per ritenere di aver raggiunto il
corretto rilassamento. Il rilassarsi consiste nell’allontanamento delle
condizioni (interne) di tensione; per la pratica del Qigong in quiete è
indispensabile liberarsi da ciò che provoca tensione; bisogna sbarazzarsi di
tutto lo stress accumulato nello studio, nel lavoro, nell’attività quotidiana o
a causa della condizione di malattia; solo così la pratica Taiji del Qigong in
quiete riuscirà ad ottenere vantaggiosissimi risultati.


Perché
si pone l’accento sul rilassamento?


La condizione di tensione interna può generare delle difficoltà di
circolazione di sangue e Qi all’interno del corpo, sino ad arrivare a dei veri
e propri blocchi di Qi e ristagni di sangue che degenerano in malattia. La
ricerca scientifica ha provato che quando il livello di tensione muscolare
supera il 60-80% la circolazione sanguigna viene completamente interrotta;
viceversa quando i muscoli sono completamente rilassati, l’apporto sanguigno
alle fasce muscolari risulta incrementato di 15-16 volte. Ecco qual è il
segreto del Qigong in quiete. Nel Suwen, cap. 39, è scritto: “con la rabbia il
Qi ascende, con la gioia si lega”, a specificare il ruolo che giocano le
emozioni nella condizione di tensione psicologica; esistono legami strettissimi
fra l’assetto emotivo e la circolazione di Qi e sangue. Lo scopo del
rilassamento è quello di migliorare la condizione del sistema nervoso ed
incrementare la circolazione di Qi e sangue.


Come
riuscire a rilassarsi?


1. Prima di tutto
bisogna tranquillizzarsi, stabilizzare il proprio assetto emotivo e al tempo
stesso togliersi dalla testa, uno dopo l’altro, i problemi di lavoro o di
studio.


2. Slacciare la
cintura, svuotare vescica e intestino liberandosi di tutte le sgradevoli
sensazioni di urgenza a questo riguardo.


3. Rilassare tanto la
mente quanto i muscoli, avvertire il capo leggero e rilassato. Prima di sedersi
massaggiare un po’ le zone che eventualmente danno qualche fastidio o risultano
dolenti, muovere le articolazioni dei quattro arti e stirare i tendini.


4. Cercare la posizione
che risulta più comoda e che si possa mantenere per lungo tempo; ossia la
posizione che dà meno tensioni e nella quale si riesca ad ottenere il massimo
rilassamento.


5. Durante l’esercizio
non bisogna esagerare con l’utilizzo dell’intenzione cosciente, non bisogna
ricercare a tutti i costi il risultato. Altrimenti si entra necessariamente in
una condizione di tensione. Quindi è molto importante nella fase in cui si
concentra l’attenzione farlo secondo il “concentrarsi e non concentrarsi” “ora
c’è ora si dimentica” “non trascurare e non aiutare” ossia secondo il principio
base del “seguire la natura”.


Si può utilizzare intenzionalmente l’immaginazione per rilassare le zone
contratte, ma non bisogna eccedere nella concentrazione. Ci sono due aspetti:
da una parte si sottolinea l’importanza di un rilassamento completo dall’altra
si ricerca un rilassamento relativo, non bisogna forzare; ad un rilassamento
ottimale si può arrivare solo con un certo periodo di pratica.


Quiete


Per quanto riguarda la quiete, non si tratta di quiete assoluta, si tratta
di una condizione di relativa stabilità ad un certo stadio del movimento
materiale. Entrare in uno stato di quiete durante l’esercizio è un fenomeno che
dimostra l’essere pervenuti ad uno stato di grande pace in cui sono interrotti
i rapporti con il mondo circostante; uno stato sereno, rilassato, confortevole.
I sintomi che corrispondono ad uno stato iniziale di rilassamento sono :
sensazione di agio e leggerezza, respirazione leggera, assenza di pensieri
negativi, oppure capacità di liberarsi subito da pensieri negativi appena
compaiono. Riuscire a pervenire anche solo una o due volte durante l’esercizio
ad uno stato di totale assenza di pensieri porta ad una condizione di benessere
davvero speciale. Un rilassamento avanzato prevede di ‘guardare senza vedere’,
‘sentire senza ascoltare’, di ottenere una respirazione ininterrotta con la
comparsa a volte di sensazioni piacevoli di lucentezza o di leggeri formicolii.
Ad uno stadio ulteriore si perviene ad una condizione di perfetto vuoto e
perfetta quiete, dove si avverte il movimento del Qi; questo è ciò che si
intende per “all’apice della quiete è il movimento”.


Perché
si pone l’accento sulla quiete?


Quando l’attività fisica ha raggiunto uno stato di relativa immobilità,
essa cambia quantitativamente ma non qualitativamente; per questo appare sempre
all’esterno come una condizione di quiete immobile. Da questo punto di vista si
può sostenere che la quiete allunghi il lasso vitale rallentandolo, mentre al
contrario lo stress lo accorcia con la concitazione e la fretta. Ci sono
persone talmente impegnate che dimenticano di mangiare e lavorano giorno e
notte. Senza dubbio stanno 14 accorciando il loro tempo di vita con questo
ritmo forsennato; accelerano la combustione del ‘fuoco’ vitale. Nell’esercizio
del Qigong in quiete, si alimenta il fuoco vitale per farlo bruciare più
lentamente possibile per arrivare ad allungare il nostro tempo di esistenza.
Laozi diceva: “Un giorno di quiete riporta alla vita”. Noi diciamo che la
quiete può portare un individuo a “invertire la rotta” e questo è nei fatti un
appello a perdurare rivolto al tempo, alla giovinezza, alla vita.


Come
entrare in uno stato di quiete


1. Bisogna approntare
per bene ogni cosa prima di iniziare l’esercizio, solo così si riesce a
praticare tranquilli. Se il cuore non è in pace, il Qi non si armonizza e
quindi diventa difficile entrare in uno stato di quiete.


2. Bisogna avere
pensieri positivi per entrare in una piacevole condizione d’animo. Lo spirito
deve essere allegro, felice, ottimista. Così diventa facile entrare nello stato
di quiete. Per questo si dice “il pensiero positivo è il primo passo per
entrare in uno stato di quiete” oppure “il cuore tranquillo, lo spirito gaio,
senza cercare la quiete essa arriva da sé”.


3. Esercitarsi in un
ambiente possibilmente silenzioso ma si può anche esercitarsi nell’abilità di
“trovare la quiete nel rumore”


4. La posizione deve
essere comoda e naturale, con il corpo rilassato; così diventa facile entrare
nello stato di quiete.


5. La respirazione deve
essere morbida e sottile, così diventa facile entrare nello stato di quiete.


6. Per chi soffre di
qualche problema fisico è bene fare precedentemente massaggi o altre terapie e
trovare la posizione che più si adatta alla propria condizione.


7. Si può utilizzare il
metodo del conteggio del respiro per allontanare i pensieri che disturbano; una
espirazione e un’inspirazione valgono uno, si conta fino a dieci, da dieci fino
a cento…quando non si affacciano più alla mente pensieri negativi si può
sospendere il conteggio e mantenersi naturali.


Oltre a tutto ciò, bisogna ancora prestare attenzione ad altre due
questioni: anche per pervenire ad una buona condizione di quiete è necessario
un certo periodo di esercizio, non bisogna ricercarla a tutti i costi,
altrimenti non la si troverà mai perché già il ‘cercare’ è una condizione di
disturbo della mente; è un pensiero che può determinare uno stato di
eccitazione interrompendo la continuità dello stato di quiete raggiunto in
precedenza.  La seconda questione riguarda la necessità di non generare
“cattivi pensieri” durante l’esercizio di Qigong; tipo evocare fatti che ci
hanno fatto arrabbiare o che hanno provocato emozioni negative, altrimenti
cuore e spirito non potranno stabilizzarsi. Se si dovessero verificare
condizioni di questo tipo è meglio interrompere l’esercizio.


Riguardo
al “seguire la natura”


Il metodo tradizionale del Qigong in quiete pone un grande accento sulla
necessità di essere spontanei e naturali: “La norma del Dao è la spontaneità”.
All’inizio della pratica ci vogliono dei metodi precisi, ma quando si opera
bisogna assolutamente conformarsi alla naturalezza; solo se c’è naturalezza ci
può essere una sensazione di benessere e solo così si possono ottenere
risultati evitando effetti collaterali. Arrivati ad un alto livello di pratica
in quiete appaiono solo fenomeni spontanei; tutto è molto naturale, bello,
gradevole; non c’è metodo, si torna alla naturalezza. Se durante l’esercizio in
quiete dovessero verificarsi movimenti di Qi o improvvisi scossoni, non bisogna
alimentarli volontariamente, bisogna lasciare che essi siano del tutto
naturali, il movimento potrebbe ad un certo punto fermarsi, allora si può
procedere alle tecniche di chiusura dell’esercizio. Se si verificano movimenti
esterni di una certa ampiezza, si può pensare al punto Yongquan al centro della
pianta dei piedi, si può schiacciare con il pollice e l’indice della mano
destra la base dell’anulare della sinistra (per le donne il contrario) e
compiere alcune respirazioni profonde, così si potrà gradualmente calmare il
movimento; aggiungendo qualche tecnica di chiusura si potrà riconquistare
ancora di più uno stato di quiete.


Attualmente il Qigong cinese si presenta in svariate forme e scuole, con
mille forme e cento condizioni, confondendo e disorientando chi vi si avvicina
e portandolo a non sapere su che percorso incamminarsi. Noi vorremmo pregare
tutti di tenere a cuore l’insegnamento degli antichi saggi: “Il grande Dao è
estremamente semplice è estremamente facile”. Ciò significa che tutti i grandi
metodi del Qigong centrati sull’adesione alle leggi naturali e alla spontaneità
sono i più facili ed i più semplici mentre i metodi che confondono con
multiformi misteri spesso servono solo a gettare fumo negli occhi. Il metodo
del Taiji Qigong che è stato trasmesso, comprese le tecniche di Qigong in
quiete e i suoi principi fondamentali, non è un metodo che richieda dieci o
quindici giorni per essere appreso; bastano cento minuti d’orologio e lo si può
insegnare fino in fondo; davvero si può dire che sia semplice e facile. Ma la
vera radice della 16 questione non è nella tecnica ma nel [costante] esercizio.
Chiunque, avendo chiari i principi esposti, si eserciti con impegno e costanza,
può essere sicuro di ottenere lungavita e salute.





 




 


 


BENEFICI DEL QI GONG


Il Qigong è praticato, con nomi diversi, in Cina da migliaia
di anni, allo scopo di prevenire e curare le malattie, per migliorare e rendere
la vita quotidiana più piena e soddisfacente, per migliorare le performance
fisiche e psichiche negli ambiti lavorativi e marziali.


 


Il Qigong è profondamente diverso dalle altre arti della
salute, della cultura fisica, e dagli sports. Nel Qigong l’attenzione è posta
all’interno del corpo e all’ambiente esterno, e non vi è alcuno spirito
competitivo. Il Qigong migliora la coordinazione e scioltezza, affina la
coscienza, regola la respirazione, coltiva la “virtù” (“de”). Queste azioni
sono promosse dalla mente che, come si dice nel Qigong, “muove l’energia che a
sua volta muove il corpo”, il tutto con accento sullo stato di rilassamento. Il
Qigong può ridurre il consumo di energia corporea e regola le attività
fisiologiche.


 


 


Il concetto di “energia”, “qi” in cinese, è uno dei più
importanti tra quelli fondamentali legati alle pratiche della salute. Qi si può
tradurre con “energia”, “energia vitale”, “forza vitale”, “energia
elettromagnetica universale e individuale”. Nel pensiero cinese si crede che il
Qi permei l’universo e che tutte le cose dell’universo siano diverse
manifestazioni del Qi. Il Qi dell’universo è chiamato nel Zhineng Qigong
“hunyuanqi”.


 


 Benefici


 


Rinforzo della salute, longevità, prevenzione e cura delle
malattie.


 


Molti praticanti Occidentali, oltre che molti medici di MTC,
guardano al Qigong come ad un set di esercizi che possono recare benefici alla
salute attraverso la riduzione dello stress.


 


Fin dall’inizio degli anni ’80 in Cina molti scienziati
intrapresero studi per accertare i benefici medici del Qigong. Da allora,
ricerche su centinaio di applicazioni mediche sono riportate nella letteratura
scientifica in Cina.


 


La maggior parte dei lavori di ricerca originali sono in
Cinese, ma è possibile un accesso in Cinese per molti di essi attraverso la
bibliografia e gli atti di conferenze internazionali sul Qigong.


 


Dal 1896 ben dieci conferenze internazionali hanno
pubblicato un totale di 840 abstracts dei lavori, e più della metà in Inglese.


 


Studi clinici sugli effetti del Qigong su pazienti ipertesi


 


Molti gruppi di ricerca in Cina hanno investigato sugli
effetti del Qigong sull’ipertensione arteriosa. La ricerca di Wang, Xu e coll.
dell’Istituto sull’Ipertensione di Shanghai è servito come lavoro pilota per
molti effetti che il Qigong può avere su organi e funzioni organiche. In questi
studi i pazienti praticavano lo “Yan Jing Yì Shen Gong” per 30’ due volte al
giorno. Questo Qigong è noto per la sua speciale azione terapeutica e
anti-invecchiamento. La pratica consiste in una combinazione di meditazione da
seduti e leggeri movimenti fisici che portano a calmare la mente, rilassare il
corpo e regolare il respiro.


 


Nel 1991 il gruppo di Shanghai ha riportato uno studio
controllato durato 20 anni sugli effetti anti-invecchiamento del Qigong su 204
pazienti ipertesi. Successivamente hanno condotto un follow-up a 30 anni su 242
pazienti ipertesi, e più recentemente uno studio di 18-22 anni su 536 pazienti.
I pazienti furono assegnati in modo casuale a due gruppi. Il trattamento
farmacologico ipotensivo fu condotto nello stesso ospedale e era
standardizzato. Nessuno dei pazienti fumava.


 


a. Pressione sanguigna


 


Nel secondo lavoro su 242 pazienti la pressione arteriosa fu
monitorata in 122 pazienti nel gruppo Qigong e in 120 nel gruppo controllo. Nei
primi due mesi la pressione arteriosa, in risposta al trattamento ipotensivo
farmacologico, scese in entrambi i gruppi. Successivamente, e per un periodo di
20 anni, il risultato rimase stabile nel gruppo Qigong, mentre ebbe un aumento
nel gruppo di controllo.


 


b. Mortalità ed eventi di ictus


 


L’incidenza di mortalità e ictus nello studio di 30 anni
sono mostrati nella Fig. 10. I risultati mostrano che la pratica del Qigong
abbassa del 50% l’incidenza totale di mortalità, delal mortalità causata da
ictus, e degli eventi di ictus. Alla fine dei 30 anni, erano sopravvissuti 86
pazienti nel gruppo Qigong e 68 nel gruppo di controllo. Questi risultati
dimostrano con chiarezza che il Qigong ha un potenziale significativo di
prevenzione dell’ictus e di estensione della vita.


 


Azione sul meccanismo dell’invecchiamento e conseguenti
cambiamenti sintomatologici


 


Per studiare il meccanismo per mezzo del quale il Qigong
migliora la salute, fu condotto uno studio controllato su 100 pazienti con
demenza presenile o senile. I pazienti furono divisi in due gruppi di 50
soggetti per gruppo con una età media di 63 anni e omogenei per età e sesso. Il
gruppo di Qigong praticò una combinazione di esercizi statici e dinamici. Il
gruppo di controllo praticò esercizi fisici come il camminare, la camminata
veloce, la corsa lenta. Secondo la MTC l’80% dei pazienti di ciascun gruppo
rientrava nella sindrome Deficit del Qi e del Jing. Furono usati come
indicatori diverso segni e sintomi come performance mentale, funzioni sessuali,
assetto lipidico ematico, funzioni endocrine.


 


Dopo sei mesi, 8 su 14 dei principali segni e sintomi nel
gruppo Qigong migliorarono di più dell’80%, mentre nel gruppo di controllo non
si superò il 45% di miglioramento. Questi risultati suggeriscono che il Qigong
può invertire il processo di deterioramento sintomatologico legato
all’invecchiamento, con risultati superiori agli esercizi del camminare e della
corsa.


 


Aumento dell’attività dell’enzima anti-invecchiamento SOD


 


La superossido dismutasi (SOD) è prodotta naturalmente dal
corpo, ma la sua attività declina con l’età. La SOD è un enzima
anti-invecchiamento perchè sembra possedere una attività anti-radicali liberi,
la cui produzione endogena è legata ai processi dell’invecchiamento. Uno studio
di Xu H. e coll. ebbe come scopo quello di verificare gli effetti del Qigong
nel trattamento dei disturbi di una popolazione di pensionati, e incluse la
determinazione plasmatica del SOD.


 


Per lo studio, 200 pensionati, 100 maschi e 100 femmine, con
un range di età di 52-76 anni, furono diviso in 2 gruppi: un gruppo Qigong e un
gruppo controllo, ciascuno composto da 50 maschi e 50 femmine. Il principale metodo
di QiGong fu l’Emei Nei Gong (un metodo della Scuola Emei di Qigong), e fu
praticato per un minimo di 30’ al giorno.


 


Il risultato dimostrò che il livello di SOD aumentò nel
gruppo Qigong, raggiungendo circa i 2700 µ/g Hb, mentre nel gruppo di controllo
non superò i 1700 µ/g Hb, con una differenza statisticamente significativa
(p<0.001). Questo studio dimostra che la pratica del Qigong può stimolare il
metabolismo, promuovere la circolazione nei meridiani e regolare la
circolazione di Qi e sangue, e di conseguenza prevenire e trattare i disturbi
dell’invecchiamento e promuovere la longevità.


 


Funzioni cardiovascolari


 


Molti studi rivelano i potenziali benefici del Qigong nel
miglioramento delle funzioni cardiovascolari sia in cardiopatici che negli anziani.
A sostegni di questa affermazione si riportano tre lavori scientifici svoltisi
in condizioni di altitudine estrema (soggiorno i Tibet).


 


Prima di soggiornare in Tibet, 66 giovani sani furono divisi
in due gruppi: un gruppo Qigong di 32 maschi che praticarono Qiyuan Qigong per
4 settimane, e un gruppo di controllo di 34 maschi che si esercitarono nella
danza. I due gruppi entrarono in Tibet senza un periodo di acclimatamento
graduale all’altitudine. Prima e dopo l’ingresso in Tibet furono misurati la
pressione arteriosa, le condizioni cardiache, il consumo di ossigeno, la
microcircolazione a livello della mucosa linguale, la temperatura al punto di
agopuntura PC8-Laogong (al centro del palmo della mano) alla mano sinistra. Il
gruppo Qigong ebbe valori migliori in tutti i parametri considerati
(p<0.01). La ricerca suggerisce che il Qigong può prevenire lo stress da
altitudine.


In un secondo studio sui cambiamenti ad alta quota, 120
giovani maschi furono divisi in tre gruppi. 40 soggetti furono assegnati al
gruppo Qigong e praticarono Qiyuán Qigong per 4 settimane prima di entrare in
Tibet; 40 soggetti furono assegnati al gruppo di controllo e si esercitarono
nella danza per 4 settimane prima dell’ingresso in Tibet; 40 soggetti vivevano
già in zone ad alta quota (gruppo residenti). I risultati mostrano che i valori
di controllo dei sintomi legati alla permanenza ad alta quota senza precedente
acclimatamento furono migliori nel gruppo Qigong rispetto a quelli del gruppo
di controllo (p<0.01 a 0.05). La ventilazione polmonare nel gruppo Qigong fu
significativamente migliore rispetto al gruppo di controllo (p<0.01 a 0.05),
e praticamente uguale a quello del gruppo residenti.


 


In un terzo studio, piloti d’aereo furono divisi casualmente
in due gruppi: un gruppo Qigong di 22 maschi che praticarono Qiyuan Qigong per
otto settimane, e un gruppo di controllo di 18 maschi che praticò diversi tipi
di esercizio fisico per otto settimane, prima del loro ingresso in Tibet. Fu
misurata la microcircolazione all’apice della lingua e al punto PC8-Laogong
della mano sinistra. Quando i soggetti raggiunsero in aereo l’alta quota,
furono misurabili anormalità circolatorie in entrambi i gruppi. Le variazioni
furono statisticamente inferiori nel gruppo Qigong rispetto al gruppo di
controllo (p<0.01), specialmente la temperatura a livello di PC8-LaoGong
(p<0.05).


 


 I risultati di questi
tre studi dimostrano che il Qigong potrebbe essere efficace nel migliorare le
condizioni cardiovascolari, e in misura maggiore che altri esercizi fisici.


 


Terapia combinata di Qigong e farmaci superiore al solo
trattamento farmacologico


 


Ci sono diverse evidenze in letteratura che la terapia
combinata di esercizi di Qigong e farmaci è superiore alla sola terapia
farmacologica. Il meccanismo di questa sinergia positiva d’azione non è
completamente nota.


 


dalla prefazione di “Zhineng Qigong. Manuale completo di
teoria e pratica di Qigong”, di Vito Marino e Ramon Testa. Ed Nuova Ipsa,


 


Ad oggi su Medline, la banca dati più consultata della
medicina ufficiale, la ricerca del termine “qigong” restituisce 372 risultati.
Recente è un lavoro sulla netta efficacia della pratica del qigong sulla
sindrome da stanchezza cronica e sulla depressione con alcune settimane di
pratica due due sessioni settimanali di qigong della durata di 75′ ciascuna più
45′ di spiegazione teorica del metodo e delle tecniche.


 


Fonti:


 


http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3747479/


 


http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=qigong


 





Vito Marino, Ramon Testa,
Zhineng Qigong. Manuale completo di teoria e pratica di Qigong, Nuova IPSA 2007
ISBN 887676352X














FESTA NAZIONALE DEI
VEGETARIANI/VEGAN


E FESTA DEL TAI CHI
E DEL QI GONG A ROMA




DOMENICA 8 MAGGIO 2016


9,00 – 21,00 - Piazza Re di Roma


 


P R O G R A M M A DI TAI CHI E QI GONG


 


TAI CHI E QI GONG


 


Ore 10,30: “Qi Gong per Tutti”, Sciogliere il Corpo, Elasticizzare la
Struttura Interna, Attivare L’Energia (Qi)


 


Ore 11,30: “Tai Chi Chuan di base, lezione per tutti”,
con i Maestri Silvia Polizzi, e Marcello Giusti,


 


Ore 12,00: “Arte Marziale, Arte del Movimento”,
performance di Tai Chi Chuan,


Taiji Shan (Ventaglio) e Taiji Jiàn (Spada) dei
Maestri Silvia Polizzi e Marcello Giusti


 


Ore 12,30: “Lezione di Tai Chi Chuan di
approfondimento”


con i Maestri Silvia Polizzi e Marcello Giusti


 


Ore 13,00: Conferenza su “I principi del Tai Chi, Arte di Lunga Vita”


 presentazione
del Maestro Silvia Polizzi


 


PARTECIPAZIONE LIBERA E GRATUITA


 


 


Info: MARCELLO, Tel. 349.4504749,


e-mail: marcellotaichi@supereva.it




VIDEO YOU TUBE: IL CANALE DI MARCELLOTAICHI: http://www.youtube.com/user/marcellotaichi


Facebook: Marcello Taichi - Taijiquan e Qi Gong a Roma :  https://www.facebook.com/taijiquanroma


 


 






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