CORSI DI TAI CHI E QI GONG
A 10 EURO! APERTI A TUTTI! ANCHE PER PRINCIPIANTI! LEZIONE DI PROVA GRATUITA!
ROMA
APPIO – TUSCOLANO, (metro A Ponte Lungo, Vicino Stazione Tuscolana), Via Narni,19/a – 00181 (Sala san Gaspare, all'angolo con via Assisi),
Il Lunedi’ e il Mercoledi' ore 17.00 -- 19.00. COSTO 10 EURO MENSILI (per un
turno settimanale di 2 ore). Tai Chi Stile Yang e Chen, Qi Gong, Nei Gong,
Spada.( Mappa: http://goo.gl/maps/9y0B5 ). La quota e’ di 100 euro per tutto l’anno,
per un turno settimanale di 2 ore, di 150 euro per due turni. (CI SI PUO’
INSERIRE IN QUALSIASI MOMENTO. SARANNO DETRATTE LE QUOTE DEI MESI NON
FREQUENTATI). NON SI PAGA L’ISCRIZIONE AL CORSO, MA SOLO 6 EURO DI QUOTA
ASSICURATIVA.
La domenica mattina dalle 10.30 alle 12.30 c'e' pratica
collettiva di Qi Gong e Tai Chi a villa Celimontana, Al Celio, metro B
Colosseo, metro A Manzoni o San Giovanni, entrando da via della Navicella n. 12
in fondo al vialetto a sinistra.
Info: email marcellotaichi@supereva.it, Tel.
349-4504749.
Per la lezione di prova basta venire negli
orari indicati con abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica.
SITO GOOGLE - https://sites.google.com/site/romataijiquan/home VIDEO TAI CHI SU YOU TUBE: IL CANALE DI
MARCELLOTAICHI
http://www.youtube.com/user/marcellotaichi?feature=mhum Facebook: Marcello Taichi -- Taijiquan e
Qi Gong a Roma :
https://www.facebook.com/taijiquanroma
IL TAICHI CHUAN E
IL QI GONG
IL TAICHI E IL QI GONG SONO SISTEMI DI TECNICHE NATE DALL’INCONTRO TRA
LE ARTI MARZIALI E LA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE.
LE ARTI MARZIALI E LA MEDICINA TRADIZIONALE CINESE.
Benefici
Il TaiChi può essere
praticato a tutte le età e per tutta la vita. Attreverso la pratica di questa
disciplina si raggiunge il rilassamento mentale e si favorisce la
concentrazione. Altri benefici consistono nell’eliminazione dello stress,
miglioramento della mobilità articolare (i tendini si allungano e si
distendono), aumento della profondità della respirazione con una conseguente
ossigenazione del corpo in maniera ottimale, prevenzione di molte malattie
aumentando la resistenza e la forza del corpo, prevenzione dell’osteoporosi,
aiuto ad alleviare i dolori causati da problemi alla schiena e alle spalle.
Inoltre è un forte aiuto psicologico per persone fortemente introverse
producendo una graduale apertura ed estroversione verso il mondo circostante e
gli altri.
praticato a tutte le età e per tutta la vita. Attreverso la pratica di questa
disciplina si raggiunge il rilassamento mentale e si favorisce la
concentrazione. Altri benefici consistono nell’eliminazione dello stress,
miglioramento della mobilità articolare (i tendini si allungano e si
distendono), aumento della profondità della respirazione con una conseguente
ossigenazione del corpo in maniera ottimale, prevenzione di molte malattie
aumentando la resistenza e la forza del corpo, prevenzione dell’osteoporosi,
aiuto ad alleviare i dolori causati da problemi alla schiena e alle spalle.
Inoltre è un forte aiuto psicologico per persone fortemente introverse
producendo una graduale apertura ed estroversione verso il mondo circostante e
gli altri.
Per la medicina
cinese, le malattie si sviluppano a causa di blocchi nei tragitti di
circolazione dei meridiani. Come l’agopuntura, il TaiChi, con i suoi movimenti
morbidi e armoniosi, contribuisce a rendere più flessibili le articolazioni,
eliminando blocchi cronici e a rendendo più scorrevole e libero il flusso
energetico. Insieme ad una dieta, ai massaggi e all’agopuntura, il TaiChi e il
Qi gong integrano l’insieme di tecniche offerte oggi dalla medicina cinese per
salvaguardare il benessere psicofisico.
cinese, le malattie si sviluppano a causa di blocchi nei tragitti di
circolazione dei meridiani. Come l’agopuntura, il TaiChi, con i suoi movimenti
morbidi e armoniosi, contribuisce a rendere più flessibili le articolazioni,
eliminando blocchi cronici e a rendendo più scorrevole e libero il flusso
energetico. Insieme ad una dieta, ai massaggi e all’agopuntura, il TaiChi e il
Qi gong integrano l’insieme di tecniche offerte oggi dalla medicina cinese per
salvaguardare il benessere psicofisico.
Negli ultimi tempi la
cultura Orientale ha cercato di migliorare i risultati ottenuti combinando
queste antiche tradizioni con la medicina classica Occidentale; allo stesso
tempo, in Occidente, i centri olistici e di benessere e salute hanno
incorporato tecniche della medicina cinese tradizionale, tra cui il TaiChi
e il Qi gong, per offrire alle persone soluzioni efficaci nella guarigione o
nel miglioramento delle patologie.
cultura Orientale ha cercato di migliorare i risultati ottenuti combinando
queste antiche tradizioni con la medicina classica Occidentale; allo stesso
tempo, in Occidente, i centri olistici e di benessere e salute hanno
incorporato tecniche della medicina cinese tradizionale, tra cui il TaiChi
e il Qi gong, per offrire alle persone soluzioni efficaci nella guarigione o
nel miglioramento delle patologie.
In parole semplici,
il TaiChi è costituito da una ginnastica profonda, sana e terapeutica che
conserva la salute e favorisce notevolmente l’assetto psicofisico di ognuno.
il TaiChi è costituito da una ginnastica profonda, sana e terapeutica che
conserva la salute e favorisce notevolmente l’assetto psicofisico di ognuno.
Per ottenere questi
benefici bisogna applicare bene quello
che insegnano i maestri: "avere disciplina, perseveranza e pazienza",
cioè praticare questa disciplina con costanza.
benefici bisogna applicare bene quello
che insegnano i maestri: "avere disciplina, perseveranza e pazienza",
cioè praticare questa disciplina con costanza.
Gli effetti benefici
di queste tecniche sui diversi sistemi e parti del corpo possono essere schematizzati
in questo modo:
di queste tecniche sui diversi sistemi e parti del corpo possono essere schematizzati
in questo modo:
|
|
|
|
L'energia
L’energia che fluisce
all’interno del nostro corpo e ci mantiene vivi, ha origine da ciò che gli
orientali chiamano Tan Tian, un
punto situato a circa 3 cm. sotto l’ombelico. Questo è il punto in cui si trova
il centro vitale che permette di realizzare qualsiasi movimento senza
l’impiego di una forza fisica eccessiva e senza provocare alcun tipo di
tensione contribuendo col tempo a far si che ogni gesto e azione quotidiani
vengano realizzati in modo estremamente naturale, e facendo anche sì che non si
sviluppino forme di dolore dovute ad una postura sbagliata o ad un brusco
movimento delle articolazioni.
all’interno del nostro corpo e ci mantiene vivi, ha origine da ciò che gli
orientali chiamano Tan Tian, un
punto situato a circa 3 cm. sotto l’ombelico. Questo è il punto in cui si trova
il centro vitale che permette di realizzare qualsiasi movimento senza
l’impiego di una forza fisica eccessiva e senza provocare alcun tipo di
tensione contribuendo col tempo a far si che ogni gesto e azione quotidiani
vengano realizzati in modo estremamente naturale, e facendo anche sì che non si
sviluppino forme di dolore dovute ad una postura sbagliata o ad un brusco
movimento delle articolazioni.
Nel TaiChi si
apprendono movimenti estremamente dolci, calibrati e lenti che, uniti ad un
forte flusso di energia, portano ad un equilibrio totale del corpo.
apprendono movimenti estremamente dolci, calibrati e lenti che, uniti ad un
forte flusso di energia, portano ad un equilibrio totale del corpo.
Questa tecnica
Orientale è un’arma ideale per recuperare la salute, un metodo di
"agopuntura naturale" e un’arte marziale di difesa non-competitiva.
In definitiva un complesso sentimento di totalità.
Orientale è un’arma ideale per recuperare la salute, un metodo di
"agopuntura naturale" e un’arte marziale di difesa non-competitiva.
In definitiva un complesso sentimento di totalità.
Per imparare ad
utilizzare l’energia, non è necessario utilizzare la forza. E’ invece
importante ripetere ogni singolo movimento fino a farlo proprio.
utilizzare l’energia, non è necessario utilizzare la forza. E’ invece
importante ripetere ogni singolo movimento fino a farlo proprio.
L’attenzione
concentrata sul Chi (l’energia), è una caratteristica che identifica il TaiChi
e il Qi gong, e che li differenzia da altri tipi di esercizi.
concentrata sul Chi (l’energia), è una caratteristica che identifica il TaiChi
e il Qi gong, e che li differenzia da altri tipi di esercizi.
Il Tai Chi come strumento di prevenzione e
cura.
cura.
Il TaiChi e il Qi
gong hanno una grande importanza anche per quanto riguarda la prevenzione e la
cura delle malattie. Grazie all’eliminazione dello stress, permettono di
controllare tutte le patologie da esso causate.
Questo dimostra l’importanza del Tai Chi, che a differenza delle altre
ginnastiche ...
gong hanno una grande importanza anche per quanto riguarda la prevenzione e la
cura delle malattie. Grazie all’eliminazione dello stress, permettono di
controllare tutte le patologie da esso causate.
Questo dimostra l’importanza del Tai Chi, che a differenza delle altre
ginnastiche ...
![]() |
Riunifica tutta l’energia che
abitualmente viene dispersa o mal gestita Il primo effetto è una sensazione di benessere in tutto il corpo, i muscoli lavorano senza alcuna forma di irrigidimento, producendo una vera decontrazione muscolare che permette la scomparsa della tensione nervosa, favorendo il funzionamento ottimale degli organi e delle ghiandole |
![]() |
Aumenta e procura una respirazione
profonda e addominale che costituisce il funzionamento di una buona funzionalità organica La rotazione continuata e ripetuta del bacino e della schiena, produce una notevole elasticità dei muscoli addominali e un massaggio benefico e curativo alla zona gastrica, basso intestinale, ecc.; tale massaggio apporta un miglioramento dei processi nutritivi prevenendo la comparsa di ulcere. |
![]() |
Tonifica il cuore e regolarizza il
suo ritmo,
migliorando la circolazione del sangue,
la pressione arteriosa alta, malattie cardiache, tubercolosi polmonare, reumatismi articolari, anemia, obesità e altre affezioni, specialmente croniche. |
![]() |
E’ molto indicato per prevenire e
allontanare sia i dolori lombari che qualsiasi altra patologia della colonna vertebrale,
la quale si rinforza e diventa più
flessibile con la pratica costante e attenta di queste tecniche. |
![]() |
Stimola l'autostima e la sicurezza
di sè Dona un carattere stabile ai praticanti, dando una serena energia grazie alla quale i problemi quotidiani vengono affrontati con una totale lucidità e rilassatezza. |
Le caratteristiche di
ginnastica dolce le rendono praticabili a tutte le eta’ e tutti ne possono
trarre vantaggio.
ginnastica dolce le rendono praticabili a tutte le eta’ e tutti ne possono
trarre vantaggio.
I MAESTRI
IL M° GEORGE XU
Il maestro
Xu e’ nato a Shanghai, ha cominciato la
pratica nel 1969, ha studiato diversi sistemi di arti marziali: Xin Yi delle
Sei armonie e dei Dieci Animali, Bagua del serpente, Pugno di cotone, Lan Shou,
Bagua del dragone. Ha cominciato a studiare Taiji stile Chen nel 1977 con il
maestro Shong Guang-En, che era stato uno studente interno del maestro Chen
Zhao Kuei, figlio del famoso Chen Fake. Successivamente approfondiva lo studio
con maestri di altissimo livello tra cui Qin Zhong Bao, Ho Bin Quan, Ye Xiao
Long ed altri. All’inizio degli anni Ottanta lascia la sua professione di
insegnante di matematica e si trasferisce negli Stati Uniti, dove inizia a
divulgare ed a tramandare i "grandi segreti del Taiji", oltre che con
la sua incessante opera di diffusione, invitando in Occidente alcuni dei
maestri più rappresentativi delle arti marziali cinesi. E' considerato uno dei
maestri più preparati degli Stati Uniti e tra i più prestigiosi per la diffusione
del Taiji fuori dalla Cina. Unisce ad una grande conoscenza e preparazione
tecnica una sorprendente capacità comunicativa e di insegnamento che ne fanno
sicuramente un maestro di altissimo valore. La sua conoscenza delle arti
marziali, sia da un punto di vista tecnico che filosofico-culturale, é molto
vasta. E' un profondo conoscitore oltre che di Taiji Quan, anche di Bagua
Zhang, di Xing Yi e Lan Shou. Nel 1995 arriva per la prima volta in Italia; da
allora su invito della scuola viene tre volte l’anno (primavera, estate e
autunno) per tre settimane ogni volta.
Xu e’ nato a Shanghai, ha cominciato la
pratica nel 1969, ha studiato diversi sistemi di arti marziali: Xin Yi delle
Sei armonie e dei Dieci Animali, Bagua del serpente, Pugno di cotone, Lan Shou,
Bagua del dragone. Ha cominciato a studiare Taiji stile Chen nel 1977 con il
maestro Shong Guang-En, che era stato uno studente interno del maestro Chen
Zhao Kuei, figlio del famoso Chen Fake. Successivamente approfondiva lo studio
con maestri di altissimo livello tra cui Qin Zhong Bao, Ho Bin Quan, Ye Xiao
Long ed altri. All’inizio degli anni Ottanta lascia la sua professione di
insegnante di matematica e si trasferisce negli Stati Uniti, dove inizia a
divulgare ed a tramandare i "grandi segreti del Taiji", oltre che con
la sua incessante opera di diffusione, invitando in Occidente alcuni dei
maestri più rappresentativi delle arti marziali cinesi. E' considerato uno dei
maestri più preparati degli Stati Uniti e tra i più prestigiosi per la diffusione
del Taiji fuori dalla Cina. Unisce ad una grande conoscenza e preparazione
tecnica una sorprendente capacità comunicativa e di insegnamento che ne fanno
sicuramente un maestro di altissimo valore. La sua conoscenza delle arti
marziali, sia da un punto di vista tecnico che filosofico-culturale, é molto
vasta. E' un profondo conoscitore oltre che di Taiji Quan, anche di Bagua
Zhang, di Xing Yi e Lan Shou. Nel 1995 arriva per la prima volta in Italia; da
allora su invito della scuola viene tre volte l’anno (primavera, estate e
autunno) per tre settimane ogni volta.
IL M° FLAVIO DANIELE
Flavio Daniele,
fondatore e guida della Nei Dan, vive a Bologna, dove insegna Arti Marziali
Cinesi (Taiji Quan, stile Chen e Yang, Xin Yi Quan dei 10 Animali e delle 6
Armonie e Shaolin Quan) e discipline di sviluppo mentale ed energetico ( Qi
Gong ). Inizia la pratica nel 1967 con il Judo, che lascia dopo tre anni, e con
il Karate Shotokan che porta avanti per oltre 15 anni, raggiungendo nel 1980 il
3° dan sotto la scuola del M° Hiroshi Shirai. A cavallo tra la fine degli anni
settanta e l’inizio degli anni ottanta comincia le prime esperienze delle arti
marziali cinesi. Intorno alla metà degli anni ottanta abbandona definitivamente
l’insegnamento del Karate e dello Yoga, che aveva iniziato nel 1970, per
dedicarsi esclusivamente allo studio dell’ arti marziali cinesi. Nel 1996
lascia anche la professione d’ingegnere informatico per dedicarsi
esclusivamente al loro insegnamento e diffusione. Sfruttando la sua lunga esperienza
nelle arti marziali e nello studio delle discipline orientali ( Yoga, Zen,
Taoismo ) e delle psicoterapie moderne occidentali, ha messo a punto, per la
pratica marziale, il TAO G. E. D. for Marzial Arts - La Via ( Tao ) dello
Sviluppo Energetico Globale. ( G.E.D. = Global Energetic Development ) per le
arti marziali- , tecnica di sviluppo delle proprie potenzialità
fisico-energetiche e mentali: integrazione armonica fra le moderne metodiche
didattiche occidentali e le antiche tecniche di controllo mentale, di
potenziamento fisico ed energetico orientali. E’ autore dei libri “ Le Tre Vie
del Tao “ edito dalla Meb nel 1997, "I Tre Poteri del Taiji Quan"
edito dalla Luni nel 2001, "La forma Antica del Taiji Quan Stile
Chen" ed "Il potere segreto del corpo nelle Arti Marziali" editi
sempre dalla Luni nel 2003. E' autore anche di un video didattico sul Taiji
stile Yang e di una serie di video didattici sugli antichi metodi di
potenziamento fisico-energetici del corpo (Nei Gong). Ha collaborato con la
facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Bologna e scrive per le maggiori
riviste italiane (Samurai, Arti D'Oriente, Enertao) ed estere di arti marziali
e scienze dello spirito. Suoi articoli sono apparsi in Spagna e sulla rivista
americana Taiji Magazine, la più prestigiosa rivista internazionale di arti
marziali interne. E' comparso sulla rivista Panorama (nov. 1999), su Repubblica
Salute (maggio 2003) e su due delle più importanti riviste giapponesi di Arti
Marziali.
fondatore e guida della Nei Dan, vive a Bologna, dove insegna Arti Marziali
Cinesi (Taiji Quan, stile Chen e Yang, Xin Yi Quan dei 10 Animali e delle 6
Armonie e Shaolin Quan) e discipline di sviluppo mentale ed energetico ( Qi
Gong ). Inizia la pratica nel 1967 con il Judo, che lascia dopo tre anni, e con
il Karate Shotokan che porta avanti per oltre 15 anni, raggiungendo nel 1980 il
3° dan sotto la scuola del M° Hiroshi Shirai. A cavallo tra la fine degli anni
settanta e l’inizio degli anni ottanta comincia le prime esperienze delle arti
marziali cinesi. Intorno alla metà degli anni ottanta abbandona definitivamente
l’insegnamento del Karate e dello Yoga, che aveva iniziato nel 1970, per
dedicarsi esclusivamente allo studio dell’ arti marziali cinesi. Nel 1996
lascia anche la professione d’ingegnere informatico per dedicarsi
esclusivamente al loro insegnamento e diffusione. Sfruttando la sua lunga esperienza
nelle arti marziali e nello studio delle discipline orientali ( Yoga, Zen,
Taoismo ) e delle psicoterapie moderne occidentali, ha messo a punto, per la
pratica marziale, il TAO G. E. D. for Marzial Arts - La Via ( Tao ) dello
Sviluppo Energetico Globale. ( G.E.D. = Global Energetic Development ) per le
arti marziali- , tecnica di sviluppo delle proprie potenzialità
fisico-energetiche e mentali: integrazione armonica fra le moderne metodiche
didattiche occidentali e le antiche tecniche di controllo mentale, di
potenziamento fisico ed energetico orientali. E’ autore dei libri “ Le Tre Vie
del Tao “ edito dalla Meb nel 1997, "I Tre Poteri del Taiji Quan"
edito dalla Luni nel 2001, "La forma Antica del Taiji Quan Stile
Chen" ed "Il potere segreto del corpo nelle Arti Marziali" editi
sempre dalla Luni nel 2003. E' autore anche di un video didattico sul Taiji
stile Yang e di una serie di video didattici sugli antichi metodi di
potenziamento fisico-energetici del corpo (Nei Gong). Ha collaborato con la
facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Bologna e scrive per le maggiori
riviste italiane (Samurai, Arti D'Oriente, Enertao) ed estere di arti marziali
e scienze dello spirito. Suoi articoli sono apparsi in Spagna e sulla rivista
americana Taiji Magazine, la più prestigiosa rivista internazionale di arti
marziali interne. E' comparso sulla rivista Panorama (nov. 1999), su Repubblica
Salute (maggio 2003) e su due delle più importanti riviste giapponesi di Arti
Marziali.
IL
SISTEMA DI ESERCIZI PER LO SVILUPPO DELLA FORZA INTERNA INSEGNATO DAL M° GEORGE
XU ED ELABORATO E SISTEMATIZZATO DAL M° FLAVIO DANIELE NEI SUOI LIBRI E NELLA
SERIE DI VIDEOCASSETTE (vedi il sito del M° Daniele: www.taichineidan.com)
E’ UTILIZZABILE DA TUTTI I PRATICANTI DI ARTI MARZIALI E SPORT DA COMBATTIMENTO
CHE VOGLIONO MIGLIORARE LE PROPRIE PRESTAZIONI MARZIALI SVILUPPANDO IL POTERE
INTERNO DEL CORPO, E DA TUTTI COLORO CHE VOGLIONO MIGLIRARE LA PROPRIA ENERGIA
E LO STATO GENERALE DI SALUTE.
PROGRAMMA DEL CORSO DI
TAI CHI CHUAN E QI GONG
1^ fase - Lavoro sui PRINCIPI fondamentali (NeI Gong –
Lavoro interno):
Lavoro interno):
a) POWER
STRETCHING per i tendini ed i legamenti, per lo sviluppo della forza
elastica
STRETCHING per i tendini ed i legamenti, per lo sviluppo della forza
elastica
Gli
esercizi di Power Stretching lavorano sulla forza della struttura. Il P.S. è un
modo di eseguire gli esercizi piuttosto che una specifica serie di esercizi. I
suoi principi base sono i seguenti:
esercizi di Power Stretching lavorano sulla forza della struttura. Il P.S. è un
modo di eseguire gli esercizi piuttosto che una specifica serie di esercizi. I
suoi principi base sono i seguenti:
interno forte, esterno morbido
interno forte, esterno morbido
muscoli profondi forti, muscoli superficiali rilassati
muscoli profondi forti, muscoli superficiali rilassati
Yang dentro, Yin fuori
Yang dentro, Yin fuori
espansione del muscolo nelle 6 direzioni
espansione del muscolo nelle 6 direzioni
lavora per forze contrapposte
lavora per forze contrapposte
Nel
P.S. è “l’interno” che muove “l’esterno”, mentre nello stretching classico è
solo l’esterno che lavora. Il muscolo superficiale lavora sulla velocità,
mentre quello profondo sulla potenza; il P.S. armonizza muscoli superficiali e
profondi, e coniuga dunque velocità e potenza, elasticità e potenza. Le
tecniche di P.S. non sono altro che le antiche tecniche di Qi Gong marziale e
di condizionamento; nel P.S. ogni movimento è finalizzato alle arti marziali.
P.S. è “l’interno” che muove “l’esterno”, mentre nello stretching classico è
solo l’esterno che lavora. Il muscolo superficiale lavora sulla velocità,
mentre quello profondo sulla potenza; il P.S. armonizza muscoli superficiali e
profondi, e coniuga dunque velocità e potenza, elasticità e potenza. Le
tecniche di P.S. non sono altro che le antiche tecniche di Qi Gong marziale e
di condizionamento; nel P.S. ogni movimento è finalizzato alle arti marziali.
La
sequenza di esecuzione degli esercizi di P.S. segue sempre il principio della
tripartizione di ogni aspetto della realtà: corpo - mente - spirito. Il corpo
può essere diviso in 3 parti tronco - gambe - braccia, che a loro volta possono
essere ulteriormente sezionati in piedi - gambe - anca, oppure mano -
avambraccio - braccio; a livello strutturale la tripartizione consiste in ossa
- muscoli - tendini e legamenti; ecc..
sequenza di esecuzione degli esercizi di P.S. segue sempre il principio della
tripartizione di ogni aspetto della realtà: corpo - mente - spirito. Il corpo
può essere diviso in 3 parti tronco - gambe - braccia, che a loro volta possono
essere ulteriormente sezionati in piedi - gambe - anca, oppure mano -
avambraccio - braccio; a livello strutturale la tripartizione consiste in ossa
- muscoli - tendini e legamenti; ecc..
A
livello muscolare, abbiamo una divisione fra muscolatura profonda
(stabilizzata) e superficiale (di movimento); una è Yin e l’altra è Yang. E’
molto importante capire le funzioni e le azioni di ciascuna per poterle far
lavorare assieme in armonia. Di solito si tende a far lavorare di più il
muscolo superficiale perché è più “visibile” e più facile da controllare. Il
P.S. invece distende la muscolatura superficiale potenziando quella profonda;
esso richiede uno stiramento attivo, “consapevole” del muscolo. Lo stretching
tradizionale è passivo e unidirezionale mentre il P.S. è attivo e
multidirezionale.
livello muscolare, abbiamo una divisione fra muscolatura profonda
(stabilizzata) e superficiale (di movimento); una è Yin e l’altra è Yang. E’
molto importante capire le funzioni e le azioni di ciascuna per poterle far
lavorare assieme in armonia. Di solito si tende a far lavorare di più il
muscolo superficiale perché è più “visibile” e più facile da controllare. Il
P.S. invece distende la muscolatura superficiale potenziando quella profonda;
esso richiede uno stiramento attivo, “consapevole” del muscolo. Lo stretching
tradizionale è passivo e unidirezionale mentre il P.S. è attivo e
multidirezionale.
L’obiettivo
di questo tipo di esercizi è quello di rendere il corpo forte ed elastico, di
massimizzare la forza di ogni singola parte strutturale (collo, vita, schiena,
anche, asse centrale, ecc.), e sbloccare le articolazioni.
di questo tipo di esercizi è quello di rendere il corpo forte ed elastico, di
massimizzare la forza di ogni singola parte strutturale (collo, vita, schiena,
anche, asse centrale, ecc.), e sbloccare le articolazioni.
Campi
di applicazione del Power Stretching
di applicazione del Power Stretching
Il power stretching
anche se è consigliabile iniziarlo dopo il sedicesimo anno d’età, secondo le
mie esperienze può essere e praticato, con i dovuti accorgimenti metodologici,
fin dall’età scolare. Per i suoi effetti può essere applicato in campo
sportivo, terapeutico-riabilitativo e in tutti i settori della motricità e del
benessere psicofisico e della salute in generale.
anche se è consigliabile iniziarlo dopo il sedicesimo anno d’età, secondo le
mie esperienze può essere e praticato, con i dovuti accorgimenti metodologici,
fin dall’età scolare. Per i suoi effetti può essere applicato in campo
sportivo, terapeutico-riabilitativo e in tutti i settori della motricità e del
benessere psicofisico e della salute in generale.
Ho iniziato ad
applicare a livello sperimentale la metodica allenante con il power stretching
con alcuni studenti ISEF e della facoltà di Scienze Motorie. Successivamente l’
ho applicata prima su quattordici studenti di età compresa fra i 15 e i 17 anni
praticanti sport individuali e sport di squadra, poi su quindici ragazzi di età
10-12 anni, infine su dodici persone della terza età e quindici disabili con
varie tipologie di handicap: fisici-motori, psichici, e su alcuni disabili con
problemi relazionali.
applicare a livello sperimentale la metodica allenante con il power stretching
con alcuni studenti ISEF e della facoltà di Scienze Motorie. Successivamente l’
ho applicata prima su quattordici studenti di età compresa fra i 15 e i 17 anni
praticanti sport individuali e sport di squadra, poi su quindici ragazzi di età
10-12 anni, infine su dodici persone della terza età e quindici disabili con
varie tipologie di handicap: fisici-motori, psichici, e su alcuni disabili con
problemi relazionali.
Tutti hanno ottenuto
delle performance superiori alle aspettative, in particolare modo i disabili
fisici, gli psichici e gli anziani.Tutto il lavoro di power stretching,
progettato sui principi delle arti marziali adattate, ha funzionato come
meccanismo di compensazione, favorendo le sinergie muscolari, equilibrando e
attenuando le tensioni, stabilizzando tutto il sistema neuro-motorio,
migliorando le prestazioni.
delle performance superiori alle aspettative, in particolare modo i disabili
fisici, gli psichici e gli anziani.Tutto il lavoro di power stretching,
progettato sui principi delle arti marziali adattate, ha funzionato come
meccanismo di compensazione, favorendo le sinergie muscolari, equilibrando e
attenuando le tensioni, stabilizzando tutto il sistema neuro-motorio,
migliorando le prestazioni.
Nei disabili e nella
terza età ha contribuito a consolidare le abilità percettive e di orientamento,
migliorando il controllo e l’autonomia funzionale. I risultati raggiunti dai
partecipanti sono stati eccellenti, hanno superato ogni aspettativa, e questo
ci autorizza a sottolineare che i valori terapeutici e di recupero del power
stretching sono significativi e reali. Il power stretching agisce a tutti i
livelli dell’universo uomo, non ha e non pone limiti, migliora le qualità della
vita, riduce i disagi, favorisce lo sviluppo dei processi mentali, aumenta le
prestazioni e il rendimento (sportivo, scolastico, lavorativo), fa invecchiare
meglio, aiuta a ripristinare alcune abilità, allontana le ansie, rafforza
l’autostima, facilita i rapporti sociali, ed assicura il successo.
terza età ha contribuito a consolidare le abilità percettive e di orientamento,
migliorando il controllo e l’autonomia funzionale. I risultati raggiunti dai
partecipanti sono stati eccellenti, hanno superato ogni aspettativa, e questo
ci autorizza a sottolineare che i valori terapeutici e di recupero del power
stretching sono significativi e reali. Il power stretching agisce a tutti i
livelli dell’universo uomo, non ha e non pone limiti, migliora le qualità della
vita, riduce i disagi, favorisce lo sviluppo dei processi mentali, aumenta le
prestazioni e il rendimento (sportivo, scolastico, lavorativo), fa invecchiare
meglio, aiuta a ripristinare alcune abilità, allontana le ansie, rafforza
l’autostima, facilita i rapporti sociali, ed assicura il successo.
Carmelo Di Stefano
Docente di Teoria Tecnica e
Didattica dell’Attività
Didattica dell’Attività
Motoria e Sportiva Adattata
presso la Facoltà di Scienze Motorie
presso la Facoltà di Scienze Motorie
Università di Bologna
b) ZHAN SSU JIN – per lo sviluppo
della forza a spirale,
della forza a spirale,
La prima forza che il praticante dovrà tentare di gestire è la forza (Jin) che “si arrotola come un filo di
seta” (Zhansi), espressione tipica
usata dai Maestri della famiglia Chen.
seta” (Zhansi), espressione tipica
usata dai Maestri della famiglia Chen.
Il termine Zhan ssu jin
descrive un movimento morbido, circolare, a spirale e lento. I movimenti nel Zhan ssu jin devono essere continui ed
uniformi, senza interruzioni, descrivendo una traiettoria circolare.
descrive un movimento morbido, circolare, a spirale e lento. I movimenti nel Zhan ssu jin devono essere continui ed
uniformi, senza interruzioni, descrivendo una traiettoria circolare.
Questa forza, che nasce dai movimenti a spirale del corpo, e
particolarmente delle anche, e che si manifesta in movimenti di rotazione e
rivoluzione delle mani, non si sviluppa in una sola direzione, ma è
tridimensionale, analoga a quella di un serpente. Con la forza a spirale,
l’azione si manifesta sempre in tre direzioni contemporaneamente: di lato, in
alto e in avanti, o di lato in basso e in avanti).
particolarmente delle anche, e che si manifesta in movimenti di rotazione e
rivoluzione delle mani, non si sviluppa in una sola direzione, ma è
tridimensionale, analoga a quella di un serpente. Con la forza a spirale,
l’azione si manifesta sempre in tre direzioni contemporaneamente: di lato, in
alto e in avanti, o di lato in basso e in avanti).
L’obiettivo di questo tipo di esercizi è quello di connettere
dinamicamente le varie parti del corpo, in modo che esso si possa muovere come
una sola unità senza sforzo, con grazia e armonia.
dinamicamente le varie parti del corpo, in modo che esso si possa muovere come
una sola unità senza sforzo, con grazia e armonia.
2^ fase - STUDIO DELLE FORME
Per lo stile CHEN
Lavoro
sull’approfondimento della forma di 83 movimenti. In questa fase si
applicheranno nell’esecuzione della forma, i principi studiati nella prima fase.
sull’approfondimento della forma di 83 movimenti. In questa fase si
applicheranno nell’esecuzione della forma, i principi studiati nella prima fase.
Per lo stile YANG
L’insegnamento
comprende le forme semplificate di 8, 13 e 24 figure e della forma yang
tradizionale di 108 movimenti. In questa fase si applicheranno nell’esecuzione
della forma, i principi studiati nella prima fase.
comprende le forme semplificate di 8, 13 e 24 figure e della forma yang
tradizionale di 108 movimenti. In questa fase si applicheranno nell’esecuzione
della forma, i principi studiati nella prima fase.
3^ fase – TEORIA:
in questa fase verranno trattati
prevalentemente i seguenti punti:
prevalentemente i seguenti punti:
a)
ASPETTI FILOSOFICI
E CULTURALI DEL TAIJI
ASPETTI FILOSOFICI
E CULTURALI DEL TAIJI
Il
lavoro intellettuale è una fase importante come momento di studio, di verifica
e riflessione, sia per se stessi sia per riuscire a trasmettere all’esterno le
proprie conoscenze in modo chiaro e consapevole. Per lavoro intellettuale non
si intende soltanto lo “studio” di princìpi, dei “Classici” o della teoria del
movimento, ma anche lo sviluppo dello spirito di osservazione sia all’esterno
che all’interno di se stessi.
lavoro intellettuale è una fase importante come momento di studio, di verifica
e riflessione, sia per se stessi sia per riuscire a trasmettere all’esterno le
proprie conoscenze in modo chiaro e consapevole. Per lavoro intellettuale non
si intende soltanto lo “studio” di princìpi, dei “Classici” o della teoria del
movimento, ma anche lo sviluppo dello spirito di osservazione sia all’esterno
che all’interno di se stessi.
Ciò
richiede la capacità di togliersi di dosso il maggior numero di condizionamenti
nei comportamenti e nei pensieri per potersi avvicinare all’essenza delle cose
con il candore e la semplicità di un bambino, ed avviare così il corretto
processo di comprensione di qualunque realtà.
richiede la capacità di togliersi di dosso il maggior numero di condizionamenti
nei comportamenti e nei pensieri per potersi avvicinare all’essenza delle cose
con il candore e la semplicità di un bambino, ed avviare così il corretto
processo di comprensione di qualunque realtà.
Questo
lavoro risulterebbe sterile ed inutile se non venisse completato
contemporaneamente da una sua assimilazione “fisica” nel corpo; il lavoro
intellettuale deve quindi diventare vissuto interiore attraverso la pratica. In
questo modo il Taiji Quan diventa prima scienza e poi arte: il reale
apprendimento avviene nel corpo. Da qui inizia dunque il lavoro sul fisico,
come traduzione in concreto di quanto compreso nell’attività intellettuale.
lavoro risulterebbe sterile ed inutile se non venisse completato
contemporaneamente da una sua assimilazione “fisica” nel corpo; il lavoro
intellettuale deve quindi diventare vissuto interiore attraverso la pratica. In
questo modo il Taiji Quan diventa prima scienza e poi arte: il reale
apprendimento avviene nel corpo. Da qui inizia dunque il lavoro sul fisico,
come traduzione in concreto di quanto compreso nell’attività intellettuale.
Pertanto,
conoscendo la struttura ed il funzionamento dei meccanismi cinematici del
proprio corpo, si può cominciare ad impostare il lavoro su di esso.
conoscendo la struttura ed il funzionamento dei meccanismi cinematici del
proprio corpo, si può cominciare ad impostare il lavoro su di esso.
Trattando
una disciplina che ha origini lontane sia nel tempo che nello spazio, è
importante capire, nel senso descritto sopra, i princìpi e le basi della
cultura e della lingua cinese per riuscire a cogliere il reale significato dei
concetti in essa espressi.
una disciplina che ha origini lontane sia nel tempo che nello spazio, è
importante capire, nel senso descritto sopra, i princìpi e le basi della
cultura e della lingua cinese per riuscire a cogliere il reale significato dei
concetti in essa espressi.
Si
usano spesso termini cinesi per descrivere movimenti, princìpi o azioni, ma
spesso se ne travisa il vero significato in quanto se ne recepisce soltanto una
sua interpretazione.
usano spesso termini cinesi per descrivere movimenti, princìpi o azioni, ma
spesso se ne travisa il vero significato in quanto se ne recepisce soltanto una
sua interpretazione.
Pertanto,
verrà svolto uno studio attento e rigoroso dei termini cinesi maggiormente
usati nel Taiji Quan.
verrà svolto uno studio attento e rigoroso dei termini cinesi maggiormente
usati nel Taiji Quan.
b)
NOZIONI DI MEDICINA
TRADIZIONALE CINESE E DI ANATOMIA
NOZIONI DI MEDICINA
TRADIZIONALE CINESE E DI ANATOMIA
Per poter
comprendere appieno la saggezza e le conoscenze contenute nei Classici del
Taiji Quan è fondamentale capire il funzionamento del corpo umano sotto ogni
suo aspetto: fisico, energetico e mentale.
comprendere appieno la saggezza e le conoscenze contenute nei Classici del
Taiji Quan è fondamentale capire il funzionamento del corpo umano sotto ogni
suo aspetto: fisico, energetico e mentale.
Per
la dimensione fisica verranno tra l’altro esaminati la struttura del corpo
umano nelle sue componenti funzionali, le catene muscolari e la connessione
strutturale, le linee di forza, le funzioni meccaniche del corpo umano, i
muscoli profondi e superficiali.
la dimensione fisica verranno tra l’altro esaminati la struttura del corpo
umano nelle sue componenti funzionali, le catene muscolari e la connessione
strutturale, le linee di forza, le funzioni meccaniche del corpo umano, i
muscoli profondi e superficiali.
Per
la dimensione energetica si studieranno le modalità di attivazione
dell’”alchimia interiore” nel lavoro di trasformazione delle energie
primordiali in energia vitale, e da questa in forza interna e successivamente
in forza spirituale.
la dimensione energetica si studieranno le modalità di attivazione
dell’”alchimia interiore” nel lavoro di trasformazione delle energie
primordiali in energia vitale, e da questa in forza interna e successivamente
in forza spirituale.
d) QI GONG
e) Ovvero allenare e lavorare (GONG) con l’energia
(QI).
(QI).
E’ importante ricordare che una corretta pratica di Qi Gong è basata su
tre presupposti fondamentali: il controllo del corpo, il controllo del respiro,
il controllo della mente.
tre presupposti fondamentali: il controllo del corpo, il controllo del respiro,
il controllo della mente.
Saranno presentati e praticati
vari tipi di Qi gong quali:
vari tipi di Qi gong quali:
IL NEI GONG (LAVORO
INTERNO), Gli esercizi della Longevita’, I 18 Esercizi Taoisti, Gli 8 Pezzi di
Broccato, Gli esercizi del Drago, Il Qi gong del Bozzolo di Seta, Il Qi gong
dei 5 Animali, Ed altri.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
INTERNO), Gli esercizi della Longevita’, I 18 Esercizi Taoisti, Gli 8 Pezzi di
Broccato, Gli esercizi del Drago, Il Qi gong del Bozzolo di Seta, Il Qi gong
dei 5 Animali, Ed altri.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ARTICOLI SULLA PRATICA DEL TAI CHI CHUAN
--------------------------------------
Le Posizioni Corrette per la Pratica del Tai
Chi Chuan:
l' Allineamento Posturale (I)
Durante la pratica del Taiji Quan vogliamo che la nostra
energia fluisca e si sviluppi in forza interna, un segno che pratichiamo
correttamente . Per ottenere questo abbiamo bisogno che il nostro corpo assuma
certe posizioni precise.
Ecco i punti fondamentali su cui lavorare per ottenere una
corretta postura
1) Piegare le ginocchia e flettere le articolazioni delle
anche
Questo è importante
perché le gambe sono la base che sostiene il busto. Piegare le ginocchia e
flettere le articolazioni delle anche può offrire una buona base. Se quando
abbiamo ginocchia piegate e anche flesse sentiamo di essere seduti su di uno
sgabello invisibile è più importante che le gambe sono stabili, allora siamo
sulla buona strada. Con la pratica costante gradualmente si riesce a sentire il
Qi e lo Jing affondare nei piedi e alla fine tornare su fino alle mani.
2) Mantenere l’arco inguinale arrotondato e sciolto.
L’arco inguinale è
dove le gambe si congiungono col corpo. Dovrebbe essere mantenuto tondo come un
arco in modo da poter girare o spostare il peso facilmente.
3) Posizione delle natiche.
E’ possibile
commettere l’errore di tirare in dentro le natiche e il coccige durante la
pratica del Taiji. Questo errore può causare dolori nella parte inferiore della
schiena perché questa postura determina un carico eccessivo sulla parte bassa
della schiena. Occorre lasciare che le natiche cadano normalmente nella loro
posizione naturale. Il Qi può circolare solo se il corpo è interamente
rilassato. Se deliberatamente tiriamo in dentro le natiche creiamo tensione e
pressione che possono soltanto bloccare il flusso di Qi non aiutarlo. Se
lasciamo le natiche nella loro posizione naturale la tensione scompare. Quando
il Qi vuole salire su le natiche e il coccige saranno tirati in dentro
automaticamente per aiutare il Qi ad arrivare fino in cima alla testa. Poi
coccige e natiche torneranno nella loro posizione normale, e si muoveranno
dentro e fuori tutto il tempo se si è rilassati e si mantiene la giusta
postura. Nel Taiji Quan di stile Chen le natiche si trovano in quattro
differenti posizioni. Generalmente sono nella loro posizione naturale. Quando
il Qi sale su le natiche sono tirate in dentro. Quando si gira a destra la
natica destra viene su leggermente mentre la sinistra va leggermente giù.
Quando si gira a sinistra, la natica sinistra va su e la destra giù.
Le Posizioni Corrette per la Pratica del Tai
Chi Chuan:
l' Allineamento Posturale (II)
Durante la pratica del Taiji Quan vogliamo che la nostra
energia fluisca e si sviluppi in forza interna, un segno che pratichiamo correttamente
. Per ottenere questo abbiamo bisogno che il nostro corpo assuma certe
posizioni precise.
Ecco i punti fondamentali su cui lavorare per ottenere una
corretta postura
4) Mantenere il busto dritto. Quando il busto è diritto
l’energia può fluire facilmente dai piedi attraverso la colonna fino alle mani.
Questo è benefico per la salute. Dal punto di vista marziale spinte pugni,
calci ecc. sono molto più forti quando il busto è dritto. Un modo semplice per
mantenere il busto diritto è allineare le spalle con le anche. Ogni volta che
ci si muove occorre muovere spalle e anche insieme. Ovvero muovere il busto
come un corpo unico. Quando si è in grado di muovere il busto come un’unità
sarà facile usare la vita per muovere le braccia. Per fare questo il busto si
deve sempre muovere prima per guidare le braccia. E non muovere le braccia da
sole.
5) Tenere la testa
come appesa ad un filo. Non inclinare la testa avanti o dietro quando si
pratica il Taiji Quan, mantenere la testa diritta e immaginare un filo che tira
dolcemente la testa verso l’alto dal centro. Tirare leggermente il mento in
dentro aiuta la sospensione della testa. Tenere la testa sospesa aiuta a
portare l’energia dal coccige o dai piedi fino alla cima della testa. Potremmo
dire che senza un torso diritto e una testa dritta non ci potrebbe essere
flusso di Qi o di Jing (forza interna). Dopo alcuni anni di pratica costante
secondo questi principi, saremo in grado di capire dov’è la linea centrale. E
quindi se si perde l’equilibrio si è in grado di riguadagnarlo rapidamente. E
si può aggiustare il corpo a seconda della situazione. Flettere le
articolazioni delle anche, piegare le ginocchia e tirare su la testa. Sono i
tre più importanti requisiti per l’allineamento del corpo. Questo flettere ginocchia
e anche aiuta la discesa del Qi fino ai piedi, sospendere la testa aiuta a
portare il Qi dai piedi fino in cima alla testa.
Le Posizioni Corrette per la Pratica del Tai
Chi Chuan: l' Allineamento Posturale (III)
Durante la pratica del Taiji Quan vogliamo che la nostra
energia fluisca e si sviluppi in forza interna, un segno che pratichiamo
correttamente . Per ottenere questo abbiamo bisogno che il nostro corpo assuma
certe posizioni precise.
Prosegue l’analisi dei punti fondamentali su cui lavorare
per ottenere una corretta postura:
6) Stirare la schiena.
Significa tirare su
l’ultima vertebra della colonna cosicché il torso possa allungarsi. Stirare la
schiena aiuta a mantenere il corpo diritto. Inoltre aiuta a tirare dentro
coccige e natiche al fine di favorire la risalita del Qi in cima alla testa.
7) Rilassare il petto.
Una volta che il Qi
ha raggiunto la cima della testa troverà da sé la strada per scendere, di solito
attraverso la linea frontale centrale del torso. Occorre rilassare il torace e
lasciar affondare le costole per offrire al Qi le condizioni ottimali per
affondare.
8) Rilassare e lasciar cadere le spalle.
Occorre sentire le
articolazioni delle spalle come se stessero cadendo a terra. Non sollevare le
spalle. Altrimenti l’energia salirà con esse, il corpo galleggerà nell’aria e
si perderanno facilmente radici ed equilibrio. Inoltre lasciar cadere le spalle
è la strada migliore per far sì che il torso e le braccia si comportino come un
corpo unico.
9) Lasciar cadere i gomiti.
Aiuta a lasciar
cadere le spalle.
10) Sciogliere tutte le articolazioni.
Tutti sanno che
bisogna essere rilassati quando si pratica il Taiji Quan, ma non tutti sanno
che occorre ugualmente sciogliere e stirare le articolazioni e i tendini.
Quando tendiamo la testa verso l’alto e allo stesso tempo mandiamo il bacino
verso il basso, allunghiamo la spina dorsale. Quando lasciamo cadere le spalle,
i gomiti e i polsi, stiriamo le braccia. Quando pieghiamo le ginocchia e
flettiamo le giunture delle anche, stiriamo le gambe. Stirando il corpo in
questo modo favoriamo un buon flusso di Qi e un incremento della forza interna.
Ma il più grande segreto è praticare l’equilibrio di Ying e
Yang. (…)
La Chiave per padroneggiare il Taiji Quan I
Essere “song” è la chiave per padroneggiare il Taiji Quan
Essere “song” è la chiave per padroneggiare il Taiji Quan.
E’ difficile tradurre
il termine song che significa essere rilassato, non usare forza bruta, stirare
e sciogliere tutti i muscoli, i tendini e le articolazioni.
Possiamo dire se un
praticante è song testandolo nel “Mani che spingono”. E’ relativamente semplice
essere “song” praticando la forma, lo è molto meno contrastando un avversario
nel “mani che spingono”.
Se si è realmente song, quando si è attaccati si è in grado
di controllare facilmente l’attacco. Questo perché tutte le giunture sono
sciolte e la forza interna è sempre presente là dove è la mente. Quando le
braccia sono in contatto grazie al rilassamento si può (sentire), intuire il
movimento successivo dell’avversario e neutralizzarlo contrattaccando allo stesso
tempo.
Occorre essere
sciolti e morbidi per uscire fuori da situazioni difficili. Scioltezza e
rilassamento rendono difficile all’avversario mantenere l’equilibrio. In molti
casi basta sciogliere la vita e le anche per risolvere molte situazioni.
Non è possibile
raggiungere alti livelli nel Taiji senza essere song (pochi sanno che essere
song produce un forte potere).
Occorre distinguere tra song e rilassamento.
Song indica l’abilità
di un praticante di raggiungere un livello più alto.
Deve essere rilassato,
vigile (capace di sentire il movimento successivo dell’avversario), flessibile
(capace di seguire), agile (capace di muoversi rapidamente) forte (come ferro
avvolto nel cotone) e sicuro (delle sue capacità). Song è il risultato di
parecchie migliaia di ore di appropriato allenamento.
Non deriva
dall’immaginazione o dal sogno.
Il rilassamento è la
base del Song ed implica il rilassamento della mente e del corpo intero.
La Chiave per padroneggiare il Taiji Quan II
Sciogliere ed allungare tutte le articolazioni del corpo per
generare il "Peng Jing" (La "Forza Interna")
La cosa più difficile dell’essere Song è sciogliere e
allungare tutte le articolazioni del corpo.
Per questo quando
pratichiamo la forma dobbiamo sospendere la testa come fosse appesa ad un filo,
affondare la vita per sciogliere e allungare le vertebre del collo e di tutta
la colonna, lasciar cadere le spalle ed i gomiti per sciogliere e allungare le
braccia, piegare le ginocchia e mantenerle sciolte (per sciogliere ed allungare
le gambe). L’allungamento delle articolazioni produce il “Peng Jing” o potere
interno. Il rilassamento parte dalla mente; il punto cruciale è sciogliere le
articolazioni delle spalle e delle anche. Una volta che queste sono sciolte si
è sulla buona strada per essere Song. E’ importante praticare la forma in
posizioni basse e strettamente connessi in modo che ogni movimento si generi
dalla vita con la cooperazione del Tan Tien. Se la vita non si muove le braccia
non dovrebbero muoversi. Se l’interno (il Tan-Tien) non si muove, l’esterno (il
corpo) non si dovrebbe muovere. Nella pratica occorre muovere vita e Tan-Tien
prima che le braccia si muovano. Non bisogna sottovalutare l’allenamento con le
posizioni basse. E’ duro per le gambe, ma scioglie le articolazioni delle anche
molto prima delle posizioni alte e accorcia il tempo per diventare Song.
Aumenta anche molto la forza interna. Al contrario di quanti pensano che nel
Taiji Quan conti più la mente che la forza, la forza interna è assolutamente
necessaria e può essere ottenuta sia praticando la forma sia il power training,
sia il bastone lungo, il bastone corto, la palla Taiji, il Taiji Qi-Gong ecc..
L’esercizio del power training gioca un ruolo importante nell’aiutare a
diventare song e dare forte energia interna. Almeno un terzo dell’allenamento
dovrebbe essere dedicato al power training.
La Chiave per padroneggiare il Taiji Quan
III
La chiave di volta per divenire "song" è
nell’articolazione delle anche
E’ importante sottolineare che la chiave di volta per
divenire song è nell’articolazione delle anche.
Ma Hong sostiene che
quando le anche sono sciolte le altre articolazioni, a cominciare dalle spalle
seguono facilmente. I classici dicono: la prima cosa è che ogni movimento
dovrebbe partire dal busto e dalla vita e che per qualsiasi carenza la
soluzione dovrebbe essere trovata nella vita e nelle gambe. Diventare song
richiede tempo: all’incirca 10 anni praticando un’ora al giorno.
Nel “mani che spingono” è poi possibile testare i risultati
del training. Qui emergono tutti i difetti come: usare forza bruta, senza peng
jing (forma collassata) alzare spalle e gomiti ecc.. Dedicare almeno due ore a
settimana al “mani che spingono”, è un lavoro molto importante per sciogliere
le anche e diventare song. E questa è un’esperienza molto particolare ed
eccitante. Da allora in poi ci si può muover verso i livelli più alti del
training Taiji: il combattimento libero.
Analisi dei principi fondamentali del Tai
chi e del qi gong I
Tre sono gli aspetti fondamentali per la pratica
dell’energia interna: Regolazione del corpo (Tiao shen), Regolare la
respirazione (Tiao xi), Regolazione della mente (Tiao xin).
Praticare il Qi Gong e il Taiji Quan significa prendere
conoscenza ed approfondire la nostra consapevolezza delle regole della natura
che ci governano. Significa studiare il Qi, l’energia vitale che permea noi e
tutto l’universo; significa praticare questa energia, svilupparla, raffinarla,
scoprirne le modalità in cui si manifesta e i percorsi in cui fluisce e poterla
impiegare per fini che possano essere molto diversi e vanno dal campo
terapeutico al marziale allo “spirituale”.
Parlando
brevemente del Qi Gong possiamo dire che si tratta di un argomento vastissimo
suddiviso in categorie e sottocategorie.
Un primo
aspetto riguarda il Qi Gong medico, attraverso la cui pratica si possono
prevenire e curare malattie di vario genere.
L’origine
degli esercizi terapeutici è il Qi Gong taoista. Questo perché la medicina
tradizionale cinese e il pensiero taoista hanno la stessa origine. I principi
fondamentali che stanno alla base della teoria medica cinese originano tutti
dalla conoscenza taoista del mondo naturale.
Il Qi Gong
taoista comprende pratiche che servono per studiare e conoscere il mondo
naturale che comprende anche l’uomo e quindi si occupa sia della conoscenza
dell’uomo sia di come l’uomo possa unirsi ed entrare in comunicazione con la
natura. In particolare è stata approfondita la conoscenza della salute, ossia
di quali sono le condizioni di salute e quelle di assenza di salute e si sono
scoperte le leggi di funzionamento per esempio i famosi meridiani: percorsi
scoperti attraverso le ricerche taoiste di Qi Gong; e si è visto che questi
canali possono essere aperti o chiusi e si sono sviluppate tecniche
terapeutiche adeguate a liberare i blocchi che impediscono il fluire
dell’energia.
Un altro
aspetto del Qi Gong riguarda quello che si è sviluppato nelle arti marziali.
Oggetto di studio dell’aspetto marziale è come usare l’energia per difendersi o
per attaccare un avversario. Anche nella categoria delle arti marziali ci sono
un’infinità di scuole che hanno sviluppato pratiche particolari.
Tre sono
gli aspetti fondamentali per la pratica dell’energia interna:
1. Regolazione
del corpo (Tiao shen) (ovvero) - mettere a punto il corpo ovvero mettere il
fisico in condizioni ottimali per la pratica.
2. Regolare la
respirazione (Tiao xi) - chi vuole praticare Qi Gong seriamente deve per forza
gestire la regolazione della respirazione. Regolare la respirazione serve ad
entrare nella condizione giusta di pratica.
3. Regolazione della mente (Tiao xin) - la
terza regolazione è la regolazione della mente ovvero del cuore. La regolazione
del corpo e della respirazione sono fondamentali, ma senza la regolazione del
cuore e della mente le prime due non sono sufficienti. Dalla regolazione della
mente dipende l’esito effettivo della pratica (del Qi Gong) energetica interna.
Quindi in realtà è forse l’aspetto più importante delle regolazioni. Regolare
il cuore significa regolare la propria attività mentale, il pensiero e la propria
volontà, la propria attività mentale in senso lato.
Analisi dei principi fondamentali del Tai
chi e del qi gong II
Regolare il corpo significa entrare in una condizione
propria, naturale. E’ la condizione che dà più benessere possibile da un punto
di vista fisico.
LA REGOLAZIONE DEL CORPO
Regolare il corpo è
un concetto del Qi Gong che è quasi agli antipodi rispetto al concetto
occidentale di regolare il corpo, cioè non è una attività ginnica come nuoto o
palestra per migliorare la condizione fisica. C’è chi considera il Qi Gong e il
Taiji Quan una specie di ginnastica cinese ma non è così. I principi di
funzionamento delle attività sportive occidentali sono basati sul mettere in
attività gli aspetti fisici muscolari in particolare e consistono nello
sviluppare la forza e nel migliorare la potenza, la velocità e far sì che il
cuore arrivi ad un certo numero di battiti ed è un’attività in genere faticosa
nel senso fisico del termine. Fare questo tipo di attività fisica non presenta
particolari problemi finché si è giovani, ma ad un’età avanzata o in caso di
patologia non sempre è adeguata oppure non dà i risultati voluti perché è
un’attività di sforzo, presuppone il superamento dei limiti fisici della
persona. In realtà molta dell’attività ginnica sportiva occidentale non si può
applicare a persone malate o in età avanzata.
Il Qi Gong classifica queste attività sportive come
fondamentalmente innaturali che vanno oltre le capacità proprie della persona.
Invece Qi Gong e Taiji Quan sono classificati come naturali.
Regolare il corpo
significa entrare in una condizione propria, naturale. E’ la condizione che dà
più benessere possibile da un punto di vista fisico.
Per entrare in questa
condizione bisogna passare attraverso un rilassamento fisico e quindi la
differenza fondamentale tra il Qi Gong e il Taiji Quan e le nostre attività
sportive è che all’inizio della pratica non bisogna fare esercizi di
riscaldamento, non c’è questo aspetto di attivazione del nostro fisico. Nella
nostra vita quotidiana siamo sottoposti a grandi affaticamenti psichici e la
maggior parte delle persone è sottoposta a stress di tipo psichico e anche di
tipo fisico, perché la tensione si estende facilmente al corpo. Questi due tipi
di tensione inducono nel nostro corpo una circolazione scorretta e caotica
dell’energia e, se questo tipo disordinato di moto energetico si protrae nel
tempo si avrà come conseguenza lo sviluppo di qualche forma patologica. Vari
tipi di malattie sono originate da problemi di disordine nel moto energetico
della persona. La circolazione energetica in una persona normale e sana è
regolare con dei moti che seguono leggi ben precise e regole sia spaziali che
temporali in momenti diversi l’energia circola con modalità diverse nelle varie
parti del corpo.
Quindi praticare il Qi Gong e il Taiji Quan significa anche
prendere conoscenza ed approfondire la consapevolezza delle regole naturali cui
siamo sottoposti. Sfruttando queste conoscenze si può riuscire a curarsi e a
regolare il proprio fisico. Quindi la prima cosa da tenere presente durante la
pratica è la regolazione del corpo (Tiao shen).
Esistono molti metodi
pratici di regolazione. La regolazione del corpo si basa innanzitutto sul
rilassamento completo del corpo ovvero rilassare il corpo dalla testa alla
punta dei piedi, un rilassamento assoluto di ogni cellula del proprio corpo
compresi gli organi interni. E’ un tema molto importante e molto profondo ed
esistono varie tecniche per raggiungere lo scopo.
1. Rilassamento dall’alto verso il basso: SHANG XIA FANG
SONG FA.
E’ un primo tipo di
rilassamento. Evidentemente è un metodo che prevede una operazione di
rilassamento che inizia dal capo e scende sino ai piedi. Per esempio ci si puo’
immaginare pieni di un liquido, di acqua, e lentamente fare scendere questo
liquido nel vostro corpo e mano a mano che scende si compie un rilassamento.
Questo tipo di rilassamento è molto indicato nelle persone ipertese o che
soffrono di pressione alta o nelle persone nervose, emotivamente sempre
stressate e agitate. Quando si vuole praticare il Qi Gong, all’inizio si puo’
usare questo tipo di rilassamento e ripeterlo più volte fino a raggiungere un
certo grado di rilassamento. E’ la ripetizione della pratica di rilassamento
che porta ad un rilassamento, quindi se si è deciso di praticare, prima occorre
rilassarsi e ripetere una operazione di rilassamento sino a che si raggiunge il
rilassamento completo del corpo.
2. Rilassamento dal basso verso l’alto: CONG XIA WANG SHANG
FAN SONG FA.
Questo è un metodo di
rilassamento che inizia dalla pianta dei piedi e risale fino alla testa. Si
adegua alle esigenze di chi ha la pressione bassa o di chi soffre di anemia;
sarà un rilassamento che inizia dalla pianta dei piedi e man mano risale fino
al capo. Per esempio un sistema che si può usare in questo caso è quello di
mettersi sdraiati con i piedi in posizione sollevata; alzare i piedi con un
cuscino e tenere la testa più in basso dei piedi. E’ un metodo che si addice
anche alle persone che soffrono di difficoltà circolatorie agli arti inferiori;
se si hanno questi problemi si può provare ad usare questo sistema di
rilassamento dal basso verso l’alto. Altri casi in cui è indicato è il prolasso
degli organi: dello stomaco, dell’utero, dell’ano, del rene.
3. Rilassamento dalla parte anteriore alla parte posteriore
del corpo: QIAN HOU FAN SONG FA.
Ci sono persone che
durante i propri tentativi di rilassamento trovano difficoltà a rilassare la
parte posteriore del corpo: possono usare questo sistema iniziando frontalmente
e rilassando il corpo fino ad arrivare posteriormente. Chi soffre di mal di
schiena, di lombalgia, dorsalgia o sciatalgia: fa fatica a rilassare queste
parti posteriori; può provare ad operare un rilassamento prima nelle parti più
semplici da rilassare, quindi frontalmente, e poi spingere il rilassamento fino
a dove avverte dolore. Ci sono altre persone che al contrario hanno delle parti
difficili da rilassare frontalmente: ad esempio senso di schiacciamento al
petto, pancia gonfia, sensazioni di pienezza fastidiosa al costato e ai
fianchi, tutte zone che non si rilassano facilmente: potrebbero tentare di
rilassarsi al contrario, da dietro verso davanti, invertire quindi il senso.
4. Rilassamento da sinistra verso destra: ZUO YOU FAN SONG
FA.
Ci sono persone che
si rendono conto che hanno una metà del corpo che non riescono a rilassare:
esse possono provare a fare un rilassamento laterale per esempio da destra
verso sinistra. Se non si riesce a rilassare la destra si può partire dalla
parte sinistra e spingere il rilassamento verso destra. Questo rilassamento ha
lo scopo di rilassare in maniera omogenea tutto il corpo, quindi si può usare
la capacità di percezione nella differenza di rilassamento tra le due parti del
corpo. Si può usare questo sistema per cercare di rilassare quella metà del
corpo che si fa fatica a rilassare.
5. Rilassamento dall’interno verso l’esterno: NEI WAI FAN
SONG FA.
Si può pensare a
questo metodo se i precedenti non soddisfano, rilassando dall’interno del corpo
verso l’esterno. Le persone che sono molto tese, molto nervose, molto emotive,
possono pensare ad un rilassamento che inizia al centro del cervello, da
un’area centrale nella testa; si incomincia a rilassare questa zona centrale e
si espande il moto di rilassamento verso l’esterno. Per effettuare bene questo
tipo di rilassamento è meglio cercare un luogo appropriato, che dia una
sensazione di benessere, di piacere: se è un luogo naturale, positivo, è meglio.
Questo è un rilassamento di ingrandimento, nel senso che inizia da un punto
piccolo e si espande buttando all’esterno la condizione di non rilassamento.
Pensiamo alle persone che hanno problemi emotivi considerevoli, sono depresse o
troppo tese e stressate: queste persone più pensano, più cercano di rilassarsi,
più la testa va in agitazione. Quindi questo è un metodo che può essere utile
nell’eliminazione di queste tensioni, perché si catturano queste tensioni
dall’interno e si buttano fuori. E’ un metodo per le persone molto introverse,
depresse, che parlano poco e si tengono tutti i motivi di ansia e le
arrabbiature dentro. Questo è un sistema per chi comprime all’interno i
problemi, per aiutarlo a tirare fuori tutto quello che è stato compresso dentro.
Un altro tipo di rilassamento è per così dire il contrario di questo, va
dall’esterno verso l’interno, anche se non è esattamente alla rovescia.
6. Rilassamento dall’esterno verso l’interno: WAI NEI FAN
SONG FA.
Il metodo precedente,
dall’interno verso l’esterno, si adegua a chi ha troppi pensieri per la testa e
li deve buttar fuori. Al contrario il sistema che va dall’esterno verso
l’interno si adatta alle persone che sono deboli, stanche, che sono in vuoto di
qi, di energia e di sangue. E’ importante scegliere un ambiente il più
possibile naturale e piacevole, ed in questo metodo è ancora più importante
perché si devono prendere degli aspetti piacevoli dall’ambiente in cui ci si
trova, e portarli dentro. Questo sistema presuppone il trucco di andare in un
ambiente piacevole, o trovare qualcosa in un ambiente esterno che sia sereno,
rilassante e piacevole e portarlo dentro. Ad esempio, se si ha un vaso di fiori
in casa, con i fiori che stanno sbocciando, lo si mette davanti, lo si osserva
e da questa osservazione può nascere un senso di felicita’. Il fiore che sta
per sbocciare dà una grande gioia, è di una delicatezza estrema, e si può
portare questa gioia, questa delicatezza del fiore, all’interno. Un fiore che
sta per sbocciare è un fiore giovane, con energia fresca. Si realizza una sorta
di trasformazione, di ricarica che parte dall’esterno, entra, all’interno
cresce e si espande e butta fuori quello che c’è da buttar via. Se si è tesi e
nervosi si può immaginare di andare al mare: vedere un mare calmo, aiuta a
placare un moto energetico disordinato e caotico. Oppure si può pensare ad una
montagna: osservarne la maestosità e l’immensita’ e portarla all’interno del
proprio cuore rendendolo calmo e stabile. E’ un sistema per far compenetrare
una parte dell’ambiente esterno con noi stessi, è uno scambio.
Il rilassamento è
quindi il principio basilare e il punto di partenza imprescindibile per la
pratica del Qi Gong e del Taiji Quan.
A qualsiasi livello non si sottolineerà mai abbastanza
l’importanza del rilassamento, soprattutto per i praticanti di stile chen che a
differenza degli altri praticanti di taiji pongono spesso più attenzione
all’emissione di energia (Fa-jing) il cui presupposto fondamentale è però
proprio il rilassamento.
Chen Zhao-Kui dava
molta importanza al rilassamento che deve essere totale. Solo il rilassamento
ci permette di scaricare l’energia in modo così potente e rapido da non
permettere reazione.
L’esercizio del Taiji Quan tira fuori le potenzialità
nascoste del corpo umano in modo naturale. Durante la pratica la mente deve
essere completamente controllata e governare muscoli, tendini, ossa e organi
interni in modo che possano lavorare insieme sinergicamente e si possa essere
rapidi e leggeri nel movimento. La pratica rende la mente capace di guidare il
corpo ad esprimere le sue potenzialità nascoste. Mente e corpo devono agire
insieme come un’unità. In uno scontro la mente deve convogliare tutta la forza
del corpo nel punto di contatto e perché questo avvenga il corpo deve essere
rilassato e sciolto. Come una molla.
Vediamo i punti
essenziali di questo rilassamento da un punto di vista più specifico per il
Taiji Quan (di stile CHEN).
< strong>1. E’ la mente che deve essere rilassata per
prima. Prima la mente e poi il corpo. Se rilassiamo la mente anche il corpo si
rilasserà.
Nel Taiji Quan quando
una parte del corpo si muove, tutto il corpo si muove e quando una parte è
ferma tutto il corpo è fermo. Il movimento e l’immobilità sono sotto il
controllo della mente. Ecco perché quando pratichiamo dobbiamo essere calmi,
rilassati e perfettamente concentrati. Solo allora possiamo sviluppare un’alta
sensibilità. Il primo passo è quindi porre la mente in uno stato rilassato e
tranquillo. Perché serva al nostro scopo.< em>2.
Se la mente è
tranquilla e rilassata, l’attenzione sarà in grado di rilassare e sciogliere
gli organi interni, i muscoli, i tendini e le articolazioni.
I classici del Taiji
Quan affermano: “La nostra pelle deve essere sensibile e tutte le articolazioni
devono essere sciolte. Chen Zhao-Kui affermava: “Dovremmo allungare il corpo
partendo da punti opposti”.. “Se una parte del corpo va in su l’altra deve
andare in giù”. O “se si scarica energia a destra occorre rilassare e affondare
la parte sinistra del corpo”. Il principio indicato è: sciogliere e allungare
tutte le articolazioni del corpo.
3. Quando pratichiamo, eccetto per la sommità del capo che
deve essere tirata verso l’alto tutte le parti del corpo devono essere sciolte
e affondate.
Per quanto riguarda
le braccia occorre sciogliere e rilassare le spalle affondare i gomiti e
piegare i polsi. Per le gambe dobbiamo rilassare ed aprire le anche, flettere
le ginocchia, e le caviglie; per il tronco occorre rilassare la gabbia toracica
e rilassare e affondare la regione lombare della colonna vertebrale. Tutto ciò
perché le giunture possano essere sciolte e rilassate e il peso del corpo e il
Qi possano affondare e di conseguenza la parte inferiore del corpo possa essere
solida e ben radicata e la parte superiore libera e leggera.
4. Il rilassamento deve essere “vivo” .
Questo si deve verificare principalmente nelle giunture e
poi nei movimenti flessibili a spirale degli arti generati dalla vita e dal
Tantien: il Chan-Su-Jing. La chiave per ottenere ciò è che attraverso la
pratica della forma, specialmente il Chan Su- Jing. Sciogliamo le articolazioni
e i tendini e aumentiamo la flessibilità dei muscoli.
I classici dicono: quando ci muoviamo tutto il corpo deve
essere leggero e agile. Dobbiamo esercitarci in questo modo cosicché tutte le
nostre giunture siano sciolte e possano rapidamente mobilizzare la forza
dell’intero corpo nel punto di contatto con l’avversario.
Analisi dei Principi fondamentali del Taiji
Quan e del Qi Gong III
Riprendiamo il tema dell’importanza del rilassamento nella
pratica del Tai Chi Chuan e del Qi Gong: I classici dicono: “quando ci muoviamo
tutto il corpo deve essere leggero e agile. Dobbiamo esercitarci in questo modo
cosicché tutte le nostre giunture siano sciolte e possano rapidamente
mobilizzare la forza dell’intero corpo nel punto di contatto con l’avversario”.
Le giunture più importanti da sciogliere sono quattro: le
spalle e le anche.
Chen Zhao-Kui diceva:
dobbiamo rilassare attentamente il torace ). Se è rigido si riempirà di Qi e
non potrà coordinare i movimenti del corpo. Allora saremo facilmente battuti.
Inoltre la cosa più importante è condurre tutti i movimenti dalla vita e dal torace.
La chiave per mantenere il petto rilassato è sciogliere le spalle e la chiave
per mantenere la vita rilassata è sciogliere le articolazioni delle anche.
Quando si fa pratica Tui-Shou (“Mani che spingono”) la cosa
più importante è controllare le spalle dell’avversario.
Se per lui è
difficile girare, resisterà e sarà sotto il nostro controllo. La possibilità di
girare le spalle dovrebbe essere effettuata dal busto e dalla vita che devono
girare insieme come un’unità e tutte queste parti: spalle, busto e vita devono
essere rilassate e sciolte. Quando insegnava Tui-Shou diceva: la cosa peggiore
che potete fare è che quando l’avversario spinge voi alzate le spalle e il
busto e la vita diventano un pezzo di legno. Questa è la fine.
Così quando parliamo
di rilassamento intendiamo sciogliere le articolazioni delle spalle e delle
anche, e che il rilassamento del busto dipende dalla scioltezza delle
articolazioni delle spalle, e il rilassamento della vita dalla scioltezza delle
anche.
Se siamo in grado di
fare questo il rilassamento per noi non ha più segreti.
Come esercitarsi per essere rilassati.
I principianti non
possono evitare di essere rigidi. Questo è normale quando si comincia ad
imparare il Taiji Quan, non si ha familiarità con i movimenti e ci si irrigidisce.
Quando gli studenti
hanno imparato l’intera forma allora occorre cominciare a lavorare sul
rilassamento sottolineandone l’importanza e utilizzando vari metodi:
1) Il rilassamento si dovrebbe basare su un corpo diritto ed
esteso.
Altrimenti la forma
collasserebbe a causa dell’oscillare delle spalle o l’iperestensione delle
ginocchia.
2) Il Taiji Quan di stile Chen è caratterizzato da un
andamento misto lento e veloce. Ma i principianti non essendo completamente
rilassati devono praticare la forma lentamente. Attraverso la lentezza possono
sentire le parti del corpo che non sono rilassate e possono avere una migliore
comprensione del rilassamento.
3) Tutti i movimenti del Taiji sono a spirale e circolari.
Occorre cercare di
essere rilassati mentre si eseguono i movimenti a spirale. E’ difficile essere
rilassati se ci si muove per linee dritte.
4) Cominciamo con lo sciogliere per prime le articolazioni
più importanti.
Poi possiamo
combinare la scioltezza delle spalle con quella dei gomiti e della vita ed
essere in grado di sentire come le articolazioni si muovono una dopo l’altra
come il movimento di un verme che muove il suo corpo sezione per sezione.
5) Il Taiji Quan richiede che tutte le parti del corpo siano
affondate.
Questo comporta un
pesante carico per le gambe che devono essere solide e forti per dare un valido
sostegno alla parte superiore del corpo. Le posizioni basse aiutano il
rafforzamento delle gambe. Solo quando le gambe sono forti si può ottenere un
buon rilassamento della parte superiore del corpo. Perciò è bene praticare
posizioni basse per allenare e rafforzare le gambe in modo da poter rilassare
la parte superiore del corpo.
6) Attraverso “Mani che spingono” possiamo imparare come
prendere la forza dell’avversario.
Se vogliamo usare la
sua forza non dobbiamo resistere ma assecondare. Chi non vuole perdere è sempre
teso e rigido e perciò fa resistenza. Se non si ha paura di perdere si può
essere rilassati. Perciò quando si fa “mani che spingono” si deve essere pronti
a perdere e non si deve cercare di evitare di perdere. Se non ci spaventa
perdere il beneficio è enorme. Non si deve temere di lasciar venire avanti
l’avversario quando spinge. Dobbiamo lasciarlo spingere tanto quando vuole e
soltanto rilassarci e lentamente sviluppare la capacità di contenere e
assorbire al forza che avanza.
Analisi dei Principi del Taiji Quan IV
Il Taiji Quan e' un'arte marziale la cui filosofia e' basata
sulla teoria dello Yin e dello Yang e dell' Yi Ching
Il Taiji Quan è
un’arte marziale la cui filosofia è basata sulla teoria dello Yin e dello Yang
e dell’Yi-Ching.
E spesso ci si
riferisce a questo aspetto del Taiji Quan come “morbido e duro insieme”.
Un’arte marziale che enfatizzi solo il morbido e il
rilassato non può essere Taiji Quan.
Il rilassamento è
solo una parte del training di base, del Taiji Quan.
Il proposito è quello
di sviluppare una forza che sia morbida e dura, leggera e pesante attraverso il
rilassamento e altri metodi. La forza del Taiji, è la forza dell’intero
corpo e non può essere ottenuta solo con
il rilassamento.
La forza del Taiji si
ottiene attraverso la pratica diligente della forma, mani che spingono, la
pratica di singoli movimenti e altri programmi di training.
Tutti questi training
non contrastano col rilassamento ma gli sono complementari. Alcuni non
praticano il training della forza per paura di ostacolare il rilassamento. Il
timore è infondato.
Alcuni pensano che i
praticanti di Taiji non dovrebbero usare pesi e usare la forza. Questo non è
vero. Prima di imparare il Taiji Quan il corpo è rigido e la forza non è
flessibile.
Dopo aver imparato il
Taiji Quan si è molto rilassati, il Qi circola e si è liberi dalla rigidità ma
si mantiene la forza. La forza rigida di solito proviene dalle spalle e non è
controllata dalla vita. In termini economici la forza rigida è il nostro capitale
e il rilassamento è il metodo che usiamo per fare affari. Se sappiamo come fare
affari con un piccolo capitale possiamo fare grossi affari. Se non lo sappiamo
anche con un gran capitale non riusciamo a fare affari. Perciò, una volta
imparato a fare Taiji correttamente non c’è niente che non si possa fare, sia
esso sollevamento pesi, lotta o corsa.
Mr. Dong Ying-Jie paragona il power training al capitale
necessario per fare affari e il rilassamento alla conoscenza necessaria per
avere successo.
La forza del Taiji è
come la forza di un trampolino, una miscela di morbido e duro. I classici del
Taiji dicono: lascia che l’avversario venga avanti e colpiscilo non appena
perde il suo equilibrio.
Se volete lasciare
l’avversario venire avanti dovete in primo luogo essere rilassati. Per colpirlo
è necessaria una grossa forza elastica basata sul rilassamento. Occorre
sviluppare una grande forza interna e allo stesso tempo il rilassamento.
Combinando i due si può ottenere una grande forza elastica che è la vera essenza
del Taiji Quan.
Perciò rilassamento e
power training non sono incompatibili ma complementari. La chiave è che bisogna
essere prima rilassati e poi su questa base sviluppare la forza. La concezione
che il power training possa danneggiare il rilassamento è priva di fondamento.
I 10 PRINCIPI ESSENZIALI DEL TAI CHI CHUAN
Benché la forma (xing) sia il meno importante dei tre
elementi fondamentali del Tai Chi Chuan, (rammentiamo che gli altri sono
l’energia, chi, e lo Spirito, shen), essa e il primo elemento da affrontare per
il principiante. Potete avventurarvi fruttuosamente negli elementi dell’energia
e dello Spirito solo quando sapete eseguire in modo appropriato la forma del
Tai Chi Chuan. Ecco perché ‘i dieci fattori essenziali del Tai Chi Chuan’ di
Yang Deng Fu, che tributano grande attenzione all’addestramento alla forma,
sono probabilmente i più utili per gli studenti nello stadio iniziale,
indipendentemente da quando hanno cominciato a praticare il Tai Chi Chuan.
Yan Deng Fu è il
maestro che trasformò il vigoroso Tai Chi Chuan dello stile Chen nel
delicato e aggraziato stile Yang ampiamente praticato al giorno d oggi.
Esaminiamo i dieci fattori essenziali del Tai Chi Chuan così come egli li
descrisse.
1. Lo Shen sale alla sommità: Per far salire alla sommità
del capo lo
shen, o Spirito, devi
tenere la testa dritta. Non impiegare la forza;
anche se così facendo
il capo è verticale, il sangue e il chi non
circolano
liberamente. Se pur vi è la volontà di far salire alla
sommità lo shen,
forzando esso non sale e mancherà di lucidità
mentale.
2. Abbassa il petto, solleva la schiena: Abbassare il petto
significa ti-
rarlo in dentro per
facilitare la discesa del chi nel dan tian (il campo
dell’ energia
addominale che si trova sette centimetri sotto l’ombelico):
Non espandere il
petto, altrimenti il chi vi accorrerà e ne ricaverai ‘la
parte superiore
pesante, la parte inferiore leggera’, e i talloni ‘galleggeranno’.
Sollevare la schiena significa farvi aderire il chi: Se
abbassi il petto,
solleverai
automaticamente la schiena. Se riesci a sollevare la schiena,
consentirai alla
forza interna di entrare in gioco dalla schiena, e avrai la
possibilità di
risultare vittorioso in combattimento.
3. Rilassare la vita: La vita è la parte predominante del
busto. Rilassare
la vita permette ai
piedi di avere forza in modo che la postura sia stabile.
Le variazioni e le
trasformazioni da ‘apparente a ’solido’ Si attuano a partire
dalla vita. Così si
dice: “Il centro di comando dell’esistenza nasce dalla vita”.
Coloro che non hanno potenza in combattimento, possono
ricercarne la causa
nella vita.
4. Distingui tra ‘apparente’ e ’solido’: Distinguere tra
‘apparente’ e ’solido’ è il
principio
fondamentale del Tai Chi Chuan. Se tutto il peso corporeo è
sostenuto dalla gamba
destra, essa è ’solida’ mentre la gamba sinistra è
‘apparente’; se tutto il peso corporeo e sostenuto dalla
gamba sinistra, essa è
’solida’, mentre la gamba destra è ‘apparente’.
Quando ‘apparente’ e ’soiido’ sono ben distinti i movimenti
sono agili, quasi
spontanei; viceversa,
i movimenti delle gambe diventano pesanti, la postura
instabile ed è facile
che l’avversario ne approfitti
5. Abbassa le spalle, fai scendere i gomiti: Abbassare le
spalle significa
rilassarle e farle
automaticamente scendere. Nel caso contrario, il chi risale
e tutto il corpo
manca di forza. Far scendere i gomiti significa rilassarli
entrambi e farli
automaticamente scendere. Sollevarli rende impossibile
abbassare le spalle.
Il flusso del chi, non sarà dunque di vasta portata; è
una debolezza
paragonabile a quella del Kungfu esterno noto come: ‘forza
discontinua’.
6. Impiega la volontà, non la forza: La filosofia del Tal
Chi Chuan afferma:
“Tutto sta in questo: impiega la volontà, non la forza”.
Durante la pratica del
Tai Chi Chuan tutto
il corpo sia rilassato; non vi sia il minimo ristagno di
tensione nel muscoli,
nelle ossa e nella circolazione del sangue, che
provocherebbe
un’autolimitazione.
Quando sarai
completamente rilassato, diverrai spontaneamente agile e
versatile nei
movimenti circolari. Alcuni si domanderanno come sia possibile
sviluppare la forza
senza l’impiego della forza fisica. Ciò avviene perché il
corpo possiede i
meridiani, così come la terra è attraversata da canali sotterranei.
Se i canali non sono
ostruiti, l’acqua scorre naturalmente. Allo stesso modo,
se i meridiani non
sono ostacolati, il chi scorre armoniosamente. Se tutto il
corpo è compresso
dalla forza, il chi e la circolazione del sangue sono ostacolati
e i movimenti
diventano goffi. Il corpo si muove anche se tiri un capello.
(Ciò significa che
poiché tutte le parti del corpo sono collegate dai meridiani, ogni
parte influenza tutte
le altre). Se invece di impiegare la forza, usi la volonta, il chi
si porterà dove lo
dirigerai. Ecco perché bisogna che ogni giorno il chi e il sangue
circolino senza
ristagno per tutto il corpo, senza
interruzione. Con un lungo
allenamento
svilupperai la vera forza interiore. Così si dice nella filosofia del
Tai Chi Chuan: “Sii
estremamente morbido e delicato, e sarai estremamente duro
e vigoroso”. Il
braccio di un esperto di Tai Chi Chuan è come ferro ricoperto da
bambagia,
estremamente potente e stabile. Chi si è addestrato all’arte marziale
esterna è potente
quando impiega la forza, leggero e galleggiante quando non la
usa. Ciò dimostra che
la sua forza è esterna e galleggia in superficie. L’impiego
della forza senza la
volontà crea instabilità, e l’arte non è completa.
7. Coordinare la parte superiore con la parte inferiore:
Cosa significhi coordinare
la parte superiore
con la parte inferiore è detto nella filosofia del Tai Chi Chuan:
“Ha le radici nei piedi, si attua nelle gambe, è controllato
dalla vita, si manifesta nelle
mani e nelle dita”.
Dai piedi alle gambe, fino alla vita, l’azione si completa in un ‘eh’
(un termine del Kungfu che significa ‘continuamente e
spontaneamente senza alcuna
interruzione per la
durata di un lungo respiro). I movimenti delle mani, i movimenti
della vita, i
movimenti delle gambe, il movimento dell’ occhio vigile, sono unificati in
un unico movimento;
di esso solo si può dire che la parte superiore e la parte inferiore
siano coordinate; se
manca anche solo un movimento, se c’è anche una sola interruzione,
il movimento
unificato risulta disordinato.
8. Unità dell’interno con l’esterno: L’allenamento del Tai
Chi Chuan avviene nella
mente; perciò si
dice: “la mente è il maestro, il corpo è il veicolo”. Quando la mente è
allenata, tutti i
movimenti e le azioni diventano automaticamente
leggeri e agili. Le forme
del Tai Chi Chuan non
sono altro che il muoversi dell’ ‘apparente’ e del ’solido’, sono
apertura e chiusura.
Per apertura non si intende solo l’estensione delle mani e delle gambe,
ma anche della mente
e della volontà; per chiusura si intende non solo il riunire le mani e
le gambe, ma anche il
ritrarre la mente e la volontà (intendendo il raccoglimento). Se l’interno
e l’esterno si
uniscono in un chi (o corpo di energia), non c’è separatezza nel cosmo.
9. Continuità senza interruzioni: Nelle arti marziali
esterne, la potenza deriva da una
tensione postnatale
(o artificiale, contrapposta a quella naturale); c’è quindi un inizio e
un completamento, continuità
e interruzione. Il momento in cui la vecchia forza si è esaurita
e la nuova forza non
è ancora comparsa è quello che l’avversario sfrutterà più facilmente.
Nel Tai Chi Chuan si
impiega la volontà, non la forza; ininterrottamente dall’inizio alla fine,
ricominciando daccapo
al termine di ogni ciclo, circolando incessantemente.
Il trattato originale
sostiene che essa somiglia alle onde incessanti del Fiume Lungo
(Yangtze Kiang, il
fiume più lungo della Cina). L’applicazione della forza nel Tai Chi Chuan
è descritta anche
come la tessitura della seta (lunga e ininterrotta), che esprime accumulazione
e continuità nel tempo di un chi (ciò significa che la forza interna viene
continuamente incanalata, regolata dal ritmo del respiro).
10. Ricercare il riposo nel movimento: Le arti marziali
esterne raccomandano di correre e
saltare il più
rapidamente possibile; si impiega perciò molta forza, e dopo l’addestramento
i praticanti sono
senza fiato. Nel Tai Chi Chuan è la calma a dirigere i movimenti. Il praticante
di Tai Chi Chuan si muove come se fosse in stato di quiete. Perciò, quando si
effettua il Tai Chi Chuan, il movimento deve essere il più lento possibile; il
respiro diviene allora lungo e profondo, il chi scende nel dan tian (campo di
energia addominale), e automaticamente non c’è alcun arresto dovuto a un
ristagno del sangue o a un aumento del flusso del chi. Gli studenti dovrebbero
stare molto attenti a tali consigli e sperimentarne gli effetti; allora
apprezzeranno lo scopo del Tai Chi Chuan.
Sono considerazioni
preziose non solo per gli studenti, ma anche per i praticanti esperti.
Appare ovvio dai
consigli di tutti e tre i grandi maestri citati che lo scopo primario del Tai
Chi Chuan è efficienza in combattimento (benché Wu Yu Xiang concluda la serie
di consigli dicendo che il Tai Chi Chuan si pratica allo scopo di “ottenere
salute, vitalità e longevità”). Tutti gli elementi sottolineati nei loro
consigli si propongono di migliorare l’abilità in combattimento del praticante
di Tai Chi Chuan: per esempio la differenza tra ‘apparente’ e ’solido’,
l’accumulo del chi nell’addome, la salita dello shen, o spirito, al capo,
intendono offrire al praticante padronanza di sé, forza interna e lucidità
mentale affmché possa combattere al meglio. Le qualità che derivano dalla
pratica del Tai Chi Chuan come arte marziale sono utili anche nella vita
quotidiana. Se però gli studenti o gli istruttori adottano, nella pratica o
nell’insegnamento del Tai Chi Chuan, il modo di pensare
secondo cui il Tai
Chi Chuan si effettua solo per la salute e mai per il combattimento,
trascureranno probabilmente quei metodi di allenamento volti allo sviluppo di
tali qualità, con la convinzione che non siano pertinenti al loro scopo; ecco
perché non acquisiranno le qualità che stimolano la salute, la vitalità e la
longevità.
Molti studenti
eccedono nel secondo dei fattori descritti da Yang Deng Fu, ‘abbassa il petto,
solleva la schiena’, col risultato di chiudere il petto al punto di incidere
sul respiro, e incurvare la schiena.
‘Abbassare il petto e sollevare la schiena’ dovrebbe far
scendere il chi nel campo energetico dell’ addome e non stringere in una morsa
il cuore o soffocare i polmoni! Commentando tale considerazione, il maestro
contemporaneo Cheng Man Ching ha detto: “Abbassare il petto significa non
espanderlo e non incavarlo.
Dovrebbe essere
rilassato. È questo soltanto il metodo corretto”.
Il Taiji Quan, l'Arte del Guerriero I
" Un buon mercante nasconde i suoi tesori e fa come se
non avesse nulla", "Il buon artigiano non lascia tracce". Ed
ancora: "Chi è abile nella difesa si nasconde nelle più impenetrabili
profondità della terra, chi é abile nell'offesa manovra nelle più elevate
altitudini del cielo. Così protegge se stesso e ottiene la completa
vittoria" ( Sun Tzu - L'Arte della Guerra - Ubaldini Editore).
IL TAIJI QUAN: L’arte del Guerriero
di Flavio Daniele
prima parte
Nonostante il Taiji Quan, antica arte marziale cinese, sia
ormai presente nel nostro paese da moltissimi anni e conti innumerevoli
praticanti, nella realtà dei fatti sono pochi quelli che hanno una visione
chiara e completa delle sue enormi potenzialità sia come pratica marziale, sia
come disciplina di sviluppo interiore delle potenzialità dell’essere umano.
Esso, oltre che il mezzo ideale per giungere a un’integrazione cosciente e
sempre più attenta del “sistema corpo-mente”, é il mezzo più idoneo per
giungere ad una visione metafisica dell’arte marziale. I suoi movimenti
eleganti e morbidi nella maestosa semplicità del gesto nascondono un immenso
potere, che difficilmente occhio inesperto, che non riesce a penetrare oltre la
loro esteriorità, potrà cogliere. Il Taiji Quan o Boxe della Suprema Polarità,
anche nel suo manifestarsi ripropone la sua paradossalità: esternamente
semplice, internamente complessa. Questa sua duplice natura, questo volersi
nascondere, non rivelare le sue potenzialità, rivelatrice della sua autentica
essenza marziale, inganna ed induce in errori di sottovalutazione, cosicché
anche serie organizzazioni di altre, altrettanto serie, discipline marziali,
pensano che pochi week end di formazione siano sufficienti ai loro tecnici per
diventare insegnanti di Taiji Quan. Non è così. Per non incorrere in errori,
per non scambiare semplice per banale, bisogna capire che il taiji, basato
sulla filosofia taoista, è l’arte della Forza Intelligente; che il concetto
d’impenetrabilità che pervade tutto il pensiero taoista, dalla politica al
commercio all’artigianato è connaturato alla sua pratica:
” Un buon mercante nasconde i suoi tesori e fa come se non
avesse nulla”, “Il buon artigiano non lascia tracce”. Ed ancora: “Chi è abile
nella difesa si nasconde nelle più impenetrabili profondità della terra, chi é
abile nell’offesa manovra nelle più elevate altitudini del cielo. Così protegge
se stesso e ottiene la completa vittoria”
( Sun Tzu - L’Arte della Guerra - Ubaldini Editore).
Purtroppo fino ad oggi, per motivi di ordine vario, troppo
lunghi da esaminare nel presente articolo, questo travisamento continua.
Infatti la maggior parte dei praticanti lo utilizza come una profilassi
antistress contro, come recitava uno slogan pubblicitario di un famoso liquore,
il logorio della vita moderna, altri come una banale ginnastica morbida per
anziani. Sicuramente il Taiji può essere anche questo, ma non è solo questo. La
“maestosità” del taiji non sta nell’aspetto esteriore del gesto, che anzi non
richiede nessuna particolare abilità o prestanza fisica, ma nel fatto che ogni
gesto, impregnato di volontà/intenzione, unico e irripetibile, è un Gesto di
Potere in grado di dispiegare una volontà di combattimento simile alle sacre e
antiche danze guerriere.
“Usa la mente non la forza” raccomandano, infatti,
continuamente i saggi del Taiji Quan. In questo antico detto è racchiuso tutto
il suo potere, sia come arte marziale, sia come semplice ginnastica
psicofisica. La pratica ha il solo scopo di dischiudere il potere della mente,
di dispiegare l’interazione dinamica tra corpo e mente, di colmare il baratro
tra pensiero e azione di una mente troppo razionale, di recuperare l’agire
diretto e istintivo del cuore.
Un corpo forte, un pugno potente a nulla servono se il cuore
trema.
Questo comporta, oltre al lavoro sulle qualità della mente
(volontà, attenzione, concentrazione etc.), lo sviluppo di quelle che sono
chiamate le “ Tre Armonie Interne ”:
1° l’armonia tra le proprie emozioni (la mente- cuore o Xin)
e il pensiero cosciente Yi (ovviamente, cuore, non inteso solo come organo
fisico ma come quella parte impalpabile fatta di sensazioni, sentimenti ed
emozioni);
2° l’armonia tra la mente Yi e il Qi che significa la
capacità di guidare coscientemente l’energia;
3° l’armonia tra QI e Li, che vuol dire la capacità di
trasformare il qi in vigore e forza interna (Jin) per muovere il corpo.
Solo quando il pensiero cosciente (yi), l’emozioni e
l’istinto sono armonizzati che avviene l’allineamento tra mente e corpo, tra
pensiero ed azione.
Quando mente e corpo sono allineati lo Yi (l’intenzione
cosciente ) sgorga copiosa diffondendosi, similmente all’acqua di un canale
d’irrigazione, in tutto il corpo impregnando gli organi interni, le ossa, i
muscoli, l’articolazioni ed i tendini. Così che questi stimolati della
volontà/intenzione passando sotto il controllo diretto della nostra volontà
cosciente possano agire senza che ci sia sfasatura tra ciò che pensiamo di far
fare al nostro corpo e ciò che effettivamente riusciamo ad ottenere.
Corpo e mente si fondono in una nuova realtà dimensionale di
ordine superiore ( Shen-Spirito), scompare ogni differenziazione, il pensiero
si fonde nell’azione e si sperimenta il “wu wei” “ l’agire senza intenzioni ”.
Il mio ultimo libro “I Tre poteri Segreti del Taiji Quan”
edito dalla Luni, ha come sottotitolo “La Spada del Cuore”, nell’introduzione
spiego il perché di questo sottotitolo, qui per chi non avesse letto il libro,
la riporto integralmente, perché chiarisce, a mio avviso, la vera funzione
dell’arte del Taiji Quan.
“Il mio primo libro (Le Tre Vie del Tao), che aveva lo scopo
di mettere in risalto il sottile filo conduttore che lega le varie Vie (Tao), e
di dimostrare che, aldilà di differenze esteriori, tutte si basano sullo sviluppo
di Tre Poteri (Corpo, Mente, Energia) aveva come sottotitolo: Il Guerriero che
Sorride. Il presente, che continuando il discorso, entra nel cuore dei Tre
Poteri, ha come sottotitolo: La Spada del Cuore. Non sono scelti a caso, ed
hanno una motivazione profonda, che è poi quella che, fin da ragazzino, mi ha
portato ad interessarmi d’arti marziali e di discipline interne. Le arti
marziali in genere ed il Taiji Quan, in particolare, nel mondo moderno, hanno
perso lo scopo “ esterno ” come tecnica di combattimento fisico per assumere
quello “ interno “ d’arte di combattimento spirituale.
Non servono per rendere i tuoi pugni duri come pietre, ma
per fare il tuo cuore forte per aprirti con un sorriso alla vita. E’ la “ Paura
” che molto spesso ci fa diventare duri e violenti, che rende il nostro cuore
insensibile e le nostre labbra serrate, per combatterla, dobbiamo usare il “
Piombo ” delle nostre insicurezze per forgiare, con l’oro del nostro amore per
la vita, la Spada del Cuore.
Il Taiji non serve per fare a calci e pugni, ma per
combattere contro le proprie debolezze, è un processo alchemico (Nei Dan) di
trasmutazione interiore. Così come, un semplice guerriero era trasformato in un
nobile cavaliere, dalla spada che il suo re gli poggiava sulla spalla, analogamente,
il taiji è la spada che può trasformare un semplice praticante in un “
Guerriero che Sorride ”. Così, come un cavaliere non avrebbe mai usato la spada
che aveva sancito il suo “ status “, per le normali battaglie, analogamente, il
taiji non deve essere usato per risse da strada. E’ troppo complesso e
raffinato per avere un utilizzo immediato e diretto come arte di combattimento
fisico, però, è ciò che può rendere il tuo braccio fermo e il tuo cuore saldo,
se tu dovessi avere veramente bisogno di combattere.”
Per approfondire gli argomenti del presente articolo si
consiglia la lettura dei due libri dell’autore: “Le Tre Vie del Tao” Meb Ediz.
e “I Tre Poteri Segreti del Taiji”Luni Ediz.. Inoltre, sono disponibili le
cassette didattiche sugli esercizi di Nei Gong per lo sviluppo del potere
interno.
Per informazioni sugli stage del M° Daniele su Asti, Torino,
Alessandria , Bologna e sui programmi dei corsi di formazione istruttori della
scuola Nei Dan:
Tel. 051 239578 - 347 8701436
Sito web: www.taichineidan.com * E-mail: neidan@libero.it
IL TAIJI QUAN: L'arte del Guerriero II parte
L'immortale saggio taoista Lao Tse diceva che "il
morbido vince il duro, che il debole prevale sul forte". Questo paradosso,
é solo apparente, e non é tale per chi ha sviluppato il potere della forza che
nasce del cuore. Chi ha sviluppato il "dominio cosciente" della
dicotomia della "Suprema Polarità", conosce i "Due Grandi
Poteri", i due poli fra i quali tutto si manifesta: Lo Yin e lo Yang.
IL TAIJI QUAN: L’arte del Guerriero
di Flavio Daniele
L’immortale saggio taoista Lao Tse diceva che “il morbido
vince il duro, che il debole prevale sul forte”. Questo paradosso, é solo
apparente, e non é tale per chi ha sviluppato il potere della forza che nasce
del cuore. Chi ha sviluppato il “dominio cosciente” della dicotomia della
“Suprema Polarità”, conosce i “Due Grandi Poteri”, i due poli fra i quali tutto
si manifesta: Lo Yin e lo Yang. Sa che per capire ciò che é veloce deve
conoscere ciò che é lento, per capire il duro deve conoscere il morbido, e così
di seguito in un fluire dinamico di rapporti complementari e cooperanti,
opposti e distruttivi. Il simbolo del Taiji, la sfera contenente lo Yin e lo
Yang, non rappresenta solo una realtà metaforica, ma anche una realtà
sostanziale, che si esplica, oltre che sul piano mentale, sul piano prettamente
fisico-energetico. Questo vuole dire che il corpo si comporta come una sfera
d’energia e si sviluppa la consapevolezza della forza che si esplica
uniformemente nelle sei direzioni fondamentali (in alto e in basso, avanti e
indietro, a destra ed a sinistra). Si sviluppa un equilibrio mentale e fisico
che generando una potenza dinamica, calma e rilassata, fa si che il corpo si
muova come un’unità, con una maestria di movimenti armonici e perfettamente
equilibrati tra duro e morbido, veloci e lenti, pieno e vuoto.
La pratica del Taiji, come sistema di difesa del proprio
corpo e per la salute, richiede una disciplina sia interiore che esteriore che
può sviluppare l’abilità fisica ad alto livello, perché mobilitata dal qi e
diretta dalla mente. Lo sviluppo comincia con l’allenamento del corpo per far
si che diventi forte, coordinato ed efficiente. Attraverso una corretta pratica
di base per lo sviluppo della forza interna, le potenzialità fisiche del corpo,
abitualmente limitate per la maggior parte delle persone, possono essere
largamente potenziate. Questo comporta: praticare correttamente la forma,
allenamento specifico di power training (allenamento per la potenza),
armonizzazione e coordinazione dell’azione dei principali gruppi muscolari per
potere esprimere la massima efficacia con il minimo sforzo.
Se uno lavora sulla struttura fisica, la potenza del corpo
può essere elevata da un 40% a un 60% non di più. Per aumentare ulteriormente
bisogna lavorare, non solo sulla componente fisica, ma anche su quella
energetica. Questo vuol dire che l’individuo deve guardare all’interno di se
stesso per attingere potere da quella segreta sorgente interiore che é il
dantian (centro del potere e della volontà situato nell’addome).
Ognuno di noi é come se avesse a disposizione una turbina a
gas molto potente, in grado di sviluppare molta energia, ma non é può avviarla
per mancanza di un cerino. “Il cerino é la nostra mente”, che deve essere
allenata così che la sua volontà, il suo intento possano accendere la “turbina
interna” e sviluppare energia e potere, sia per scopi marziali che salutari.
Questo tipo di potere deve essere raffinato, così che la mente possa dirigere
il corpo con facilità e senza sforzo. Emettere e far esplodere la forza interna
(Fa Jin) richiede l’uso combinato del potere del corpo e del potere della
mente.
Un corpo che lavora in giusta tensione dinamica, significa
che lavora per “forze contrapposte”. Quando una parte del corpo va in avanti
l’altra va indietro, quando una mano spinge in avanti l’altra spinge indietro,
quando una forza va verso l’avversario l’altra va giù nei piedi verso la terra.
E così di seguito, in un bilanciamento continuo e dinamico. La base é la
comprensione della funzione reciproca e del giusto rapporto gerarchico tra
l’uso della “forza centralizzata” e quella “periferica”; tra la “parte
superiore e l’inferiore” del nostro corpo, tra la “parte destra e la sinistra”,
tra la “parte anteriore e la posteriore”. Bisogna avere muscoli forti e potenti
nella schiena , perché si possa spingere forte. Quando ci si muove come una
sola unità, ogni movimento é originato dal dantian e l’energia interna é in
ogni movimento delle mani, delle braccia e delle gambe. Ogni giuntura deve
agire come parte di un serpente con l’energia che si muove a spirale. Tutto
questo, fa parte di uno specifico allenamento di base (sviluppo della potenza,
applicazioni, jin e autodifesa).
Non molta gente capisce questo, pochi hanno visto questo
tipo di allenamento e di preparazione, solo pochi studenti selezionati vi hanno
accesso. Per questo le forme di Taiji sono diventate deboli e molto meno ricche
e significative, molti praticanti eseguono correttamente la forma, ma non sono
in grado di generare potenza perché privi del potere del qi.
La forza del qi deriva dal potere della mente, esso per
esprimersi usa i muscoli più profondi e interni, particolarmente quelli posti
al centro del nostro corpo intorno alla vita e al bacino, questa zona é il
motore e il centro della forza. Centrare la forza nel dantian é il principio
chiave del Taiji, é ciò che fa differenza, tra “un gesto marziale” ed un “gesto
qualsiasi”. Un movimento guidato dal centro sarà sempre sciolto, preciso e
potente; mentre al contrario sarà impreciso e contratto se é guidato dalla
forza periferica. Questo tipo di energia é presente in ognuno di noi, solo che
la maggior parte della gente non sa come attivarla ed utilizzarla. Qualche
volta può venire fuori in maniera spontanea in certe situazioni di pericolo, ma
il più delle volte é dormiente. E’ importante sviluppare l’abilità ad usare
questo tipo di potere mentale per dirigere l’energia.
Ma per potere far diventare il Taiji arte marziale bisogna
fare un allenamento in modo che il corpo si possa muovere veloce e lento, duro
e morbido. Oggi la maggior parte della gente pratica il Taiji per la salute, ma
non bisogna dimenticare che é nato come arte marziale. Una considerazione molto
importante da fare: - Se pratichi il Taiji come arte marziale, l’aspetto
salutistico é intimamente connesso, é una logica conseguenza. Lo stesso non si
può dire se pratichi solo per la salute; hai solo questo, punto e basta. Nelle
forme del taiji, per esempio, i movimenti delle mani hanno molteplici usi:
afferrare, attaccare, eseguire le chin-na (leve), lanciare etc. Tutti i
movimenti hanno un significato marziale molto ricco e si svolgono come quelli
di un serpente, con tutte le giunture connesse in maniera dinamica e fluida.
L’energia interna é in ogni punto ed in ogni direzione del nostro corpo, come
in un pallone, dove la forza di spinta viene esercitata egualmente in ogni
direzione. Un buon allenamento comporta inoltre:
- Il lavoro in coppia al Tui Shou (mani che spingono) per
imparare ad usare e sviluppare la potenza.
- L’allenamento delle singole tecniche. Bisogna sviluppare
la capacità ad usare la stessa tecnica in maniera diversa e anche come si usa
la stessa tecnica in situazioni diverse. Bisogna imparare a farla, per esempio,
in salto, girando, utilizzando combinazioni diverse di energie o Jing.
- Il Qigong. Usare le posizioni del qigong, come lo stare in
piedi, per allenare i vari tipi di forza o Jin (parare, tirare indietro,
premere, spingere, colpo di gomito, di spalla etc. etc.), coordinandole con il
respiro, i movimenti del corpo e l’emissione della forza o Fa Jin.
Per essere un buon combattente di Taiji bisogna sviluppare
l’abilità di cambiare istantaneamente da lento a veloce, da vuoto a pieno, da
duro a morbido, da aperto a chiuso, così da adattarsi ad ogni situazione di
combattimento.
Un buon combattente di Taiji deve essere all’inizio come un
gatto (morbido, veloce, agile), poi come un serpente (sinuoso, imprevedibile,
letale), infine diventare come l’acqua che a tutto si adatta, che é capace di
cambiare il suo stato (ghiaccio, liquido, vapore) senza perdere la sua natura.
Per approfondire gli argomenti del presente articolo si
consiglia la lettura dei due libri dell’autore: “Le Tre Vie del Tao” Meb Ediz.
e “I Tre Poteri Segreti del Taiji”Luni Ediz.. Inoltre, sono disponibili le
cassette didattiche sugli esercizi di Nei Gong per lo sviluppo del potere
interno.
Per informazioni sugli stage del M° Daniele su Asti, Torino,
Alessandria , Bologna e sui programmi dei corsi di formazione istruttori della
scuola Nei Dan:
Tel. 051 239578 - 347 8701436
Sito web: www.taichineidan.com *
E-mail: neidan@libero.it
I segreti del Taichi: Intervista a Feng
ZhiQiang
"Cielo e Terra sono continuamente in movimento, le
stelle, il sole e tutti i corpi celesti si avvitano e ruotano. Questo rotondo,
circolare, coordinato movimento è detto “Hunyuan”. Questo movimento deve anche riflettersi
nella pratica dell’arte marziale."
Intervista a Feng ZhiQiang
Nei primi giorni di quest’anno sono stato (l’autore Jarek
.S. - Ndt) a far visita a Feng Zhiqiang nella sua casa a Pechino. Purtroppo, a
causa di un ingorgo nel traffico, sono arrivato a casa sua abbastanza tardi, e
non abbiamo avuto molto tempo per parlare. Dato che lui e sua moglie erano
preoccupati che non riuscissi a trovare il posto, la figlia di Feng mi era
venuta incontro ad accogliermi ed anche Feng uscì per salutarmi prima ancora
che entrassimo in casa. Feng è molto cordiale, energico, spesso scherzoso (si
lamentava di essere troppo basso perché ” è così semplice per gli alti prendere
cose poste sugli ultimi scaffali
”), molto aperto nel conversare. Ha
risposto a tutte le domande che gli ho posto ed è un vero peccato che il tempo
a disposizione fosse così poco .
Le domande di questa intervista erano state formulate sia da
persone che avevano sottoscritto la newsletter del mio sito, sia da membri del
forum di discussione su internet.
Jarek Szymanski: Signor Feng, è risaputo che lei abbia
studiato le posture statiche di Shaolin in gioventù. Come potrebbe compararle
con la pratica del Neijia ?
FENG ZHIQIANG: Sì, è vero. Imparai e praticai le posture
statiche di Shaolin. La principale differenza è che il neijia enfatizza il
rilassamento al più alto livello. Per questo penso ci sia motivo di dividere le
arti marziali in esterne ed interne. Esso è anche relativo all’uso del Qi: le
famiglie esterne (Waijia) usano la forza fisica (Li) per guidare il Qi, mentre
nel neijia si usa l’intenzione (Yi) per farlo. Comunque, ho dovuto abbandonare
tutte le mie pratiche esterne dopo che ho cominciato lo studio del neijia.
JS: Cos’è il Qi?
FENG: Il Qi è un modo di condurre la forza (Dong Li). Per esempio
al circolazione sanguigna può essere indicata con il termine Qi. Gli stili
interni dicono “esercita l’intenzione (Yi), non il Qi”, “quando usi
l’Intenzione, i tuoi condotti non saranno ostruiti”, “esercita il Qi, non la
forza fisica (Li); quando lavori sulla forza, lo interromperai facilmente”;
“l’Intenzione dovrebbe essere focalizzata sullo Spirito (Shen), non sul Qi;
quando ci si focalizza sul Qi, allora il Qi diviene stagnante”. C’è anche un
altro detto “dove arriva l’Intenzione, anche il qi arriva”. Comunque prima di
raggiungere questo livello bisogna lavorare per “costruire” il Qi. Esso viene
dal cibo, dalla respirazione, proviene persino dai nostri genitori,
immagazzinato come Qi originale (Yuan Qi).
JS: Lei è molto famoso come esperto di taijiquan stile Chen,
ma ha anche imparato il Liuhe xingyiquan. Potrebbe dirci di più a proposito dei
suoi studi in questa disciplina ?
FENG: Il mio maestro di Xinyiquan, Hu Yaozhen, proveniva da
Yuci, nella provincia di Shanxi. Il suo stile appartiene alla scuola di Wang
Fuyuan e Peng Tingjuan. Ho studiato sotto la guida di Hu per nove anni; egli
metteva grande enfasi sul lavoro statico (Zhan Zhuang). Ho imparato diverse
“posizioni” da lui, non solo San Ti Shi, ma anche la posizione che abbraccia
(Bao Zhuang), la posizione chiusa (He Zhuang), posizione orizzontale (Ping
Zhuang) e altre. Ogni metodo doveva essere praticato per tre anni, e mentre
esteriormente non si vedevano cambiamenti, l’Intenzione cambiava. Il maestro
insegnava differenti Intenzioni ai diversi studenti, la cosa era molto
individuale,e l’Intenzione variava con il livello del praticante.
JS: Era quindi qualcosa di simile al metodo Yiquan (Boxe
dell’Intenzione) ?
FENG: Non ne so abbastanza sull’Yiquan per poter confrontare
i due metodi. Hu Yaozhen non insegnava posture statiche dove i palmi fossero
rivolti verso l’esterno, perché era sua opinione che così facendo il Qi se ne
sarebbe uscito fuori.
JS: Il Qi è correlato al Dantian ?
FENG: Il Dantian è strettamente correlato ai movimenti della
vita. In microscala, è il centro del corpo - punto tra ombelico e Mingmen, da
cui il qi si origina. In macroscala ricopre l’intero corpo. Volendo sviluppare
il Dantian si deve partire con gli esercizi statici e raccogliere e nutrire il
Qi - prima focalizzando l’Intenzione nel centro del corpo. Una volta che il qi
nel corpo ha raggiunto un livello abbondante, si sente calore e movimenti
interni. Allora il respirare Dantian deve essere usato per indurre i movimenti
esterni secondo i movimenti interni del corpo. Quando intenzione e Qi sono
coordinati, Dantian trasmette e il Qi fluisce liberamente in tutto il corpo.
Tutte le parti del corpo si muovono circolarmente. Questo è hunyuan.
JS: “Hunyuan” sembra essere un concetto molto importante,
visto che lei ha deciso di aggiungerla al nome del suo sistema
.
FENG: Cielo e Terra sono continuamente in movimento, le
stelle, il sole e tutti i corpi celesti si avvitano e ruotano. Questo rotondo,
circolare, coordinato movimento è detto “Hunyuan”. Questo movimento deve anche
riflettersi nella pratica dell’arte marziale. Ho imparato più arti marziali e
percorso un cammino molto tortuoso prima di capire l’essenza delle arti Neijia.
Voglio mostrare alla gente una via diretta, immediata verso il raggiungimento
di alte abilità. Per questa ragione sottolineo “Hunyuan” e la funzione dello
Xinyi (Mente ed Intenzione).
JS:Il movimento del Dantian è utile in combattimento ?
FENG: Il corpo si muove come interamente guidato dal
movimento del Dantian. Mentre rilascia la forza (Fa Li) il Dantian gira su se
stesso e la forza dell’intero corpo è concentrata in un punto. In questo modo
la potenza esprimibile può spaccare le ossa dell’avversario. Durante
l’emissione di forza, il corpo deve essere rilassato, ma si deve conoscere
approfonditamente la cosiddetta “forza vibrante” (Dou Jin). Questa forza deve
essere concentrata e non sparpagliata per tutto il corpo. Più esperti si è, più
piccolo è lo scuotimento. Quando noi imparavamo Taijiquan da Chen Fake,
scuotere il corpo nel Fali era tabù.
JS: La forza spiroidale è una caratteristica dello stile
Chen o la possiedono anche altri stili di taijiquan ?
FENG: Tutti gli stili di Taijjiquan enfatizzano
l’Apertura/Chiusura (Kai-He), vuoto e pieno (Xu-Shi), durezza e morbidezza
(Gang-Rou), contrazione e distensione (Qu -Shen), Yin e Yang, etc. La forza
spiroidale compare quindi in tutti gli stili di Taiji, ma il Chen la enfatizza
molto di più delle altre scuole, e i movimenti circolari di ogni parte del
corpo è la sua particolarità. Altre scuole di taiji mettono molta più
attenzione all’apertura e chiusura. In realtà tutte le arti marziali contengono
movimenti circolati e rotondi, movimenti HunYuan. Nello xingyiquan questa
particolarità è descritta come perforare avvitando (Zuan), avvolgere (Guo),
torcere (Ning), rovesciare (Fan).
JS: Cos’è il Peng Jin ?
FENG: E’ un tipo di forza, posseduta sia dagli stili esterni
che interni (nonostante i primi non usino questo termine). E’ una difesa
diretta attraverso la forza, che non è né debole né morbida (ruan). Tutte le forze
del taijiquan devono avere Peng e la differenza tra di esse consiste nella
diversa direzione in cui è applicata
JS: Liu he - Sei Armonie - appartiene solo alle arti Neijia
?
FENG: Sei Armonie significa coordinazione tra Mente (Xin),
Intenzione (Yi), Qi e il corpo. Esternamente possono essere concepite come
“arrivare nello stesso tempo”. Sia Neijia che waijia dovrebbero usare il
principio Liu He.
JS: Cosa considera più importante nella pratica del
taijiquan, indispensabile alla costruzione del gongfu (abilità) ?
FENG: L’abilità deve essere costruita su solide basi di
lavoro interno (Neigong). Il Neigong Hunyuan è un tipo di Qigong che si compone
di esercizi semplici e allo stesso tempo metodi molto avanzati di pratica.
Realizzai quanto potente fosse la forza interna (Nei Jin) quando un giorno,
negli anni Sessanta, nella fabbrica dove lavoravo un generatore da 500 Kg stava
cadendo ed io riuscii a prenderlo e appoggiarlo al suolo. Credo sia stato
possibile solo grazie al lavoro neigong. Questi esercizi non solo aiutano a
mantenersi in salute, ma servono anche a sviluppare risorse per l’arte
marziale.
JS: E a proposito del combattimento ?
FENG: Nonostante le arti marziali trattino di combattimento,
non bisogna pensare di lottare durante l’allenamento. L’abilità combattiva
verrà naturalmente dopo un certo tempo di corretta pratica. E’ necessario
praticare Neigong (metodi interni), forme, spinta delle mani (tuishou). Il
tuishou deve essere praticato in collaborazione con il compagno, per acquisire
l’abilità detta “conoscere l’avversario (zhi bi), senza pensare a combattere.
Successivamente si passa alla pratica dei singoli movimenti e lo studio delle
loro applicazioni, tecniche libere, gioco di gambe.
JS: Quali cambiamenti ha notato negli ultimi venti anni e
come pensa che il taijiquan Chen si evolverà nei prossimi 50 anni ?
FENG: Nel recente passato si è osservato un fenomeno che non
esisteva quando io imparavo taijiquan. Molti praticanti dimostrano molta forza
vibrante. Come ho già detto, più alto è il livello, più piccolo è lo
spostamento del corpo. Riguardo al futuro, credo che ci saranno costanti
miglioramenti nel livello dei praticanti - essi realizzeranno l’importanza
dello Hunyuan. Secondo l’adagio “l’abilità si raggiunge solo con la chiara
comprensione” - è molto importante che l’insegnante capisca e sia bravo a
spiegare chiaramente i principi dell’arte
JS: Ma è usuale che il livello delle generazioni successive
sia peggiore di quella precedente, non è così ?
FENG: Questo è principalmente perché gli insegnanti erano
molto restii a condividere le loro conoscenze. Credo che l’apertura degli
insegnanti avrà un’influenza molto positiva sul livello dei loro studenti.
JS: Sig. Feng, grazie mille per le sue gentili spiegazioni e
il tempo che ci ha dedicato !
Basata
sull’articolo “Opening the river of Hunyuan, establishing the manners in
martial arts” di Pan Houcheng, pubblicata sulla rivista “Hunyuan Taiji”,
1/1999. Traduzione di Af
Pubblicazione in lingua inglese sul sito
www.chinafrominside.com di Jarek Szimansky
L’insostenibile leggerezza del Taiji
di Flavio Daniele
Vi è una sottile linea di confine, un leggero velo che
nasconde la vera essenza del taiji, creando nella maggior parte della gente la
falsa illusione di potere acquisire in breve tempo e con poca fatica la
maestria dell’arte. Non c’è niente di più ingannevole di questa falsa
percezione di cui sono vittime inconsapevoli non solo i neofiti del taiji, ma
anche i praticanti esperti di altre arti marziali. Questo, penso, sia dovuto a
due motivi d’ordine diverso. Il primo è relativo all’occhio inesperto di chi
guarda che non riesce a vedere oltre l’aspetto esteriore dei suoi movimenti
leggeri e armoniosi la vera essenza di una arte marziale tanto raffinata,
quanto temibile. Il secondo concerne l’intima natura del taiji che fa del
celare, del nascondere la propria forza nella profondità del corpo una delle
sue principali strategie d’attacco/difesa. Non c’è niente di più ingannevole e
subdolo dell’apparente leggerezza del Taiji, essa è nella realtà
“un’insostenibile leggerezza” :
è come la zampa del gatto che cade inesorabile sul topo, è
come l’artiglio dell’aquila che ghermisce la preda.
Ma sviluppare quest’insostenibile leggerezza non é cosa
semplice né facile, se non si sa come esercitarsi. La maggior parte dei
praticanti allena forme che sono vuote, prive di quelle che potremmo chiamare
“chiavi di accesso” alla struttura interna. Queste chiavi di accesso sono gli
esercizi di lavoro interno (Nei Gong), senza di essi non si sviluppa la forza
interna, senza forza interna non c’è Taiji Quan.
Il lavoro interno (Nei gong)
Per far sì che il nostro corpo si muova all’unisono con
agilità, potenza ed energia in ogni situazione, i muscoli devono essere in
grado di sopportare lo sforzo senza irrigidirsi, mantenendo la loro naturale
elasticità e di lavorare in perfetto sincronismo come un’orchestra bene
affiatata: le ossa devono essere connesse ed allineate, le articolazioni devono
essere libere di aprirsi e chiudersi;
i tendini ed i legamenti devono essere elastici e potenti
come il sartiame che lega le vele di una barca all’albero maestro;
il Qi, energia vitale, deve scorrere fluidamente;
la mente (Yi) deve essere calma e serena.
Per preparare correttamente il nostro corpo è necessario un
sistema d’esercizi ben strutturati in grado di agire non solo a livello fisico
(muscoli, tendini, articolazioni ed ossa), ma anche a livello energetico
(circolazione del Qi nei canali) e mentale (un migliore equilibrio
psicofisico).
Questi esercizi, che non sono altro che delle specifiche
tecniche di Nei Gong, lavoro interno, possono essere divisi, in base alla loro
funzione, in tre categorie principali:
Esercizi per lo sviluppo della forza elastica ( Jin Bao Gu o
Power Stretching)
Esercizi per lo sviluppo della forza a spirale (Zhan Ssu
Jin)
Esercizi per la forza esplosiva (Fa Jin) .
Questa divisione è solo virtuale, non reale, perché in
verità si tratta di sviluppare un solo tipo di forza: la forza interna o Nei
Jin, che deve essere elastica, potente, a spirale ed esplosiva.
Il primo tipo d’esercizi ha lo scopo di rendere il corpo
forte ed elastico, di massimizzare la forza d’ogni singola parte strutturale
(collo, vita, schiena, anche, asse centrale ecc.), rendere i tendini ed i
legamenti forti, sbloccare le articolazioni.
Il secondo tipo si prefigge di connettere dinamicamente le
varie parti, in modo che il corpo si possa muovere come una sola unità senza
sforzo, con grazia e armonia.
Il terzo, infine, ha lo scopo di permettere al corpo di
emettere all’esterno la forza senza irrigidirsi e/o danneggiarsi.
Tutto questo si traduce in tre parole chiave: accumulazione,
circolazione ed emissione della forza.
Questo tipo di lavoro interno (Nei Gong) presenta tre
diversi stadi di sviluppo:
il primo agisce sulla struttura fisica interna del corpo,
il secondo su quella energetica,
il terzo su quella mentale.
Nei Gong fisico
Primo livello - Corretto allineamento dello scheletro, che
comporta una statica economica e un regolare utilizzo della colonna vertebrale
in armonia con la forza di gravità. Senza questa base non c’é vero progresso,
vera crescita. Gli elementi più importanti di quest’allineamento sono:
a) Distendere la nuca in modo che la testa sia in equilibrio
senza tensione, come sospesa dall’alto.
b) Rilassare le spalle.
c) Equilibrio senza ipertensione del bacino sulle teste
femorali.
d) Ginocchia rilassate in dinamica tensione elastica.
e) Peso armonicamente distribuito nei piedi.
d) Il libero gioco del ventre in armonia con il movimento
del diaframma.
e) Il rilassamento dello sterno per permettere alle costole
di prolungare l’azione del diaframma e dell’addome, così da vuotare il petto e
riempire posteriormente i reni.
Secondo livello - Connessione muscolo-scheletrica e
costituzione di una giusta gerarchia funzionale (coordinazione neuromuscolare)
della varie parti strutturali: la parte bassa in armonia con la parte alta, che
vuol dire anche e bacino forti e stabili (yang) in grado di sorreggere una
parte alta (torace, spalle e braccia) dinamica, elastica e mutevole (yin); una
parte posteriore potente come un arco, una parte anteriore sensibile e
ricettiva; un parte interna forte come acciaio, una parte esterna morbida come
cotone; una parte centrale potente in grado di generare il movimento e una
parte periferica sensibile e precisa in grado di dosarlo e dirigerlo.
Nei Gong energetico
Primo livello – Sensibilizzazione energetica.
Queste tecniche consistono nel suscitare volontariamente la
percezione del proprio corpo secondo le direttive principali (alto / basso,
destra / sinistra, fronte / retro). La percezione volontaria delle varie parti
strutturali del corpo ne aumenta notevolmente la sensibilità. I tessuti
muscolari, le cellule delle varie parti sono stimolati con conseguente
attivazione della circolazione sanguigna e dell’energia e dell’apertura dei
meridiani. All’inizio questa sensibilizzazione volontaria deve essere resa
operante tramite uno sforzo di concentrazione, atto che viene definito
“dirigere con l’intenzione”. Proseguendo nella pratica diviene con il tempo automatica.
La sensibilizzazione energetica permette di “legare assieme”
e allineare tutta la struttura (ossa, muscoli, tendini e fasce o tessuti
connettivi), in maniera che l’energia possa fluire liberamente ed il
trasferimento della forza avvenga senza blocchi lungo le braccia, le clavicole,
la gabbia toracica e da qui alla settima vertebra cervicale (punto di
confluenza delle forze), colonna vertebrale e osso sacro (flusso discendente),
e nell’identico modo (flusso ascendente), dalla terra ai piedi, alle anche,
all’osso sacro, alla colonna vertebrale, alle clavicole, alle braccia ed,
infine, alle mani.
Secondo livello – Trasformazione del Qi in forza interna. A
questo stadio si entra nella vera e propria pratica delle arti interne. Con i
precedenti abbiamo armonizzato la struttura fisica in modo che il Qi potesse
scorrere e circolare senza sforzo, abbiamo sviluppato la consapevolezza e la
sensibilità corporea in modo di essere in grado di sentire e percepire
l’energia. Ora si può imparare a trasformare l’energia in forza interna per
muovere il corpo.
Nei Gong mentale
E’ il livello dello Yi, o mente: “La mente guida il Qi,
l’energia muove il corpo ”.
Ogni movimento fisico non è più diretto, ma si manifesta
come conseguenza di un moto energetico. A questo livello il lavoro muscolare è
ridotto al minimo, sostituito da quello energetico. I muscoli, le ossa, i
tendini e i legamenti si impregnano di Qi, che così diventa il carburante che
fa muovere il corpo.
Mente e corpo interagiscono in perfetta armonia attraverso
questa nuova interfaccia energetica e scompare la differenziazione tra psiche e
soma.
I Quattro poteri
La capacità di movimento del sistema mobile umano è
strutturalmente fondata su “quattro peculiari insiemi funzionali”, che
corrispondono a quattro geniali strumenti di cui la natura ci ha dotato, alla
stessa maniera di cuore polmoni e altri fondamentali organi, ognuno di essi
organizzato per lo svolgimento di funzioni specializzate:
q l’arto superiore (organizzato per la prensione),
q l’arto inferiore (organizzato per il moto)
q la colonna vertebrale (asse centrale e chiave di volta
statico-dinamico del sistema motore)
q il bacino (perno e raccordo fra la meta inferiore e quella
superiore del sistema)
I quattro insiemi funzionali sono la sede dei “Quattro
Poteri“: essi nel loro insieme costituiscono il potere totale del corpo o Zheng
Jin:
Potere dell’arco superiore
Poter dell’arco centrale (Zhong Ding Jin)
Potere dell’arco inferiore (Kua Jin)
Potere del bacino (Dantian Jin)
Queste strutture si connettono fra di loro attraverso alcuni
punti di giunzione molto precisi:
q La 7° vertebra cervicale, l’articolazione
sterno/clavicolare e scapolo/omerale
q Le cinque vertebre lombari
q L’osso sacro
q L’articolazione coxo-femorale.
Integrare funzionalmente questi poteri, cioè farli agire
come se fossero uno, é d’importanza fondamentale sia per muoversi con grazia ed
armonia, sia per esprimere potenza ed energia in qualsiasi attività, sia essa
artistica, sportiva o marziale.
1°- Arco superiore (braccia/spalle):
L’arco superiore è costituito da braccia e spalle. Le due
braccia sono collegate fra di loro strutturalmente dalla cerniera sterno/
clavicolare, e dinamicamente dal complesso sistema muscolare e legamentoso, che
trova nella settima vertebra cervicale il suo punto di coordinazione.
Il suo potere nasce principalmente da due tipi di movimento:
- L’apertura/chiusura delle leve articolari
- La capacità torsiva destra/sinistra dell’omero nella
cavità glenoidea
2°- Arco centrale (Zhong Ding):
Ha i suoi estremi nel coccige e nella prima cervicale,
l’undicesima vertebra toracica, la T 11 é il suo punto centrale. Infatti la 12°
vertebra toracica segna il punto di passaggio tra la cifosi dorsale e la
lordosi lombare, ad essa si innesta il muscolo ileo-psoas che partecipa ai
movimenti del rachide lombare. E’ il punto di confine tra la parte superiore e
la parte inferiore del corpo. Questo arco é quello su cui poggiano gli altri
due. E’ connesso saldamente al dantian, ed è un vero e proprio organo di
trasmissione simile al semiasse di un’automobile. Il suo potere nasce
principalmente da tre tipi di movimento:
1. Movimenti di torsione a destra e sinistra
Sviluppano una forza centrifuga come una molla avvolta a
spirale. Si svolgono intorno a due fulcri fondamentali:
o 11° e 12° vertebra dorsale ,
o collo ( vertebre cervicali ).
2. Movimenti di flesso-estensione:
Avanti, indietro, laterali destra/sinistra. Questi
movimenti, simili all’oscillazione di un bambù, sviluppano una forza a
catapulta. Il fulcro è:
o l’osso sacro e la 4° e 5° vertebra lombare
3. Movimenti d’estensione e accorciamento lungo l’asse
longitudinale,
sviluppano una forza di rimbalzo simile ad un martello
pneumatico.
Per esprimere al massimo il suo potere deve essere
perfettamente allineato e teso come un vero e proprio arco, riducendo al minimo
la curvature lombare e cervicale. Fondamentale in questo gioco d’allineamento
sono l’insieme osso sacro/lombari ed il collo, la muscolatura profonda
paravertebrale e la fascia legamentosa che corre lungo la colonna. Questo
processo d’estensione, simile all’apertura di un arco, aprendo il bacino,
permette alla forza peso di scivolare verso il basso e sprofondare nei piedi,
radicando saldamente tutta la struttura al terreno.
3°- Dantian jin
La zona addominale del bacino é la sede deve è alloggiato il
dantian. L’addome, dal punto di vista muscolare può essere paragonato ad una
palla con le pareti cedevoli e resistenti: in alto é delimitato dal diaframma,
che divide il corpo in due, all’altezza delle costole basse; in basso é
delimitato dal diaframma pelvico. Queste due calotte sono collegate dai muscoli
del busto che ne garantiscono la stabilità e l’agilità. Al centro di questa
magica palla muscolare si trova il centro di gravità del corpo, centro che
possiamo definire virtuale, in quanto non segnato materialmente, ma individuato
da una convergenza di forze. In esso coincidono materialmente:
° il ‘centro fisico di gravità’,
° il ‘centro di forza’,
° il ‘centro vitale’.
Il Dantian addominale è il motore principale del corpo, in
grado di trasformare il Qi in esso accumulato in forza interna, gestisce e
coordina i motori supplementari (zhong ding, anche, braccia). E’ direttamente
collegato, da una parte con il potere dell’arco inferiore (anche), attraverso
il quale trasmette e riceve la forza della terra, dall’altra con il potere
dello zhong ding (arco dorsale), attraverso il quale trasmette e riceve la
forza all’arco superiore ( spalle/braccia) . E’ in grado di ruotare in tutte le
direzioni come una palla nell’acqua, può espandersi e contrarsi, può vibrare e
scuotersi, vuotarsi e riempirsi rapidamente. Le sue possibilità di cambiamento
sono infinite.
4°- Arco inferiore (anche/gambe)
Punto centrale é l’osso sacro, interconnette l’arco dorsale
al bacino; secondo punto é l’articolazione coxo-femorale, vera placca rotante
tra bacino e gambe, é una articolazione semplice, ma mobile e potente, il cui
equilibrio é determinante per un corretto allineamento delle gambe e del
tronco. Se il Dantian è il motore centrale, le anche costituiscono il supporto
sul quale esso poggia, e non solo ne assorbono le sollecitazioni come dei
potenti ammortizzatori, ma sono anche le radici che ci connettano saldamente
alla terra. I movimenti principali delle anche (Kua) sono: spinta in avanti e
indietro, in alto e in basso, torsione a destra e sinistra che, combinati
insieme, diventano un complesso movimento a spirale che agisce sinergicamente
con i movimenti a spirale dello zhong ding e dell’arco superiore.
FLAVIO DANIELE
Per approfondire gli argomenti del presente articolo si
consiglia la lettura dei due libri dell’autore: “Le Tre Vie del Tao” Meb Ediz.
e “I Tre Poteri Segreti del Taiji”Luni Ediz. . Inoltre sono disponibili le
cassette didattiche sugli esercizi di Nei Gong per lo sviluppo del potere interno.
Per informazioni sui programmi dei corsi di formazione della
scuola Nei Dan:
Tel. 051 239578 - 347 8701436
Sito web: www.taichineidan.com *
E-mail: neidan@libero.it
IL POTERE SEGRETO DEL CORPO NELLE ARTI
MARZIALI
Prefazione a " Il Potere Segreto del Corpo nelle Arti
Marziali", del M° Flavio Daniele, realizzata dal Prof. Di Stefano della
Facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Bologna.
Il Nei Gong (lavoro interno) è uno dei pilastri fondamentali
della pratica dell’ arti marziali. Questo tipo di lavoro sulla struttura
interna e profonda del corpo comincia con lo sviluppo della forza elastica
esplosiva per mezzo degli esercizi chiamati, con un termine moderno, POWER
STRETCHING. Questa pratica, che significa mobilizzazione in movimento, prende
origini dal QI GONG cinese, ma gli effetti maggiormente significativi si hanno
con il lavoro di Bodhidharma (Da Mo in cinese) (Yi Jin Jing: Trattato di
ammorbidimento dei muscoli e stiramento dei tendini). A differenza dello
Stretching tradizionale, il POWER STRETCHING (P.S.) le cui finalità sono:
Marzialità e Longevità, esalta l’energia interna nel sistema di realizzazione
corporea e, superando i paradossi della teoria quantistica del movimento dello
Stretching Tradizionale, ci proietta nel profondo fascino della filosofia
CORPO-MENTE delle Arti Marziali.
Le differenze fra i due tipi di stretching sono diverse,
vediamone alcune:
- Lo stretching tradizionale basato sui principi quantistici
tende ad allungare ma non a perfezionare.
- Il Power Stretching fa entrambe le cose; allunga, non solo
il singolo muscolo, ma anche gli altri che tendono ad accorciarsi come se ci
fosse una resistenza interna da vincere. Ad esempio: il muscolo quadricipite
femorale maggiormente utilizzato da un calciatore, per migliorare le sue
capacità contrattili estensorie, secondo la metodica dello stretching
tradizionale, viene sottoposto ad esercizi e carichi di lavoro specifici, tutto
è finalizzato al gesto e termina con questo; il P.S va oltre a questi limiti,
il muscolo continua ad allungarsi.
Scientificamente il P.S ha compiti assai diversi da quelli
tradizionali basato su principi quantistici, ci permette di muoverci meglio
nello spazio; il nostro corpo carico di forze di tipo elettromagnetiche
attrattive e repulsive agisce in tutt’uno con la mente. E ancora:
a) con lo stretching tradizionale, i movimenti sono lineari,
unilaterali, limitati e insufficienti perché si lavora con angoli aperti; gli
effetti dell’esercizio passivo e monotematico si hanno dopo dieci giorni,
l’incremento della potenzialità è del 50% e non si mantiene nel tempo;
b) con P.S i movimenti sono contemporaneamente angolari e
lineari ed antigravitari, stesso dicasi per la velocità e il vettore di
velocità, lo stato di forma si raggiunge in tempi più brevi, cinque giorni, si
mantiene soprattutto nel tempo, l’incremento delle potenze è del 100%, è
particolarmente dinamico, attivo, plurimodale e pluridifferenziali; in partenza
segue due direzioni ed arriva successivamente a sei. Le contrazioni muscolari
sono eccentriche con incremento del lavoro muscolare, non si lavora sul muscolo
ma è questo che lavora; la forza si sviluppa in espansione centrale e si
propaga nelle altre sei direzioni.
L’atleta inoltre diventa più potente ed esplosivo, riesce a
sviluppare tutte le qualità contrattili e senso-cinestetiche che, sommate alle
vibrazioni muscolari e alle variazioni toniche si trasformano in unica forza.
Aumenta la sua forza di spinta dovuta alla maggiore stabilità del tronco, al
corretto appoggio al suolo e all’equilibrata distribuzione delle forze;
garantisce un minor dispendio d’energie e un miglior successo.
Altri aspetti dei due tipi di stretching sono:
- Power Stretching: lavora per forze contrapposte in
trazione e in direzione Terra-Cielo, il gesto è finalizzato, il muscolo lavora
in allungamento profondo (propriocettività), s’inibiscono le contrazioni
massimali e si sollecita (eccita) l’allungamento che è globale; i tempi di
tensione sono ridotti, la respirazione è fisiologica. Il lavoro è di tre tipi:
1) statico, durante il quale si va alla ricerca della
figura, dell’equilibramento e mantenimento armonico degli schemi mente-corpo;
2) dinamico, il movimento è globale, intelligente e sempre
attivo;
3) a spirale, si verifica con un’azione di risucchio della
potenza massimale e della forza esplosiva naturale, supera la resistenza
esterna e la guida.
- Stretching tradizionale: il lavoro, anche se statico e
dinamico, è unidirezionale, la finalizzazione è incompleta, l’allungamento è
segmentario, i tempi d’estensione lunghi, la respirazione è forzata, c’è
longevità ma la marzialità è scarsa.
Il power stretching applicato alle arti marziali aumenta le
percentuali d’utilizzo d’energia interna, innalza il livello psicofisico,
migliora l’efficienza fisica e funzionale, aiuta a rimetterci in forma.
L’intero organismo corpo-mente, soprattutto la muscolatura, si arricchisce
d’energia, contemporaneamente si affinano le capacità senso-percettive e
neuromotorie, compresi l’equilibrio, la postura, la coordinazione.
Inoltre aumenta lo stato di veglia, il tempismo
percettivo-esecutivo, si sviluppano meglio le qualità psico-intellettive,
attiva le cinque posizioni celebrali; s’incrementano: forza, potenza,
resistenza ed elasticità.
Gli schemi mentali di movimento si programmano e riprogrammano
con costante alternanza, aumenta l’armonia, la fluidità e la morbidezza di
movimento; inoltre si raggiunge un giusto posizionamento, orientamento,
proiezione e penetrazione del corpo nello spazio e nel tempo.
Anche il corretto posizionamento degli appoggi a terra viene
migliorato per questo le spinte a partenza delle radici profonde sono
convogliate e dirette verso la gravità/bersaglio.
Power Stretching significa espansione nello spazio/vuoto
dell’energia esplosiva che abbiamo dentro.
Possiamo paragonare questo fenomeno alle onde che spinte dal
vento, sovrapponendosi l’una all’altra, acquistano sempre più forza, velocità
e, pur con la loro morbidezza e fluidità, con il loro impeto investono e
distruggono ogni ostacolo.
Il continuo riprodursi d’energia, con il suo costante
flusso, tramite una molteplicità di configurazioni/modelli perfettamente
integrate fra di loro ci fanno prendere coscienza del nostro “Io” corporeo,
affina la capacità senso-percettive e favorisce l’acquisizione di una perfetta
intelligenza muscolare.
Il power stretching con la sua scientificità d’arte e
scienza è una forma d’allenamento naturale che:
a) ci rende più forti, veloci, flessibili, permette lo
sviluppo e l’incremento dei processi di tutte le potenzialità
energetiche-cerebrali, mentali e corporee;
b) allena tutte le strutture nervose, muscolari e funzionali
in maniera globale ed intelligente;
c) aiuta ad automatizzare, perfezionare e padroneggiare la
forza esplosiva integrata nelle tecniche della gestualità sportiva in generale e
in modo specifico delle arti marziali,
d) interessa i tre livelli neurologici funzionali: spinale,
tronco encefalico, corticale.
Il lavoro isometrico e isotonico di tipo propriocettivo a
partenza cerebrale coinvolge l’intero sistema neuromotorio capso-legamentoso,
articolare-scheletrico e muscolare; i ritmi di lavoro sono intensi e allo
stesso tempo lenti e fluidi, i muscoli lavorano alla loro massima lunghezza.
La muscolatura maggiormente sottoposta a sollecitazione è la
profonda che guadagna in resistenza, potenza, flessibilità, stabilità, mentre i
muscoli superficiali acquistano maggior forza elastica e grande velocità.
Inoltre si favorisce una maggiore irrorazione energetica muscolo-scheletrica;
la muscolatura agonista e antagonista lavora per forze contrapposte accrescendo
i massimali di forza esplosiva veloce e resistente, allo stesso tempo il
sistema neuromotorio e corporeo acquista maggiore sensibilità alle continue
modificazioni dei recettori centrali e periferici, migliorando le capacità
adattive d’adattamento, di vigilanza e controllo.
Il lavoro per forze contrapposte attiva i meccanismi
bioenergetici-funzionali della muscolatura antagonista che, interconnessa con
la muscolatura agonista, utilizza l’intero loro potenziale, coinvolge il
maggior numero di fibre, compresi tendini e legamenti, massimizzando la forza
elastica, la resistenza e guadagnando in rapidità.
I segnali di stimolo cerebrali funzionando come feedback,
sono percepiti ed arricchiti da sempre nuove percezioni in uscita e in entrata
sicché il corpo, in funzione dello spazio e viceversa, è mentalmente meglio
percepito e rappresentato perché si amplificano le mappe cerebrali del
movimento, strutturando un’immagine corporeo-motoria o immagine di movimento
sempre più perfetta e completa. In ogni situazione si può così percepire
qualsiasi variazione interna-esterna e anticipare, fronteggiare e rispondere
contro il bersaglio tempestivamente, in tempi infinitesimali brevi, con tutta
l’energia-forza che c’è dentro.
L’alternanza degli automatismi di tensione elastica:
stiramento-contrazione-riposo, anche se non interessa i tendini, riduce i
rischi di traumi perché le fibre muscolari sono messe in condizioni di
continuare a lavorare in forma naturale. Il coinvolgimento di numerose
interconnessioni sinaptiche, attraverso le afferenzazioni, permette di evocare
e fare affluire in un’unica direzione i numerosi potenziali bio-elettrici
funzionali propriocettivi a partenza sensoriale periferica, migliorando la
stabilità e la dinamicità corporea ed aumentando il livello di reattività
percettivo-motoria.
Lo stiramento attivo al di là dell’incremento, come abbiamo
più volte detto, della potenza, della forza elastica e della forza resistente,
aumenta le capacità contrattili dei muscoli che insieme alla respirazione
permette di fare esplodere in maniera travolgente tutta l’energia accumulata.
Altro importante aspetto del P.S. è il fatto che allena
anche il sistema nervoso neurovegetativo e aiuta a mantenere in perfetta
armonia ed equilibrio l’energia mentale e l’energia metabolica.
Campi di applicazione del Power Stretching
Il power stretching anche se è consigliabile iniziarlo dopo
il sedicesimo anno d’età, secondo le mie esperienze può essere e praticato, con
i dovuti accorgimenti metodologici, fin dall’età scolare. Per i suoi effetti
può essere applicato in campo sportivo, terapeutico-riabilitativo e in tutti i
settori della motricità e del benessere psicofisico e della salute in generale.
Ho iniziato ad applicare a livello sperimentale la metodica
allenante con il power stretching con alcuni studenti ISEF e della facoltà di
Scienze Motorie. Successivamente l’ ho applicata prima su quattordici studenti
di età compresa fra i 15 e i 17 anni praticanti sport individuali e sport di
squadra, poi su quindici ragazzi di età 10-12 anni, infine su dodici persone
della terza età e quindici disabili con varie tipologie di handicap:
fisici-motori, psichici, e su alcuni disabili con problemi relazionali.
Tutti hanno ottenuto delle performance superiori alle
aspettative, in particolare modo i disabili fisici, gli psichici e gli anziani.
Tutto il lavoro di power stretching, progettato sui principi
delle arti marziali adattate, ha funzionato come meccanismo di compensazione,
favorendo le sinergie muscolari, equilibrando e attenuando le tensioni,
stabilizzando tutto il sistema neuro-motorio, migliorando le prestazioni.
Nei disabili e nella terza età ha contribuito a consolidare
le abilità percettive e di orientamento, migliorando il controllo e l’autonomia
funzionale. I risultati raggiunti dai partecipanti sono stati eccellenti, hanno
superato ogni aspettativa, e questo ci autorizza a sottolineare che i valori
terapeutici e di recupero del power stretching sono significativi e reali. Il
power stretching agisce a tutti i livelli dell’universo uomo, non ha e non pone
limiti, migliora le qualità della vita, riduce i disagi, favorisce lo sviluppo
dei processi mentali, aumenta le prestazioni e il rendimento (sportivo,
scolastico, lavorativo), fa invecchiare meglio, aiuta a ripristinare alcune
abilità, allontana le ansie, rafforza l’autostima, facilita i rapporti sociali,
ed assicura il successo.
Carmelo Di Stefano
Docente di Teoria Tecnica e Didattica dell’Attività
Motoria e Sportiva Adattata presso la Facoltà di Scienze
Motorie
Università di Bologna
“IL POTERE SEGRETO DEL CORPO NELLE ARTI MARZIALI”
di Flavio Daniele e’ edito dalla LUNI
marcellotaichi@supereva.it
Il Potere della Mente
Tutte le arti marziali e in particolare il Taiji Quan, si
basano sullo sviluppo armonico di quello che i maestri chiamano il principio
dei “ Tre Poteri ” o delle “Tre armonie ”, e cioè: il potere della mente, il
potere dell’energia e il potere del corpo. Qui esamineremo la mente (lo
"Yi") come coscienza, consapevolezza, intuizione.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Il Potere della Mente
di Flavio Daniele
Tutte le arti marziali e in particolare il Taiji Quan, si
basano sullo sviluppo armonico di quello che i maestri chiamano il principio
dei “ Tre Poteri ” o delle “Tre armonie ”, e cioè: il potere della mente, il
potere dell’energia e il potere del corpo. Nel mio precedente articolo,
intitolato “Rapporto tra corpo, mente ed energia ”, abbiamo cominciato ad esaminare
il potere della mente (Yi ) inteso come idea, attenzione, intenzione e volontà
cosciente ( Yi Nian ), nel presente esamineremo lo Yi come coscienza,
consapevolezza, intuizione ( Yi Shi ). Ciò non rappresenta un inutile esercizio
intellettuale, ma è invece un passaggio obbligato, perché il Taiji è un arte
estremamente raffinata ed i suoi confini non sono limitati al campo marziale,
ma lo trascendono. Il significato che i maestri cinesi danno al termine Yi è
molto complesso e coinvolge in maniera interattiva la mente, nei suoi
molteplici aspetti; il corpo, con le sue potenzialità; e lo spirito.
Yi è l’alfa e l’omega, è il principio e la fine, è la luce
che illumina la mente.
Con Yi Shi il praticante incomincia un vero e proprio
processo di evoluzione interiore che lo coinvolge in maniera profonda .
Infatti, mentre Yi Nian, nei suoi vari aspetti di volontà, attenzione,
concentrazione, molto utili nella vita quotidiana, può essere priva di valenze
spirituali; Yi Shi al contrario, coinvolgendo aspetti metafisici dell’esistenza
umana, ne è ricca.
Così come le tre qualità di Yi Nian, che sono comuni a tutti
gli esseri umani, sono in base al loro livello di sviluppo quelle che fanno la
differenza tra un uomo di successo, in grado di orientare la sua vita vivendola
da protagonista e l’uomo velleitario e inconcludente che, invece, la subisce.
Alla stessa maniera lo sviluppo di Yi Shi (coscienza, consapevolezza,
intuizione), fa la differenza tra l’uomo di successo mondano, che non si pone
obiettivi di carattere spirituale ( un grande campione sportivo, un
imprenditore affermato o un famoso scienziato sono tutti esempi di personalità
che hanno sviluppato ad un buon livello volontà, attenzione e concentrazione )
e l’uomo che, invece, fa della trasformazione interiore e del miglioramento di
sé lo scopo della sua vita, espandendo la sua coscienza oltre i confini della
realtà fittizia dell’Io.
Coscienza
Quello che differenzia l’essere umano dagli altri esseri
viventi é la coscienza di sé, egli non solo sa e sente di esistere, ma é
conscio di ciò. Sostanzialmente si può parlare di due fondamentali stati di
coscienza: una di tipo biologico, bagaglio comune di tutti gli esseri umani; ed
una che possiamo chiamare metafisica. La prima, relata alla mente ordinaria,
nasce dai sensi e dall’attività di pensiero, il suo motto é il “cogito ergo
sum” di cartesiana memoria; la seconda, relata alla Mente Universale, é
metafisica e va oltre la comune attività di pensiero. La coscienza biologica o
ordinaria, legata all’Io, é dualistica: Io e inconscio, psiche e soma, soggetto
e oggetto, ragione ed istinto, cuore e cervello. La coscienza metafisica, al
contrario, frutto di una intensa fase introspettiva, scevra da ogni analisi
intellettuale, da ogni pensiero discorsivo e conclusioni logiche é senza ‘ Io
’. La coscienza metafisica si sviluppa attraverso la pratica della meditazione
e della pacificazione del pensiero cosciente, armonizzando i nostri pensieri
fino al punto di fermare il dialogo interiore ed operare il rovesciamento
dell’orientamento della nostra visione interiore dalla molteplicità all’unità,
dall’Io al non Io, dall’individualità all’universalità.
Le grandi tradizioni orientali, perfettamente consce di ciò,
hanno elaborato tecniche sofisticatissime per raggiungere lo scopo di bloccare
il “dialogo interiore” e rompere il “circolo vizioso” che mantiene in vita la
falsa “percezione” del mondo e sviluppare la vera consapevolezza., che si
manifesta quando la mente entra in uno stato di assoluto silenzio e non genera
più pensieri: - Si è consapevoli di “essere”, senza bisogno di pensare, per
esserne consapevoli - . Far tacere i pensieri, bloccare il dialogo interiore è
uno dei punti chiave per accedere ad una retta visione di noi stessi e della
realtà circostante.
Il silenzio interiore ed il vuoto mentale che ne consegue,
di cui parlano le tradizioni, sembrano per l’uomo ordinario un’opera titanica
difficilmente realizzabile che solo pochi individui particolarmente dotati
possono raggiungere. Infatti è così, sono veramente pochi coloro che riescono,
ma non tanto per una difficoltà intrinseca all’opera, ma piuttosto per un
approccio errato.
Così è, molto spesso, quando si approcciano le dimensioni
interiori, siamo noi stessi che con i nostri preconcetti mentali vanifichiamo i
nostri sforzi. L’ipotesi, che nel nostro caso rende impossibile la soluzione, è
che per sua “forma mentis” l’uomo occidentale è portato a pensare che tutto
passa attraverso un’attività di pensiero. Ma pensare di non pensare non produce
il “vuoto”, bensì un altro pensiero: si cerca di smettere di pensare pensando
allo smettere di pensare. E’ una situazione assurda e paradossale, che genera
solo frustrazione e dolore, senza apparente via d’uscita. Ma come spesso accade
la soluzione è più semplice del previsto, basta operare un cambiamento passando
a un livello logico superiore:
Il silenzio è semplicemente al di fuori della sfera di
attività del pensiero.
Il processo del pensiero è una delle attività umane più alte
e più nobili, ma per quanto grande è limitato, il problema è di comprendere
quindi che esso è solo una delle infinite forme di percezione e che restare
ancorati alla sua sfera di azione ci taglia fuori da tutte le altre realtà
dimensionali.
Vediamo quindi come praticamente possiamo procedere per
rendere possibile il raggiungimento di alcuni traguardi che ci permettono di
rendere più stabile e forte la nostra mente. Per farlo dobbiamo tracciare una
specie di percorso definendo in maniera chiara i passi fondamentali.
Il silenzio interiore e il vuoto mentale si generano l’uno
l’altro in un flusso circolare che si autoalimenta, però mentre il vuoto
mentale è silenzio interiore assoluto, in quanto vi é un’assenza totale di
pensieri, il raggiungimento dello stato di silenzio interiore non presuppone
automaticamente il vuoto mentale, né rappresenta solo la condizione
indispensabile ma non sufficiente . Per capire meglio dobbiamo chiarire la
differenza tra il “ semplice silenzio ” interiore, che consegue alla cessazione
del dialogo interno, e quello “ assoluto ” che consegue al blocco dell’attività
pensante della mente.
Il primo non presuppone un’assenza totale di pensieri, ma
solo la cessazione del loro fluire disordinato, caotico e rumoroso , il secondo
richiede non solo la realizzazione di determinate condizioni tecniche(
cessazione del dialogo, silenzio, blocco dell’attività pensante etc. ), ma
anche lo sviluppo di determinate caratteristiche di ordine spirituale, senza le
quali qualsiasi tecnica risulta completamente inutile. In una prima fase,
quindi, non si cerca di fare il vuoto mentale, ma solo di armonizzare l’attività
della mente spegnendo gradualmente il dialogo interno: si pensa non in maniera
discorsiva con parole, ma per immagini, un po’ come se sullo schermo della
mente si proiettasse un film senza sonoro. Nella mente c’è silenzio, ma non
assenza di pensieri: è come in una valle di alta montagna, ed i nostri pensieri
sono come uccelli che volteggiano silenziosi nell’aria.
Consapevolezza
La consapevolezza viene comunemente intesa come “essere
coscienti di …”, ma in realtà é qualcosa di più complesso che presuppone anche
un vero e proprio processo di conoscenza. Quindi: Consapevolezza come processo
dinamico di conoscenza che permette di prendere coscienza di…. . Una
conoscenza, ovviamente, che non scaturisce da un sapere esclusivamente mentale,
intellettuale e astratto; ma da un sapere di ordine diverso, diretto e
immediato che nasce dall’esperienza di tutto il corpo e la mente, un sapere che
é pratica attiva con tutto il proprio essere. Dopo questa definizione di
carattere generale, possiamo parlare per meglio precisare i contenuti di
diversi tipi di consapevolezza che, pur avendo identica funzionalità, sono però
differenti nel centro focale agendo a diversi livelli di sviluppo. Abbiamo così
la consapevolezza della forma corporea ( Xing ), dell’energia e della mente-cuore
( Xin ). La suddivisione, data la loro naturale interdipendenza, é solo formale
non sostanziale, ogni problema inerente ad ognuna di esse ha ripercussione
sulle altre, come pure ogni cosciente miglioramento.
La consapevolezza corporea, che é il punto di partenza che
apre la strada alle altre due, possiamo definirla come’la conoscenza di se
stessi attraverso il corpo’.
Differenziazione ed Integrazione
Operativamente il praticante deve essere attento ad ogni
movimento e posizione del corpo, deve affinare sempre di più la sua capacità di
percezione delle variazioni toniche dei muscoli raffinando ulteriormente la
sensibilità cinestetica per sentire quali parti del corpo troppo tese devono
essere rilassate, e quali troppo deboli, invece, devono essere rinforzate, deve
rendere il suo corpo intelligente e vivo, deve essere in grado di differenziare
la parte destra dalla sinistra, l’alta dalla bassa, l’anteriore da quella
posteriore, il centro dalla periferia. Dalla differenziazione delle varie parti
strutturali deve essere in grado di passare all’integrazione, armonizzando la
destra con la sinistra, l’alta con la bassa….. e così di seguito in processo di
apprendimento sempre più sottile e raffinato in grado di ristabilire
l’equilibrio dinamico di tutta la struttura corporea in maniera efficace ed
economica.
Senza sviluppo cosciente della consapevolezza corporea non
c’é progresso nella pratica perché non creandosi la fusione armonica tra Yi (
pensiero cosciente), Xing ( forma corporea) e Qi (energia interna) manca il
giusto modo di agire.
Infine, la consapevolezza della mente-cuore (Xin ), é la
presa di coscienza dei propri processi mentali e delle proprie emozioni; é una
attenzione continua ai propri stati interiori, che sviluppa la capacità
introspettiva della mente di osservare se stessa, la sua esperienza e le sue
emozioni.
Intuizione
“Il Pensiero di una Mente Pura é Pura Intuizione”
Quando la mente é libera dai pensieri che la distraggono, i
sensi funzionano in maniera chiara e finalizzata. Quando la mente é chiara e
trasparente come le limpide acque di un lago di montagna, allora riflette tutto
quello che le sta attorno. Questa capacità di una mente pacificata di entrare
in risonanza con l’ambiente circostante cogliendone le sottili sfumature costituisce
la base per lo sviluppo di un’altra caratteristica fondamentale: l’intuizione.
L’intuizione appartiene al regno dello spirito é come questo non può essere
allenata direttamente, é un frutto che sorge spontaneamente quando tutte le
condizioni coincidono. Come un contadino non lavora direttamente sul frutto, ma
sul terreno e sulla pianta, così per sviluppare l’intuizione bisogna lavorare
sul rilassamento e sulla pace interiore. Il contadino sa per esperienza che per
ottenere dei buoni frutti non deve forzare la natura, ma deve seguirla e
aiutarla nel suo compito. Non può tirare il grano per farlo crescere più in
fretta, ma deve avere una infinita pazienza per farlo giungere a maturazione.
Sa che non é lui a far maturare i frutti, ma é perfettamente conscio degli
sforzi quotidiani che deve compiere affinché la natura svolga la meglio la sua
azione. Analogamente si deve comportare il praticante. Ogni tensione fisica o
emotiva allontana l’obiettivo; andare oltre per eccesso di tensione é lo stesso
che rimanere indietro, in ambedue i casi non lo si coglie. Bisogna liberarsi di
ogni tensione e portare l’attenzione sui giusti mezzi e sul giusto modo di
fare; solo allora si svilupperà quella tranquillità che assicura l’efficacia
dello sforzo, un bel giorno l’obiettivo sarà raggiunto in modo del tutto
spontaneo. Sarà come cogliere un frutto maturo, un premio naturale prodotto
dall’unione armonica delle cinque qualità della mente ( Volontà, Attenzione,
Concentrazione, Coscienza, Consapevolezza ), che sono, metaforicamente, come le
dita di una mano che agendo assieme staccano il frutto maturo dall’albero.
Dalla volontà si sviluppa l’attenzione, e quando si é “
volontariamente attenti “ si sviluppa la concentrazione. Quando si è in grado
di “ concentrarsi volontariamente “ senza interruzioni per il tempo che si
desidera, allora si sviluppa una introspezione così costante da fare emergere
uno stato di coscienza più profondo, che produce una nuova dimensione di
esperienza personale in perfetta armonia con la nostra fonte più vera. Quando
questo avviene la mente si apre ad una conoscenza d’ordine superiore che
sviluppa la vera consapevolezza. La fusione armonica di queste cinque qualità
della mente aprono le porte della pura intuizione e lo Yi evolve nello Shen.
“Il Pensiero di una Mente Pura é Pura Intuizione”
“La Pura Intuizione é Pura Percezione”
“La Pura Percezione é Pura Sensibilità”
Sviluppare la sensibilità richiede un particolare lavoro sia
sul corpo che sulla mente, come una sensibilissima bilancia dobbiamo essere in
grado di percepire le differenze e le variazioni toniche dei nostri muscoli e
dei nostri stati emotivi, senza questa abilità non c’é apprendimento, ne
evoluzione nella capacità di apprendere. Rigidità ed eccessivo uso della forza
tolgono sensibilità , al contrario la sensibilità e la leggerezza affinano la
percezione così che anche una piuma che sfiora il corpo può essere avvertita.
Tutto il corpo e in particolare braccia e gambe debbono diventare come degli
acuti sensori che tengono sotto controllo l’ambiente circostante e
l’avversario, avvertendone ogni minima variazione così da adeguare
perfettamente ogni azione alla sua. Se non si sviluppa la sensibilità allora
bisogna imparare ad essere veloci per essere in grado di parare o schivare un
eventuale attacco, se invece si ha la perfetta percezione dei suoi movimenti lo
si può precedere anche con un movimento relativamente lento. Molto spesso le
tecniche più spettacolari nascondono, nella rapidità del gesto, una scarsa
percezione. I veri maestri non sono mai spettacolari, la loro azione é sempre
perfettamente calibrata, poco o niente traspare all’esterno, fuori sembra
lento, dentro é veloce come il fulmine.
“Chi é lento nello spirito deve essere veloce con il corpo”
Notizie sull’autore:
Flavio Daniele, laureato in ingegneria, vive a Bologna dove
insegna arti marziali interne (Taiji stile Chen e Yang, Xing-Yi), Qi Gong e
Shaolin kung-fu. Dirige la Scuola Italiana di Arti Marziali Interne NEI DAN per
la formazione di istruttori - Tel. 051 - 239578. Ha cominciato la pratica alla
fine degli anni sessanta con il Karate Shotokan ( 3° dan J.K.A.) e con lo Yoga.
E’ autore del libro “Le Tre Vie del Tao” - Meb Ediz. e di un video sul Taiji di
stile Yang (distribuito in libreria ) edito dalla Red.
Chi fosse interessato ad approfondire le arti marziali
interne può contattarlo allo 051 239578 oppure 0347 8701436
Rapporto tra corpo, mente ed energia
Di Flavio Daniele
Una reale comprensione del concetto di energia, sia da un
punto di vista teorico che pratico, non puo' prescindere dalla dimensione
fisica e da quella mentale. I tre aspetti non possono essere trattati
separatamente perché costituiscono un tutt'uno inscindibile simile a un ologramma,
dove ogni parte contiene le altre, e il lavoro svolto su una qualunque
influenza in maniera diretta anche le altre.
Nel Taiji Quan, per evidenziare il profondo legame tra le
varie componenti, si dice che “la mente comanda, l’energia segue e il corpo esegue”.
Questo antico detto, oltre ad avvalorare quanto appena espresso, definisce una
sorta di gerarchia funzionale tra quelli che i maestri chiamano le “I Tre
Poteri o Le Tre Armonie ” e cioè:
1° - Il potere del corpo (Li),
2° - Il potere dell’ energia (Qi),
3° - Il potere della mente (Yi).
* Yi - Potere della Mente
Lo “Yi” lo potremmo definire il “primus inter pares” e il
‘trait d’union’ tra Li (dimensione fisica) e Qi (dimensione energetica).
Esso può, simbolicamente e sinteticamente, essere inteso
come la qualità di colui che perfettamente centrato nel proprio spirito
controlla sia il proprio corpo che la propria mente.
In realtà é una idea molto più complessa che coinvolge la
mente, nei suoi molteplici aspetti, il corpo, con le sue potenzialità e lo
spirito o Shen.
Secondo la tradizione cinese Yi ( il pensiero ) nasce
dall’energia spirituale o Shen, come tale rappresenta ‘il Pensiero o
l’Immaginazione Creatrice’, che si manifesta attraverso l’organo Xin o cuore (
dove il carattere Xin indica non solo il cuore inteso come organo, ma anche il
cuore come centro dell’attività mentale, quindi come sinonimo di mente ).
Infatti l’antico ideogramma Yi era composto dal carattere cuore con sopra il
carattere suono, che in senso lato può essere inteso come la “Voce o la
Risonanza del Cuore ” ). Queste relazioni tra energia spirituale ( Shen ) e
pensiero ( Yi ) e tra cuore ( Xin ) e pensiero, non sono in contraddizione ma
chiariscono in maniera precisa il luogo fisico nell’essere umano in cui questa
forza creatrice si manifesta. Non si dice forse: “ Ti parlo con il cuore in
mano “, quando si vuole intendere che si è profondamente sinceri?
Yi lo possiamo sinteticamente esprimere con ” cuore-mente ‘
che implica, quindi, il concetto di “consapevolezza intuitiva”; dove le due
parole “consapevolezza” ed “intuizione” sono intese nel loro significato più
pieno ( cfr. il libro “Le Tre Vie del Tao” - pag. 46 e pag. 180 ) e cioè la
capacità di “conoscere e di esserne coscienti” senza mediazioni “intellettuali”
in maniera diretta ed immediata, come implica la parola intuizione che
etimologicamente significa “essere in Dio” , dal greco en (in) e theòs (Dio) ,
che in senso lato é quella che i maestri chiamano “conoscenza del cuore”.
Opportunamente sviluppata permette una presa di coscienza delle potenzialità
del corpo e della mente. E’ lo stato in cui non c’é disarmonia tra pensiero ed
azione, in cui la consapevolezza si fonde con l’azione, facendo si che i
movimenti del corpo siano perfettamente allineati al flusso della nostra
“intenzione cosciente”, é una specie di “estasi” non mistica, che rappresenta
uno stato di fusione, di assorbimento totale in quello che si sta facendo,
dimentichi di ogni cognizione spazio-temporale. Alcuni grandi campioni sportivi
la chiamano la “Zona” e la definiscono come uno “stato” nel quale “l’eccellenza
delle prestazioni” non richiede sforzo alcuno.
Corpo, mente ed energia si fondono in un più alto stadio
dimensionale, che rappresenta la quintessenza delle potenzialità individuali:
lo stadio Spirituale o Shen.
Il Taiji rappresenta un metodo scientifico ( nell’accezione
più occidentale del termine) per sviluppare questo stato in maniera cosciente.
Da notare, infine, come ” Yi ” significhi anche “anticipare” ( E’ naturale, per
una scrittura composta da segni ideografici, avere molteplici significati per
una sola parola ). Importante nel taiji quan il concetto della mente che ‘
anticipa’ , che ‘intuisce’ le intenzioni dell’avversario.
Nel Taiji Quan e nelle arti marziali in genere Yi é
assolutamente basilare, perché i risultati che si otterranno dipendono
essenzialmente da essa. Per questo é opportuno cercare, nei limiti imposti
dalla parola scritta, di spiegarne i vari significati e specificare i
molteplici contesti in cui viene usata. Secondo l’ambito in cui agisce, Yi
assume sfumature a cui corrispondono significati con diverse valenze e diversi
livelli di realizzazione. Per la lingua cinese é normale sintetizzare in un
ideogramma concetti complessi che nelle lingue come quelle occidentali
richiedono lunghe spiegazioni ed é per questo Yi può essere tradotta come idea,
attenzione, intenzione e volontà cosciente (Yi Nian); consapevolezza, coscienza
e intuizione (Yi Shi). Vediamo quindi di stabilire questa ‘gerarchia funzionale’
per una comprensione e un uso ottimale della stessa.
YI NIAN - attenzione, volontà cosciente, intenzione
L’attività della mente non si ferma mai, l’uomo normale é
continuamente coinvolto in un dialogo interiore senza sosta, che impedisce la
calma ed agita i pensieri come il vento le acque di un lago.
La quiete del pensiero cosciente, che presiede
all’equilibrio di tutte le attività dell’organismo, é la condizione minima
indispensabile che il praticante deve raggiungere per avviare il processo di
pacificazione (Jing) della mente (Yi). Il suo strumento principale é
l’attenzione, strettamente legata alla capacità di concentrazione, che a sua
volta, altro non é che la focalizzazione volontaria dell’attenzione.
Pacificazione, attenzione, concentrazione e intenzione, sono
strettamente correlate in una specie di “circolo virtuoso” che si autoalimenta.
Ci sono molti modi per entrare nel “flusso”, sicuramente la
capacità di focalizzarsi esclusivamente ed intenzionalmente su quello che si
sta facendo, in uno stato di profonda concentrazione ne rappresenta l’essenza.
L’Attenzione
“Attento come un gatto che punta un topo “ . Questa
immagine, spesso abusata, sintetizza in maniera esemplare, nell’immaginario
collettivo, l’archetipo della perfetta attenzione. Ma l’attenzione di cui
parliamo é di ordine diverso ed é peculiare dell’essere umano. Essa é nello
stesso tempo una delle capacità più elevate e meno sviluppate che possediamo:
l’attenzione cosciente. Vediamo, quindi, di chiarire la differenza sostanziale
che intercorre fra l’attenzione istintuale di un gatto affamato e l’attenzione
cosciente dell’essere umano. Il gatto non ha possibilità di scelta, l’istinto
della fame lo obbliga alla concentrazione totale di tutte le sue energie sul
cibo-topo. Tutti gli animali hanno queste risposte coatte e reattive sotto
l’impulso degli istinti fondamentali. Anche gli esseri umani sono soggetti a
questi stessi istinti che condizionano il comportamento é impongono una
attenzione intensa in determinate situazioni: pericoli di vita, forte
eccitazione sessuale ecc. . Questo tipo di attenzione non cosciente, non é il
risultato di una scelta, si produce automaticamente quando per un caso
fortuito, le condizioni interne (istinti, bisogni, desideri) e quelle esterne
coincidono.
La vera attenzione, al contrario, nasce dalla scelta
consapevole di orientare e focalizzare l’intento o volontà della mente nella
direzione scelta, indipendentemente da qualunque necessità o condizioni
esterne.
Questa capacità di astrazione, tipicamente umana, che
abbiamo chiamato attenzione cosciente opportunamente sviluppata é la condizione
indispensabile per una reale crescita interiore. Solo grazie ad essa possiamo
staccarci dalle situazioni contingenti e volgere all’interno il nostro sguardo
per attivare le enormi potenzialità interiori.
Un attenzione forte é frutto di un intento inflessibile .
Chi, dopo anni di pratica, non ha raggiunto dei risultati
apprezzabili lo deve, probabilmente, alla mancanza di attenzione e volontà,
senza di esse non si sviluppa la percezione della propria energia interna (Qi).
Molti sono i praticanti che, pur seguendo la disciplina con amore e diligenza,
non avendo sviluppato lo Yi nei molteplici aspetti appena esaminati, non fanno
progressi nella pratica, perché ingannati dalle loro stesse sensazioni non
riescono a decodificare i messaggi del corpo.
Allenare la mente
Yi può essere allenata come si allena un arto, cominciando
con piccoli esercizi di immaginazione creativa, fino ad arrivare alle
sofisticate tecniche, messe a punto da generazioni di maestri nel corso dei
secoli, quali l’imitazione degli animali e dei fenomeni naturali( il turbinare
del vento, la potenza devastatrice del lampo, il fuoco, l’acqua) che creano una
identificazione totale in grado di sviluppare straordinari poteri fisici e
mentali. Un semplice esercizio che può essere fatto é congiungere pollice
indice immaginandoli come un anello d’ acciaio, finché si riesce a tenere ferma
quest’immagine nella mente, diventerà molto difficile per chiunque separarli.
Altri esempi del potere eccezionale della mente sono gli atti compiuti sotto
ipnosi, in situazioni estreme di pericolo, o ancora la tremenda forza
dimostrata dalle persone colte da raptus isterici. Questo può succedere perché
ci sono determinati ’stati indotti’, in cui la mente in situazioni non
ordinarie quali malattie, stati allucinatori, pericoli, non più vincolata dai
normali parametri “razionali’, agisce senza senso di limite liberando fonti
inaspettate di energia. Questi ‘ stati indotti’ oltre che subiti, possono
essere creati sotto la guida del pensiero cosciente (Yi). Inizialmente si usa
la propria capacità immaginativa, poi, una vota appreso il meccanismo, tutto
avviene naturalmente senza sforzo cosciente.
Flavio Daniele
Potere d'ascolto
Il test d’ascolto (DONG JIN / DING JIN) è un elemento di
grande importanza nella pratica perché, grazie a questa azione, ci permette
d’individuare la qualità del nostro lavoro, i vuoti strutturali, le mancanze
nella nostra esecuzione.
POTERE D’ASCOLTO/POTERE DI COMPRENSIONE
DONG JIN/DING JIN
Nell’allenamento in
coppie al combattimento non ci sono le regole, non ci sono le tecniche, solo
Ding Jin (la forza che ascolta) e Ding Jin (la forza che comprende), ascoltare
e diventare consapevoli del Jin del proprio corpo e poi ascoltare e capire
quello dell’avversario per potere controllarlo e dirigere. Devi sviluppare
l’istinto, non c’è tempo per pensare, ci sono troppe tecniche . quando due
tigri si combattono, non ci sono tecniche, combattono e basta.
Tratto da: LE TRE VIE DEL TAO
Di: FLAVIO DANIELE*
M° Flavio Daniele. Fondatore della NEI DAN SCHOOL (Scuola di
arti marziali interne e discipline energetiche), vive a Bologna, dove insegna
Taiji Quan stile Chen e Yang, Xing-Yi Quan e Nei Gong. Dalla metà degli anni
ottanta si dedica esclusivamente allo studio delle arti marziali cinesi.
Collabora con le maggiori riviste italiane (Samurai, Arti d’Oriente, Enertao),
e straniere (Taiji Magazine). Ha pubblicato
vari libri sul tema..
Nella pratica del
Taiji, del Tui shou, del Qi gong, del Nei gong e delle arti marziali in
generale ci sono dei momenti in cui il praticante necessita di conoscere la
direzione della rotta, di sapere valutare il proprio lavoro e orientare la
propria pratica, non tanto per verificare la velocità del proprio progresso
quanto piuttosto per capire perché non si sta progredendo.
Il test d’ascolto
(DONG JIN / DING JIN)
è un elemento di grande importanza nella pratica perché,
grazie a questa azione, ci permette d’individuare la qualità del nostro lavoro,
i vuoti strutturali, le mancanze nella nostra esecuzione. È fondamentale per
comprendere l’efficacia dei propri movimenti nella pratica. Ci permette di
giungere a quell’autoconsapevolezza
che non risolve i nostri problemi però
ci permette d’individuare e comprendere quello che manca, dove manca, e
l’azione da prendere per correggere eventuali errori di pratica.
Il test d’ascolto (DONG JIN / DING JIN)ci permette inoltre
di sviluppare quella sensibilità al tatto (pen-jin) fondamentale nel lavoro a
due, che va studiata e sviluppata, sentita e vissuta.
Notizie sull’autore:
IL M° FLAVIO DANIELE
fondatore e guida della Nei Dan, vive a Bologna, dove
insegna Arti Marziali
Cinesi (Taiji Quan, stile Chen e Yang, Xin Yi Quan dei 10
Animali e delle 6
Armonie e Shaolin Quan) e discipline di sviluppo mentale ed
energetico ( Qi Gong
). Inizia la pratica nel 1967 con il Judo, che lascia dopo
tre anni, e con il
Karate Shotokan che porta avanti per oltre 15 anni,
raggiungendo nel 1980 il 3°
dan sotto la scuola del M° Hiroshi Shirai. A cavallo tra la
fine degli anni
settanta e l’inizio degli anni ottanta comincia le prime
esperienze delle arti
marziali cinesi. Intorno alla metà degli anni ottanta
abbandona definitivamente
l’insegnamento del Karate e dello Yoga, che aveva iniziato
nel 1970, per
dedicarsi esclusivamente allo studio dell’ arti marziali
cinesi. Nel 1996
lascia anche la professione d’ingegnere informatico per
dedicarsi
esclusivamente al loro insegnamento e diffusione. Sfruttando
la sua lunga
esperienza nelle arti marziali e nello studio delle
discipline orientali (
Yoga, Zen, Taoismo ) e delle psicoterapie moderne
occidentali, ha messo a
punto, per la pratica marziale, il TAO G. E. D. for Marzial
Arts - La Via ( Tao
) dello Sviluppo Energetico Globale. ( G.E.D. = Global
Energetic Development )
per le arti marziali- , tecnica di sviluppo delle proprie
potenzialità
fisico-energetiche e mentali: integrazione armonica fra le
moderne metodiche
didattiche occidentali e le antiche tecniche di controllo
mentale, di
potenziamento fisico ed energetico orientali. E’ autore dei
libri “ Le Tre Vie
del Tao “ edito dalla Meb nel 1997, "I Tre Poteri del
Taiji Quan"
edito dalla Luni nel 2001, "La forma Antica del Taiji
Quan Stile
Chen" ed "Il potere segreto del corpo nelle Arti
Marziali" editi
sempre dalla Luni nel 2003. E' autore anche di un video
didattico sul Taiji
stile Yang e di una serie di video didattici sugli antichi
metodi di
potenziamento fisico-energetici del corpo (Nei Gong). Ha
collaborato con la
facoltà di Scienze Motorie dell'Università di Bologna e
scrive per le maggiori
riviste italiane (Samurai, Arti D'Oriente, Enertao) ed
estere di arti marziali
e scienze dello spirito. Suoi articoli sono apparsi in
Spagna e sulla rivista
americana Taiji Magazine, la più prestigiosa rivista
internazionale di arti
marziali interne. E' comparso sulla rivista Panorama (nov.
1999), su Repubblica
Salute (maggio 2003) e su due delle più importanti riviste
giapponesi di Arti
Marziali.
IL SISTEMA DI ESERCIZI PER LO SVILUPPO DELLA FORZA INTERNA
INSEGNATO DAL M° GEORGE
XU ED ELABORATO E SISTEMATIZZATO DAL M° FLAVIO DANIELE NEI
SUOI LIBRI E NELLA
SERIE DI VIDEOCASSETTE (vedi il sito del M°
Daniele:www.taichineidan.com) E’ UTILIZZABILE DA TUTTI I PRATICANTI DI ARTI
MARZIALI E SPORT DA COMBATTIMENTO CHE VOGLIONO MIGLIORARE LE PROPRIE
PRESTAZIONI MARZIALI SVILUPPANDO IL POTERE INTERNO DEL
CORPO, E DA TUTTI COLORO
CHE VOGLIONO MIGLIRARE LA PROPRIA ENERGIA E LO STATO GENERALE
DI SALUTE.
Informazioni: NEI DAN SCHOOL
neidan@libero.it
M° FLAVIO DANIELE Infotel: 051 239578 - 347 8701436
NEI DAN SCHOOL VIA DE’ COLTELLI 21 - 40124 BOLOGNA
Nessun commento:
Posta un commento